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All’ISRE oggi riapre la mostra “Tràmudas – Sos Sardos in su mundu” di Antonio Mannu

Federico Cugurullo ricercatore cagliaritano che lavora sulle città di fondazione, durante una visita a Masdar City

L’ISRE riapre le porte. Dopo quasi tre mesi di chiusura forzata da quarantena di prevenzione anti-Covid-19, a partire da venerdì 29 maggio il Museo del Costume di Nuoro, il Museo Deleddiano di Nuoro e la collezione Cocco di Cagliari riprendono le attività con il pubblico. Da martedì 2 giugno e fino al 12 luglio 2020 si potrà visitare anche la mostra fotografica di Antonio Mannu, “Tràmudas – Sos Sardos in su mundu”, ospitata nelle sale del Museo del Costume dai primi giorni di marzo e ora finalmente fruibile, con ingressi regolamentati da poche, indispensabili prescrizioni: obbligo di indossare la mascherina, di igienizzare le mani con l’apposito dispenser all’ingresso e di mantenere il distanziamento di un metro tra il pubblico (per tutti gli approfondimenti cliccare al seguente link:

http://www.isresardegna.it/index.php?xsl=528&s=409599&v=2&c=4077).

“Migrazioni – I sardi nel mondo”, è una mostra fotografica dal valore non solo artistico, ma anche antropologico, storico e sociale. Allestita negli spazi del Museo del Costume in via Antonio Mereu 56, e realizzata dall’Istituto Superiore Regionale Etnografico (Isre) e dall’Associazione Ogros, l’esposizione presenta una parte della documentazione visuale raccolta con un’inedita ricerca sulla migrazione sarda contemporanea, realizzata tra il 2008 e il 2016 con l’obiettivo di conoscere, attraverso immagini e storie di vita, le esperienze di chi ha lasciato la Sardegna per comprendere come è mutato il rapporto con la terra d’origine e come cambia, evolve o si annulla il sentimento di appartenenza.

“La mostra è stata aperta al pubblico al Museo del Costume di Nuoro il 6 marzo scorso, quando ancora non erano scattate le restrizioni totali di prevenzione da Coronavirus” spiega Antonio Mannu. “Dall’8 marzo è stata chiusa. Sono dunque felicissimo di questa nuova “inaugurazione”, che segna la riapertura delle attività culturali dell’ISRE. E’ una simbolica rinascita di tutto il comparto culturale e spero che sia di buon auspicio per la ripresa definitiva di ogni attività: mi auguro che anche grazie a questa iniziativa, al cui allestimento ho dedicato tre mesi di lavoro, il pubblico ricominci a frequentare con regolarità gli spazi culturali, indispensabili luoghi di riflessione, approfondimento e condivisione”.

Il Commissario straordinario dell’Istituto Superiore Regionale Etnografico, Stefania Masala, esprime la sua soddisfazione: “La mostra fotografica sarà visitabile sino al 12 luglio. Ne consiglio la visita a tutti coloro che vogliono capire meglio il tema dell’emigrazione, e toccare con mano quanto lasciare la propria terra di origine sia uno dei temi più dolorosi del nostro tempo”.

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