ogliastra.vistanet.it

Carnevale a Gairo. Le tradizioni reincarnate dalle maschere dell’associazione “Su Maimulu”: intervista agli organizzatori

Maschere ancestrali, a tratti terrificanti, una vera lotta tra il bene e il male: stiamo parlando dei personaggi indiscussi del carnevale antico gairese, is Maimulus. Il loro scopo è sempre stato quello di auspicare al bene della comunità, ad un buon raccolto, allontanando le carestie.

“Su Maimulu” è una figura tradizionale del carnevale di Gairo Sant’Elena, con origini antichissime. Infatti il carnevale gairese non rivive solo nei ricordi degli anziani che vivevano nel paese vecchio ma ha origini pre-cristiane e pre-romane. Ogni anno, il 17 gennaio e in concomitanza con la festa di Sant’Antonio e la Sagra del Cinghiale, is Maimulus si preparavano alla loro prima “essia” (uscita) per le vie del paese ricordando gli usi e le tradizioni dell’antico borgo.

Oggi abbiamo intervistato il presidente, Massimo Scattu, e il vicepresidente, Mauro Loi, dell’Associazione Culturale “Su Maimulu”:

Quando è nata l’associazione “Su Maimulu”?

L’Associazione è nata formalmente nel 2018, ma il gruppo era attivo già da molto prima. I preparativi sono stati molto lunghi e abbiamo voluto uscire allo scoperto solo quando siamo stati sicuri di aver fatto le cose per bene. Ma soprattutto consapevoli di poter mantenere un impegno a cui tutti noi teniamo tantissimo.

Cosa ha messo in moto la creazione del gruppo?

L’idea dell’associazione è nata tra amici: ne parlavamo spesso ricordando i racconti dei nonni. Quando poi abbiamo iniziato a lavorarci, abbiamo scoperto che in passato qualcuno aveva raccolto tantissimo materiale sulla figura del Maimulu, a cui abbiamo poi potuto attingere. Un esempio sono le interviste, preziosissime, svolte anni fa dalla Pro loco di Gairo, o altre ricerche e interviste svolte in passato. Per non parlare dei testi di Pietrina Moretti, che sono di un’importanza capitale. L’intero paese non ha voluto accettare che questa ricchezza potesse andare dimenticata. Infatti, quando abbiamo raccolto i lavori precedenti o aggiunto nuove interviste abbiamo riscontrato la collaborazione e l’entusiasmo di tutti. Dopo il lavoro di ricerca, abbiamo iniziato a creare le maschere “alla vecchia maniera”: infatti ci occupiamo anche della concia delle pelli. L’Associazione Culturale ci serve per poter organizzare eventi, per darci delle regole, per gestire in modo corretto le spese e le responsabilità che attività del genere comportano.

A quando risale la tradizione de “Su Maimulu”?

La tradizione, come per tutti i carnevali dell’Ogliastra e della Barbagia, ha origine pre-cristiana. Poi con il tempo, ovviamente, si è arricchita o modificata. La nostra Associazione ha cercato di ricostruire la rappresentazione come si svolgeva negli anni 38/39, ultimi anni in cui gli anziani raccontano de “Su Maimulu”. Infatti i nostri festeggiamenti cercano di rappresentare al meglio tutte le figure antiche e le sfilate per le vie di Gairo Vecchio. Dopo la guerra, e fino ai primi anni ’60, c’erano state altre sfilate ma alcune cose erano cambiate.

Qual era il suo scopo nel passato? Adesso è rimasto il medesimo?

In origine i suoi scopi erano propiziatori: auspicare ad una buona stagione per i campi e salute per la comunità. Inoltre, vi erano anche degli scopi sociali come ad esempio quello di unire la comunità. Nei giorni de “Su Maimulu” la gente lasciava da parte le controversie, o almeno “Su Maimulu” era un’occasione per provare a passarci sopra. Attualmente lo scopo propiziatorio va in secondo piano, però ci piace pensare che lo scopo sociale, quello di unire la comunità, sia ancora valido. Ci piace pensare che “Su Maimulu” serva a farci sentire tutti un po’ più orgogliosi di essere gairesi. 

Ci sono tantissimi personaggi diversi che fanno parte del gruppo dei “Maimulusu”. Potete illustrarci il significato delle figure più importanti?

Ci sarebbe veramente tanto da dire. Su “Maimulu” è infatti uno dei carnevali più ricchi dell’isola come numero di figure. Abbiamo s’urtzu, is omadoris, is maimulus, is poddinaius, su cuadderi, ingrastula, martinica e filadora, trusulau e malandau, su mamussoni…e speriamo di non averne dimenticato qualcuno.  I significati delle varie figure e tutto ciò che c’è da sapere sulla tradizione del carnevale, sono raccolte dentro un libro di proprietà dell’Associazione.

Da qualche anno a Gairo si svolge “Su Marti Perra gairesu”, giornata centrale del carnevale paesano. Di cosa si tratta esattamente?

Il “Marti Perra” è la giornata centrale del carnevale. Si tratta di quella in cui le figure tradizionali de “Su Maimulu” giravano e girano per le vie del paese e la popolazione partecipa: infatti in tantissimi aprono le case e/o i cortili o appendono qualcosa ai balconi di casa, in modo che is maimulus possano arrampicarsi e guadagnarsi il dono. Possiamo definirla una giornata in cui tutto il paese prova a dimenticare i problemi quotidiani e vive un momento di festa. Gli anziani dicono che a Gairo Vecchio fosse un evento veramente sentito e dobbiamo dire che, anche nelle scorse edizioni, l’atmosfera è stata bellissima.

Le restrizioni dovute al Covid-19 non permettono lo svolgimento delle feste paesane, tra cui “Su Marti Perra”. Cosa vi augurate per la fine della pandemia? Progetti futuri?

Ci auguriamo innanzitutto che finisca presto e che il paese possa tornare a sorridere. Indossare quelle pelli e percepire l’atmosfera del paese in festa ci manca troppo. Siamo convinti che presto questa brutta storia sarà finita e allora “Su Maimulu” tornerà per le strade del paese, a ricordare a tutti quanto sia bella la normalità. I gairesi comunque non si devono preoccupare, i nostri progetti continuano: vogliamo mantenere viva la nostra tradizione e farla conoscere nel mondo, attraverso gemellaggi ed eventi. Questa tradizione dura da secoli e sopravvivrà anche stavolta. La storia del nostro paese, piena purtroppo anche di eventi spiacevoli ( ad esempio l’alluvione del ’51) insegna che i gairesi dalle difficoltà si rialzano sempre. Lo faranno anche stavolta!

 

Exit mobile version