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Nuovo Dpcm e le chiusure alle 18, l’amarezza dei gestori dei bar di Tortolì

Il Cafe' Noir, poco prima della chiusura alle 18.00.

Le nuove misure del Dpcm sono entrate in vigore dopo la mezzanotte di lunedì fino al 24 novembre.

Bar, gelaterie, pasticcerie e ristoranti sono obbligati a chiudere alle 18 tutti i giorni compresi i festivi. Dopo tale orario potranno continuare ad operare nelle consegne a domicilio per l’asporto. Queste misure sono state adottate per contrastare la crescita della curva epidemiologica.

Per comprendere meglio quali saranno gli effetti delle nuove restrizioni abbiamo raccolto le parole di alcuni gestori e titolari di bar di Tortolì.

Roberto Perino del Bellavista

«Con queste misure adottate dal Dpcm ci tagliano le gambe – afferma Roberto Perino titolare del Bellavista – l’apertura alle 18 è solo un palliativo, perché puoi lavorare con le colazioni solo la mattina e un po’ durante la pausa pranzo. Ma per noi che lavoriamo la notte e che siamo stati i primi a lanciare in città “l’aperitivo” rappresenta un danno enorme. Penso anche ai ristoratori, per loro è persino peggio.»

Il Bar Bellavista, prima delle restrizioni.

Aggiunge Perino: «La nostra categoria ha rispettato tutte le norme anti Covid, chiediamo che ci lascino lavorare e che ci siano i controlli nei locali. Chi non dovesse rispettare le regole, lo facciano chiudere ma con questa misura non risolvono il problema del contagio, gli errori sono stati fatti in altri settori.»

Fabrizio Annarumma titolare del Cafe Noir.

Anche il pensiero di Fabrizio Annarumma – titolare del Cafe’ Noir – è  lo stesso, inoltre sottolinea un altro fatto: «Cosa cambia fare chiudere alle 18, se si potrebbe creare un assembramento di clienti anche la mattina? Se uno fosse positivo nelle ore diurne, lo sarebbe anche in quelle notturne, non ha proprio senso la misura di mettere degli orari. Una contraddizione che crea solamente danni e il contagio non viene fermato, oltretutto le persone si possono incontrare in locali privati senza osservare distanze e indossare mascherine.»

Dice Mauro Cuccu del Sunset: «Abbiamo sempre osservato le norme anti Covid, ed educato la nostra clientela al rispetto di queste. Siamo un locale che lavora prevalentemente la sera, queste misure ci danneggiano.»

I tre imprenditori sarebbero lieti, sulla possibilità che un’ordinanza regionale permetta di allungare gli orari dei locali fino alle 23.

Afferma Perino: «Sarebbe una boccata d’ossigeno per la nostra categoria, inoltre ci permetterebbe di resistere. La nostra attività fino ad ora non ha fatto ricorso alla cassa integrazione per i dipendenti, cercando di organizzarci tramite le ferie e le turnazioni. Avere uno stipendio a fine mese in questi tempi è importante, i tempi dello Stato sono troppo lunghi. A mio avviso dovremmo andare a manifestare in piazza, ovviamente pacificamente, sono contro le azioni violente.»

«Se veramente fosse emanata tale ordinanza – dice Annarumma – per la prima volta ci sentiremo una Regione a Statuto Speciale. Ho appreso dalle notizie, che è stata presa questa decisione nelle Provincie di Trento e Bolzano, speriamo che non sia una bufala. Sarebbe un’ottima cosa, perché stavamo gestendo bene la situazione con la chiusura a mezzanotte, anche perché non si può andare avanti con gli incassi di colazione e pomeriggio.»

Il Sunset, locale di Cuccu e Schirru.

Anche Cuccu è dello stesso avviso: «Speriamo possa essere adottata tale ordinanza, sarebbe una saggia decisione per tutti gli imprenditori del nostro settore.»

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