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Sardegna zona arancione. La sindaca Falconi: “Mi chiedono se “possono” lavorare. Un pugno in faccia farebbe meno male”

Sardegna confermata stanotte in zona arancione. Una decisione che ha creato sgomento e scompiglio, soprattutto – ancora una volta – tra i commercianti e i ristoratori. La sindaca di Fonni, Daniela Falconi, affida ai social le sue riflessioni e il suo sfogo, per una situazione che sta mettendo in ginocchio dal punto economico la sua comunità e non solo.

Riportiamo integralmente il messaggio che ha rivolto ai suoi concittadini sui social:

«È da ieri notte che continuo a ricevere telefonate e messaggi: “ma domani possiamo lavorare”? Sono soprattutto i ristoratori del mio paese che non sanno se disdire le prenotazioni o aspettare. Sono questi week end sulla neve da tutto esaurito dopo mesi di incertezze. E non faccio che ripensare alle parole “possiamo lavorare”. Una concessione. Una roba da brividi. I giornali, i tg, le voci che si rincorrono si dicono sicuri che oggi verrà firmato il documento che declasserà il colore della nostra isola da giallo ad arancione. “Probabilmente” dalle 24 di domenica. Ma ancora quella firma non c’è. Si può comunicare una decisione sulla base di lanci di agenzia?

Si continuano a mettere in giro le indiscrezioni, le anteprime delle decisioni e si aspetta l’effetto che faranno sulle persone. Si continua a parlare di situazione sotto controllo ma si lasciano le persone, la vita delle persone nel dubbio e nell’incertezza. Chi però domani non sa se “può lavorare” allo stesso modo non ha nessuna notizia su ristori, aiuti. E nel frattempo è migliorata la situazione della sanità? No, se siamo a questo punto o addirittura peggiorati. I dati e monitoraggi sono migliorati? Se dovessimo basarci sulle piattaforme io direi di sì (a Fonni oggi non risulta nessun positivo). Ma i focolai, lo vediamo ogni giorno, ci sono un po’ ovunque. E i dati veri, quelli per cui si decreta la zona arancione, quali sono? È migliorata la situazione negli ospedali? No, se c’è bisogno di queste azioni per contenere la pressione sugli ospedali. Lo sguardo va rivolto lì. Solo lì.

Alla situazione della sanità, e lo sappiamo tutti benissimo che non ci voleva il Covid per far emergere il disastro. Anche nel nostro territorio. Nel nostro “piccolo”, nei prossimi giorni verrà convocato un consiglio comunale urgente per denunciare insieme a tutti i consiglieri per l’ennesima volta la situazione gravissima in cui versa la sanità e il nostro ospedale. Non è l’inizio, è il proseguo di una denuncia che dura da anni e che continuerà a tempo indeterminato per difendere i diritti dei cittadini. Perché quel “posso lavorare” è una cosa che se mi avessero dato un pugno in faccia avrebbe fatto meno male».

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