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Parco Geominerario: nasce un imponente progetto di rilancio con ricandidatura all’Unesco

Lo ha presentato questa mattina in conferenza stampa il presidente del Parco Geominerario della Sardegna, Tarcisio Agus. Presenti gli Assessori dell’Ambiente Lampis, e dell’Agricoltura Murgia, a dimostrazione del coinvolgimento della Regione Sardegna in questo nuovo progetto. La scelta del Parco è stata quella di affidarsi a una figura altamente qualificata e specializzata, già impegnata nella candidatura di Matera come Capitale europea della cultura, Pierpaolo Pani. Come lo ha definito il presidente Agus, Pani, un curriculum ricchissimo, è un “Facilitatore di comunicazione tra istituzioni e un entusiasta animatore di sviluppo”.

Sostanzialmente ciò che occorreva al Parco per essere rilanciato. Dopo la cocente delusione della bocciatura da parte della commissione Unesco, il Parco aveva necessità di un serio rilancio: «Con questo importante e impegnativo progetto – ha affermato Ciro Pignatelli, Direttore del Parco – si apre una finestra sulle finestre di sviluppo possibile. Per questo ringraziamo la Giunta regionale che ha prestato grandissima attenzione al nostro lavoro e offerto disponibilità al dialogo e collaborazione».

Il progetto davvero imponente mira a costituire un unico grande Parco che si candiderebbe a diventare il parco più grande d’Europa, mettendo in rete e legando tutti gli aspetti della produttività dei territori, da quelli artigianali a quelli enogastronomici, a quelli turistici. Un sistema che permetterebbe, e questa è la vera svolta rispetto al passato, di ottenere fondi e contributi, soprattutto europei, di entità ingenti. Si è dunque intervenuti sulla Legge Regionale 33 del ’98, che regolava gli interventi per la riconversione delle aree minerarie e la soppressione dell’Ente Minerario Sardo.

Il Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna è costituito dalla  Regione Autonoma delle Sardegna, Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio, dal Ministero delle attività produttive, dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, dal Ministero per i beni e le attività culturali, dalla regione autonoma della Sardegna, dalle province e dai comuni interessati, dalle Università di Cagliari e Sassari. – ed 86 comuni suddivisi in 8 aree territoriali.

Il progetto si prefigge, un serie di obiettivi precisi: il miglioramento della qualità della vita delle comunità del Parco, la creazione di una rete di attività esperenziali, lo sviluppo della rete di commercializzazione delle produzioni locali caratterizzanti luoghi e costumi – incluso un marchio proprio registrato. Inoltre lo sviluppo della conoscenza dei luoghi di interesse anche a fini turistici del Parco, lo sviluppo di processi anche di riqualificazione urbana e territoriale a fini turistici, la stipula di specifiche intese con gli HUB del sistema turistico imprenditoriale Regionale affinché vi sia una effettiva integrazione tra il turismo costiero e quello ambientale culturale e delle zone interne.

Per la prima volta grazie alla volontà dell’Assessore Regionale alla difesa dell’ambiente e del Presidente del Parco Geominerario, le comunità dei vari Parchi, SIC, Natura e ZPS, Pubblico e Privato si confrontano per creare le condizioni di uno sviluppo durevole, moderno e condiviso. Il progetto è ambizioso e deve partire da un importante presupposto: «Per creare sviluppo si deve partire da zero- ha spiegato Pierpaolo Pani – zero è un numero nullo, ma positivo. È necessario dunque che prima tutte le amministrazioni coinvolte sistemino la loro situazione economica che attualmente si trova sotto lo zero. Dunque rimodulare i mutui e ripristinare una situazione economica che consenta appunto di ripartire da zero. Naturalmente questo va fatto entro certe scadenze per questo stabiliremo un calendario concordato con i sindaci».

«Occorrerebbero strategie a lungo termine che però non sono figlie della politica attuale – ha aggiunto Pani- ma con l’arrivo del Covid si sono create le condizioni per una disponibilità di liquidità eccezionale della quale le amministrazioni devono approfittare per risanare il più possibile i conti. Si parla di cifre davvero ingenti, 150milioni per l’agricoltura per la quale stiamo dialogando con la grande distribuzione perché riservi spazi ai piccoli produttori che utilizzeranno il marchio del Parco. E di 75 milioni di euro dedicati invece all’ambiente e al risparmio energetico, che consentiranno alle strutture ricettive di rimodernare gli edifici che in molti casi risalgono anche agli anni ’60. Staremo accanto ai Comuni – ha concluso Pani – per spiegare loro a quali bandi partecipare, quali fondi sfruttare per reperire risorse e sanare i conti».

Un’importantissimo passo che il Parco farà, sarà quello della ricandidatura all’Unesco: «Abbiamo già contattato la direzione nazionale – ha annunciato il Presidente Agus – e ci sarà già a settembre un primo sopralluogo. Una delle ragioni della bocciatura, rimarcate dalle commissarie lo scorso anno, era proprio il fatto che l’organizzazione del Parco rendeva impossibile con le sue 8 aree, gestire una struttura così vasta, solo mettendo insieme le risorse umane e finanziarie dei diversi Parchi della Sardegna si può gestire come richiede l’Unesco».

«In passato al Parco Geominerario veniva assegnato un ruolo marginale – ha affermato l’Assessore dell’Ambiente Lampis – adesso invece avrà finalmente lo spazio che merita, la Regione assume la regia del progetto, perché non vuole più girarsi dall’altra parte per non vedere i 7mila emigrati che ogni anno lasciano questa terra. Puntiamo a creare nuova occupazione e fermare questo fenomeno, dando la possibilità ai sardi di rimanere a lavorare in Sardegna».

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