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Lockdown di paure e angosce: il racconto visionario del lanuseino Claudio Murgia

 

In un periodo difficile come questo, in cui anche le attività culturali hanno subito un notevole rallentamento, l’uscita di un libro è una bellissima notizia. Così ci siamo recati a Lanusei per poter parlare della prima fatica letteraria di Claudio Murgia, autore del racconto “Lockdown”. Questo racconto si svolge in un “condominio trasformato in un universo chiuso” come evidenziato nella quarta di copertina, mentre nel mondo vi è “una catastrofe incombente le cui ragioni sono sconosciute”.

I protagonisti affrontano situazioni e una psicologia complessa, in cui riaffiorano costantemente le paure e le ombre del passato. Il tutto situato in quegli spazi domestici che si trasformano in prigioni in cui fuoriesce il lato più disumano, in una storia “narrata con un’asciuttezza da referto medico”.

Ecco quindi il resoconto di una interessante chiacchierata con un lanuseino poliedrico che con coraggio vuole tenere viva la produzione artistica di cui il paese si è sempre fatto vanto.

 

Claudio questa è la tua prima esperienza di scrittura?

Da tempo scrivo musica e testi per i vari progetti musicali che ho sviluppato negli anni e così ho voluto approcciarmi a qualcosa di nuovo. Amo leggere e vivendo queste condizioni particolari dovute alle restrizioni conseguenti alla diffusione del Covid, ho avuto il tempo per provare a elaborare un racconto.

 

Come è nata l’idea del racconto?

Mi ha facilitato tutto proprio il lockdown: tutti abbiamo provato le sensazioni negative e le angosce che hanno fatto da contorno alle quelle insolite giornate. Ho voluto ricreare quelle sensazioni in spazi differenti e mettere nero su bianco quel vortice di pensieri.

 

La storia si svolge in un condominio allargato, una serie di case confinanti che diventano un ambiente unico. Questo e i personaggi sono ispirati a qualche luogo o persone reali?

Come avrai notato non ho fatto lunghe descrizioni riguardo l’aspetto dei personaggi, se non qualche piccolo dettaglio funzionale alla storia, dando così maggiore libertà di immaginazione al lettore. Idem dicasi per i luoghi in cui si svolgono le vicende, malapena rappresentati attraverso gli occhi delle persone che vi abitano. Credo che nel raccontare una storia, sia importante rendere bene la psicologia delle persone, attraverso i loro gesti, pensieri e quello che dicono. Sono tutti elementi di fantasia.

 

Una delle cose che mi ha colpito del racconto, è la presenza di alcuni esempi molto realistici di violenza domestica. Ci sono stati indicatori del fatto che molte vittime di tali violenze abbiano affrontato maggiori difficoltà nel lockdown perché costrette con i propri tormentatori, possiamo dire che vuoi denunciare anche questo aspetto?

Me lo sono chiesto mentre scrivevo: sicuramente tantissime persone si sono ritrovate in una situazione ancora peggiore del dramma che già vivevano. Non sapevo che avrei parlato di ciò, non è stato premeditato, ma fra le cose che ho potuto vedere nelle settimane di lockdown è stato proprio questo triste dato, rimbalzato più volte dai telegiornali. Posso dire che nel mio racconto volevo personaggi che vivevano un ambiente disturbato.

 

“Lockdown” è arricchito da una collaborazione artistica: infatti nella copertina e fra le pagine del libro troviamo delle illustrazioni, puoi dirci qualcosa in merito?

Le opere d’arte che trovate in copertina e fra le pagine sono di Gavino Pulinas, in arte Zut. I lavori che trovate nel libro sono stati ispirati dal racconto stesso e dall’arte demoniaca e grottesca, concepiti in riferimento alle due facce della vita d’oggigiorno, con una società avviata nelle direzioni più sbagliate e la inevitabile e onnipresente morte.

 

Nell’ultima parte del libro troviamo una citazione particolare, di cosa si tratta?

Sì è una frase particolare che ho letto tempo fa sotto forma di epitaffio, dedicato a un giovane lanuseino scomparso da tempo. È una frase molto bella e ho voluto in qualche modo omaggiare questo ragazzo.

 

Puoi fare il nome di qualche autore che ti ha ispirato?

Sicuramente Stephen King e Luigi Pirandello, ma anche Wilbur Smith, Dan Brown e tantissimi altri. Mi considero un lettore vorace e mi piace leggere un po’ di tutto.

 

Pensi che scriverai altre opere nel prossimo futuro?

L’idea c’è e mi piacerebbe, così come mi piacerebbe poter proporre questi lavori a un editore che sto cercando. Può essere utile lasciare qui di seguito il mio contatto email per qualsiasi curioso o interessato: claudiomurgia76@gmail.com.

 

Ultima domanda: hai pensato di dedicare questa tua prima fatica a qualcuno?

Sì, senza ombra di dubbio voglio dedicare questo lavoro a mia madre.

 

 

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