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COVID-19: le scuole di Italiano in Sardegna chiedono di riaprire subito in sicurezza

Tra i tanti disastri economici creati dal Covid-19, ce n’è uno che sta passando quasi totalmente sotto silenzio: è il rischio di sopravvivenza che corrono i Centri di didattica dell’italiano per turisti stranieri che si trovano nella nostra Isola.

Si perché, a causa di pura burocrazia, si vedono afferire al MIUR per quanto riguarda le regole “anti Covid”, anche se delle scuole comunemente intese non hanno nulla: sono organismi privati che non beneficiano di sovvenzioni pubbliche, né hanno quadrimestri, registri, valutazioni, ecc.

Eppure, sottostando alle regole della Scuola Pubblica, devono rimanere chiuse fino a settembre. Il ché equivale ad una sofferenza economica e finanziaria senza precedenti, che le sta portando sul lastrico. Chiedono quindi alla Regione Sardegna e al Governo una riapertura immediata, nel rispetto delle norme che tutti gli esercenti privati sono chiamati a rispettare (uso delle mascherine, distanziamenti, divieto di assembramenti), che permetta loro di lavorare. Per questi centri è fondamentale poter ripartire prima possibile con i corsi d’aula in piccoli gruppi (da 2 a 8 studenti).

In queste settimane, la maggior parte di loro sta collaborando alla creazione di un’Associazione Nazionale che coinvolge quasi 50 centri di italiano in tutta Italia, con l’obiettivo di ottenere un incontro con il Ministro On. Dario Franceschini, e passare finalmente dal MIUR al MIBACT.

«I tempi stringono – affermano i responsabili dei centri linguistici – la stagione estiva 2020 è ormai quasi del tutto
compromessa, e se non recuperiamo risorse economiche da re-investire per la promozione, anche la primavera-estate 2021 sarà fortemente a rischio. Confidiamo nell’ascolto delle Istituzioni – Presidenza della Regione in primis, cui abbiamo già espresso le nostre forti preoccupazioni per il futuro del nostro settore – per poter riaprire al più presto e tornare a lavorare con serenità».

Infine, questa situazione sta anche mettendo a rischio gli esami di lingua – CILS dell’Università di Siena e PLIDA dell’Università di Perugia – necessari per ottenere la cittadinanza italiana.

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