ogliastra.vistanet.it

Sassari, convegno medico sulla Fase 2, 19 partecipanti, 40 invitati e solo una donna

«Sconcerto e stupore ha suscitato l’assenza di donne fra i 19 partecipanti alla tavola rotonda, svoltasi ieri alla Sala Convegni della Provincia di Sassari dal titolo  ‘La quiete dopo la tempesta: allerta sto!’, per fare il punto sulla situazione dell’emergenza sanitaria a Sassari e per affrontare le tematiche relative alla programmazione sanitaria territoriale e ospedaliera, nella fase 2 dell’emergenza Covid 19- si legge nel comunicato dell’Associazione- Altrettanto stupore per la presenza su 40 invitati complessivi  di una sola donna, la consigliera regionale Desirèe Manca. Eppure  per quanto ci consta- ha dichiarato Rita Nonnis, responsabile Dipartimento Salute di Coordinamento3 Donne di Sardegna, componente del CUG della AOU di Sassari-  dai dati statistici diffusi a marzo dal FNOMCEO,  sotto i 65 anni le donne medico sono il 52,72%,sotto i 40 anni le donne costituiscono quasi il 60%, e, tra i 30 e 34 e 35 e 39 anni, arrivano quasi a ‘doppiare’ gli uomini. Inoltre circal’80% degli operatori sanitari è costituito da donne».

Sono numerose le associazioni che regolarmente denunciano la disparità di presenze nei convegni, tra uomini e donne, ma questo caso visto il grandissimo impegno da parte delle donne nella lotta al Covid-19 risulta particolarmente grave. «Persino le USCA (unità speciali continuità assistenziale) le unità in prima linea per la gestione COVID 19 nel territorio del distretto di Sassar,i sono formate da 7 medici di cui 5 donne  e  4 infermiere – sottolinea Francesca Ruggiu, medica dell’USCA di Nuoro e componente del Dipartimento Salute Coordinamento 3-. Il Convegno, di cui si  è avuta notizia dalla stampa in era riservato ai soli invitati “privilegiati”, senza neanche una diretta streaming, per quanto è dato sapere:  in tutto 41 persone  tra consiglieri regionali, medici, professori universitari , sindaco, vescovo, presidente di società sportiva e con la presenza di una sola donna».

Una Tavola rotonda che è lo specchio di una società – prosegue il comunicato dell’Associazione- dove l’apporto delle donne viene disdegnato, preferendo rinchiudersi in una cerchia di pochi eletti, tutta al maschile, autoreferenziale e senza alcun confronto con le parti sociali. Non solo le donne hanno avuto il carico maggiore  come operatrici sanitarie, ma  le donne sono anche quelle che hanno avuto il carico maggiore  di tutti i problemi derivanti dalla pandemia, a partire da tutte le problematiche relative alla gestione familiare (scuole, asili,università chiuse….).

«Ci chiediamo- denuncia Speranza Piredda,  viceprimaria di Ostetricia all’Ospedale di Alghero  e componente del  Dipartimento Salute Coord 3- come mai non siano state coinvolte le donne, parte fondamentale e indispensabile per la ricostruzione e la buona riuscita della riorganizzazione della nostra sanità, dopo la più grave emergenza di tutti i tempi, dal dopoguerra a oggi: e invece, ancora una volta ci troviamo di fronte alla necessità di  dover alzare la voce sui temi della rappresentanza di genere, come fatto esiziale e ineludibile, per una gestione efficace della crisi e per il benessere dell’intera società»
«Non è certo con l’esclusione delle parti sociali – ha aggiunto Francesca Ruggiu- e con la discriminazione delle donne, asse portante e non riconosciuto, vista l’esigua presenza delle donne in posizioni apicali, che Sassari può rilanciare una Sanità moderna, né può ardire a costruire una organizzazione sanitaria capace di intercettare e affrontare i problemi vecchi e nuovi: senza le donne non c’è ripartenza, senza le donne non c’è futuro».

«Forse è anche per l’assenza di consulenti ed esperte donne -ha inoltre  concluso Grazia Toccu, componente del CUG Università di Sassari ed esponente di Coordinamento3 – che al convegno di Sassari non si è data alcuna rilevanza ad un aspetto fondamentale della salute, quella psicologica, gravemente compromessa in questa emergenza sanitaria e sociale. Eppure l’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi della Sardegna ha ripetutamente  lanciato l’allarme».

Exit mobile version