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Il Natale ai tempi del coronavirus: la parola ai fuori sede e al parroco di Ulassai Don Corongiu

La pandemia mondiale che stiamo attraversando porterà tantissimi cambiamenti, soprattutto psicologici, in prossimità delle feste: dal divieto dello spostamento tra comuni, che farà sorgere problemi soprattutto nei piccoli centri, alla mancanza degli affetti lontani e alla riscoperta di un Natale da guardare con valori cristiani.

Che sarà un Natale diverso non c’è alcun dubbio. Dopo le limitazioni previste dal nuovo Dpcm del 3 dicembre, per il periodo compreso dal 21 dicembre al 6 gennaio, i contatti dovranno essere ridotti al minimo indispensabile per contenere la diffusione del Covid-19.

Ciò che più di tutto metterà in crisi la popolazione è una limitazione in particolare: lo spostamento tra i comuni sarà vietato il 25, 26 dicembre e il primo gennaio. Il nuovo dpcm, infatti, colpirà maggiormente i piccoli centri e lascerà intatte le grandi città. Su questo punto ha preso posizione pubblicamente, tramite un post su Facebook, Luigi Di Maio: “Ritengo che sia assurdo non permettere ai familiari che abitano in piccoli Comuni limitrofi di trascorrere il Natale e il Capodanno insieme. Lo dico per una questione logica. Ci sono grandi città da milioni di persone con una densità molto vasta dove è possibile spostarsi liberamente, mentre tra piccoli Comuni di poche migliaia di persone non è permesso”.

Infatti la Sardegna, specialmente l’Ogliastra, è composta da piccoli comuni limitrofi tra di loro e tantissime famiglie saranno costrette a non ricongiungersi in vista delle festività. In un’Isola dove il valore della famiglia è tutto, sono tantissime le persone che, dal punto di vista psicologico, vedono in questo Natale un periodo vuoto e malinconico, da trascorrere il più velocemente possibile, sperando in un ritorno alla normalità. Le feste non avranno lo stesso significato e per molti non sarà lo stesso festeggiare senza la propria famiglia riunita: con la consapevolezza, però, che sia necessario per la salute pubblica. Sarà un Natale diverso specialmente tra i più anziani: c’è la preoccupazione che molti potrebbero passare il Natale in case di riposo o da soli.

Sono in tantissimi, inoltre, i sardi che si trovano all’estero per motivi lavorativi che quest’anno non potranno ritornare dai loro cari in Sardegna. Francesca Deidda, 26 anni, lavora a Roma e quest’anno, come tanti altri giovani, non potrà ritornare in Ogliastra per festeggiare il Natale: «Ricongiungersi con i propri cari per le festività risultava sempre naturale, adesso invece è una cosa da studiare nei minimi dettagli: a parte il lavoro, le limitazioni imposte dal dpcm, bisogna valutare i rischi che comporta il tornare a casa ovvero il viaggio e la probabilità di poter contagiare le persone che ami involontariamente. Questo sarà un Natale molto diverso».

Al contrario, alcune persone fanno di questo momento di debolezza, diversità e tristezza, un punto di forza. Sono molti, infatti, i post su Facebook che ritraggono, già dai primi di dicembre, tantissime case e interi paesi addobbati in vista del Natale. Uno dei paesi in questione è Bitti: nonostante l’alluvione che, nelle scorse settimane, ha devastato il piccolo comune, la piazza del paese è stata addobbata, grazie ai tanti gesti di solidarietà. Gli addobbi natalizi, nonostante il periodo storico che stiamo vivendo, potrebbero donare conforto e un poco di serenità.

Dal punto di vista cristiano, questo Natale porterà a riscoprire valori a lungo perduti. Il sacerdote di Ulassai, Don Roberto Corongiu, ci spiega come per lui questo Natale sarà diverso, ma non per forza in negativo: «Soprattutto in un anno come questo, quando tutto appare sospeso e siamo veramente in attesa di un qualcosa di diverso, possiamo capire il senso dell’Avvento e la natura profonda del Natale: come infatti siamo in attesa di essere liberati dal male che da mesi ci costringe, così possiamo andare incontro al Natale come venuta di Colui che ci vuole liberi da tutte le negatività. Di questo ci parla Isaia, questo ci ricorda ogni anno il Natale stesso: per mezzo di Gesù siamo fatti per la libertà, umanità ‘trasfigurata’, animata dallo Spirito, dal respiro di Dio stesso. Con questa speranza viva, abbiamo l’opportunità di affrontare anche il momento presente, con spirito umano, cristiano e con il buonsenso, consapevoli che abbiamo bisogno di fare tutta la nostra parte per guardare ad un’alba diversa».

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