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I bimbi dell’Alan Kurdi, le 56 creature che hanno attraversato il Mediterraneo in cerca di dignità e di una vita

Siete arrivati l’altro ieri, in una serata di vento burrascoso, dopo giorni tra le onde e il mare scuro di un autunno appena iniziato. Olbia vi ha accolti: reporter e giornalisti, forze dell’ordine, personale della protezione civile e del 118. E poi noi, da casa, seduti su divani e poltrone a guardare la sfilata di voi, scalzi. Voi, reduci da una vita di privazioni, povertà e sofferenze siete arrivati da chissà dove in una terra che forse credete possa veramente darvi un futuro dignitoso. 125 esseri umani allo stremo, senza più sogni, desideri, prospettive.

Foto frame dal video di Luigi Folino

Tra voi, ecco 56 creature dagli occhi sbarrati, senza un bagaglio, un ricordo, un pezzo di una vita precedente che probabilmente sarà meglio che dimentichiate. Voi, piccole 56 anime, chissà quanti racconti avrete sentito dai vostri genitori che vi preparavano al viaggio: forse vi narravano sarebbe stata una vacanza in una enorme barca insieme ad altri bambini, forse vi promettevano di portarvi al sicuro dove finalmente un giocattolo e delle scarpe le avreste avute, sempre. Prima di andare a letto magari vi addormentavano con una storia in cui vi assicuravano che tra poco avreste avuto una casa vera, calda d’inverno, ventilata d’estate e dei libri, una scuola, un bel grembiulino e tanti compagnetti con cui giocare spensierati.

Foto frame dal video di Luigi Folino

E invece eccovi lì, piccoli 56 bimbi dell’Alan Kurdi, con un bagaglio sulla schiena che neanche un camion potrebbe reggere. Con negli occhi un velo che chissà se mai andrà via, con promesse ascoltate che forse mai si avvereranno. Quanta voglia di stringervi uno ad uno, di rincuorarvi, di dirvi che si, stavolta per voi andrà davvero tutto bene. In barba a chi si siede sulla banchina del porto, inamidato di tutto punto, perchè vuole rispedirvi indietro, chissà in quale girone infernale, in nome di chissà quale valore in-umano.

Foto frame dal video di Luigi Folino

Ma voi, piccini, coperti di stracci, senza scarpe né calze, senza grembiuli né giochi, senza sorrisi né libri, sono e saranno tante, tantissime le persone che invece lotteranno per darvi ciò di cui avete diritto. Il vostro cammino è appena iniziato, non sarete polvere da mettere sotto al tappeto. Cosa avete di diverso dai nostri figli? Il solo fatto di dover combattere tutti i giorni per vedervi riconosciuta dignità di esseri umani quando il mondo, tutto intorno, vuole negarvela.

Foto frame dal video di Luigi Folino

(La nave tedesca dell’ong Sea Eye, Alan Kurdi è stata così chiamata in ricordo del bambino curdo-siriano di tre anni, annegato mentre tentava di raggiungere la Grecia e trovato morto sulla spiaggia di Bodrum in Turchia il 2 settembre 2015).

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