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27 gennaio, Giornata della Memoria: per non dimenticare le vittime dell’Olocausto

Una giornata per ricordare le vittime della Shoah.

Sono passati settantacinque anni dal giorno in cui le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz: una ricorrenza che l’Europa ricorderà con incontri, iniziative, eventi per non dimenticare le vittime dell’Olocausto.

Ammesso che sia possibile dimenticare ciò che è stato, quella scritta beffarda al cancello d’ingresso dei campi di concentramento dove uomini, donne e bambini lottavano per sopravvivere, morivano di freddo, di fame e di stenti.

Impossibile dimenticare le immagini dei corpi straziati, degli scheletri tatuati con la testa rasata. Difficile non pensare al freddo pungente, alle selezioni quotidiane, alle file verso le docce, ai carrelli pieni di cadaveri, ai sacchi pieni di capelli, denti d’oro, scarpette piccolissime, giocattoli. Impossibile dimenticare quelle tute a righe, il fumo nero.

Scrisse Primo Levi “Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici. Meditate che questo è stato: ricordate queste parole, scolpitele nel vostro cuore. Stando in casa, andando per via, coricandovi e alzandovi. Ripetetele ai vostri figli. Ripetetele ai vostri figli, perché imparino una lezione importante”.

Per quanto possa turbare, il 27 gennaio è un’occasione per rendere omaggio agli innocenti che hanno versato il proprio sangue, un’occasione per riflettere sulle brutalità di cui è capace l’uomo. Una giornata per meditare che “questo è stato”.

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