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Strajk Kobiet Sardynia insieme alle donne polacche per salvare la legge sull’aborto

Ieri pomeriggio il governo polacco del partito Pis, ha annunciato la pubblicazione e l’immediata entrata in vigore, con valore di legge, della sentenza della Corte costituzionale che vieta l’aborto, salvo in caso di incesto, stupro o pericolo per la vita della madre.

Una limitazione pesantissima, dunque che danneggia tutte le donne polacche. Dal 2016 in Polonia, esiste il movimento Strajk Kobiet, letteralmente “sciopero delle donne”, nato dopo la presentazione in parlamento da parte della fondazione ultracattolica Ordo Iuris di un disegno di legge anti-aborto che contemplava l’interruzione di gravidanza solo in caso di rischio di vita per la donna.

Dalla Polonia, Strajk Kobiet ha nel tempo raccolto l’appoggio di numerosi paesi che dall’esterno forniscono sostegno, anche attraverso i social, dal momento che nel Paese c’è un forte controllo dell’informazione. E nel suo piccolo anche la Sardegna sta contribuendo a sostenere il movimento, grazie all’impegno di Carla Porcheddu, padre sardo e madre polacca.

«Strajk kobiet Sardynia – spiega Carla Porcheddu – nasce dalla necessità di esserci e di portare il nostro sostegno seppure attraverso un post su Facebook. In realtà, se non fosse per la pandemia, sarei andata di persona in Polonia. Tuttavia questa emergenza sanitaria, mi ha dato l’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica anche qui nell’Isola. A seguito degli untimi fatti ci stiamo organizzando con i collettivi di Berlino, per promuovere un evento, che possa affiancarsi, idealmente alle proteste in programma in tutta la Polonia»

«In questo momento l’attenzione è focalizzata sulla legge che limita l’aborto, ma il problema è più profondo. La Polonia – puntualizza l’ideatrice di Strajk Kobiet Sardynia- sta vivendo una rivoluzione culturale anticlericale. Tutto è partito dallo scandalo legato alla pedofilia nella Chiesa, per poi estendersi a una generale insofferenza verso la pesante ingerenza, in particolare dell’ Istituto di cultura legale Ordo Iuris che è considerato un’entità infiltrata nell’attuale governo polacco».

Il 13 dicembre si è tenuto uno sciopero in Polonia, con manifestazioni in moltissime citta del Paese, che ha avuto il sostegno di tanti altri centri in Europa, e anche la Sardegna ha contribuito simbolicamente: tutti coloro che hanno sentito la necessità di condividere questa protesta, si sono scattati una foto con un foglio A4, e una saetta rossa stampata.

«La saetta rossa rappresenta la rabbia, la ribellione delle donne – prosegue la Porcheddu – la rivoluzione passa anche dal linguaggio. La protesta viene infatti espressa anche attraverso l’uso delle parolacce, modalità assolutamente inusuale in Polonia. Ma non è solo l’aborto a essere messo in discussione: persino nelle chiese durante l’omelia i sacerdoti, definiscono le iniziative di Strajk Kobiet come un attacco del Demonio, come un movimento contro il diritto alla vita. Addirittura gli attivisti Lgbt vengono considerati come nel 1939 dai i nazisti e nel dopoguerra dal comunismo».

Adesso la Sardegna è di nuovo chiamata a sostenere simbolicamente la lotta delle saette rose di Strajk Kobiet, perché da ieri pomeriggio le donne in Polonia, non hanno più il diritto di scegliere se far nascere o no, un figlio, nemmeno se gravemente malato. Tutti i sardi uomini e donne, possono esprimere il loro dissenso scrivendo o inviando un video o una foto alla pagina Facebook di Strajk Kobiet Sardynia che si è gemellata con il Femini Berlin a la sua referente Alicja Magdalena Molenda.

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