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Figlio mio la gabbia è pronta: il covid è tornato, ti prego non chiedermi di chi è la colpa

Il letto a soppalco che diventa covo, dall’alto si domina tutto, e si combatte meglio quell’assurda ma ineluttabile guerra che è l’adolescenza. Ci siamo passati tutti in quella fase del cavolo. Adesso la affrontiamo dall’altra parte della barricata, ma non è come ce l’eravamo immaginata. Tra tutte le variabili possibili se n’è presentata una che nessuno aveva previsto. Le risposte strafottenti, le bugie, i brutti voti, le cattive compagnie, gli “Aspè” e i “Non ti interessa”, i baffetti e il cambio della voce. Ma nessuno, aveva previsto che quella mina vagante caricata a ormoni, l’avremo dovuta tenere chiusa in casa per mesi.

Sulla scrivania manga, Pc, telefono, tastiera da gamer. La paghetta, per uscire con gli amici. Ma anche il portatile per la Dad e le mascherine.. Perché la loro adolescenza sta scivolando su un sentiero sdrucciolevole, sospeso in una condizione di incertezza che in questa fase della loro vita è ciò che di peggio gli si possa offrire. A marzo, quando l’idea di non andare a scuola, di starsene tutto il giorno a casa li eccitava, li abbiamo visti piano piano impallidire, incupirsi, preda della malinconia, senza che loro stessi se ne sapessero dare una spiegazione. Abbiamo cercato di instillare in loro la pazienza.

Noi sul sentiero sdrucciolevole delle notizie contrastanti, storditi da informazioni contradditorie. gli abbiamo detto che presto sarebbe passata. Che si trattava di pazientare ancora un po’ e poi tutto sarebbe passato. Ma ora siamo punto e a capo. Cosa gli dirò, se nemmeno io lo so? È giusto dirgli che deve sacrificare la sua libertà, la sua spensieratezza, altrimenti i suoi adorati nonni potrebbero morire? Lo devo mettere davanti a questa scelta? Davvero non c’era modo per evitare di arrivare a questo punto? Perché il 4 novembre, saranno 6 mesi esatti dal 4 maggio, primo giorno della Fase 2, quella in cui ci “Sgabbiarono”. Abbiamo gli ospedali al collasso: mezzo anno non bastava per organizzarsi?

Io chiederò scusa a mio figlio, perché noi “Grandi” abbiamo avuto metà anno per correre ai ripari, evitare tutto questo e invece abbiamo lasciato che la situazione ci sfuggisse un’altra volta di mano. E il peggio è che non paghi di rendergli difficile la fase più complicata della loro vita, gli abbiamo pure dato le colpe di aver diffuso la nuova ondata di contagi: i ragazzini non rispettano le regole. Eh sì, ce lo siamo già dimenticato, intanto prepariamo la gabbia rendendola accogliente, è tutto quello sappiamo fare per loro..

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