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Il presidente ANCI Emiliano Deiana sulla puntata di Report: “Ha fatto credere che siano stati i sardi ad aver contagiato il resto d’Italia”

Emiliano Deiana

La puntata di Report andata in onda ieri sera su Rai Tre ha riacceso la polemica che, questa estate, ha visto protagonista la Sardegna.

Sardegna dove, il presidente della Regione Christian Solinas, aveva chiuso e poi riaperto le discoteche in seguito a un’impennata di contagi provenienti dai locali notturni.

Il servizio di Report ha ricostruito le pressioni e i condizionamenti che hanno avuto peso tra le quinte, inducendo la politica a correre rischi anche molto elevati nella gestione dell’epidemia nell’Isola.  Angelo Cocciu, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, in particolare ha spiegato a Report i retroscena dell’ordinanza che ha lasciato aperte le discoteche sarde fino al 16 agosto, dieci giorni dopo la decisione del Governo di chiuderle.

Emiliano Deiana, alla guida di ANCI Sardegna, ha commentato aspramente quanto successo ed espresso la sua opinione anche sul taglio del servizio televisivo, che – nella sua ottica – fa interpretare ai sardi, ancora una volta, l’ingiusto ruolo degli “untori”.

«Sul conato arrivato sentendo ciò che in realtà sapevano anche le pietre potrei anche tacere – spiega Deiana in un lungo post –  In un mondo normale domani, in Sardegna, si terrebbero le nuove elezioni regionali. Ma non viviamo in un mondo normale. Se c’è questo parere del Comitato Tecnico Scientifico lo tirino fuori velocemente perché altrimenti le istituzioni autonomistiche perdono anche il residuo di credibilità che gli rimane. Se il parere non c’è si dica che hanno preso una decisione politica perchè i soldi di pochi valgono più della salute di tutti i sardi».

E sulla trasmissione di Rai Tre aggiunge:  «Report ha traslato la problematica. Ha fatto credere che siano i sardi ad aver contagiato il resto d’Italia. Mentre il virus è arrivato sulle ali dei turisti arrivati senza assicurare nessuna precauzione sanitaria per i sardi. Le vere vittime di questo “contesto” malsano sono i sardi e la Sardegna. Perché nessuno – il Governo in primis – non ha proibito l’invasione di torme di turisti, senza controlli sanitari in ingresso che hanno fatto ammalare primi far tutti i lavoratori sardi del turismo. Venivano, questi, dopo aver fatto il giro d’Europa: da Ibiza a Malta. Per poi sbarcare in Costa e impestare tutto l’impestabile. Report conferma come i sardi siano un inciampo della storia. Di cosa succede qui, oltretirreno, non ne frega nulla a nessuno. Questo ci dovrebbe consigliare che serve – oggi più che mai – una classe politica che ha testa e cuore in Sardegna, che il modello turistico fin qui costruito è un modello dello sfruttamento e del vassallaggio moderno, che la nostra terra ha diritto ad autodeterminarsi in maniera autorevole e umana. Al posto della disumanità autoctona e continentale che abbiamo subito e continuiamo a subire. Diceva un poeta francese: “esiste in mezzo al tempo la possibilità di un’isola”. Sta a noi riprendere in mano la nostra vita e il nostro futuro».

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