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Passaporto sanitario, sì o no? Le riflessioni del Sindaco Melis: «Il turismo deve ripartire»

“Negli ultimi giorni assistiamo a discussioni in merito all’apertura o meno dell’isola ai turisti” scrive il Sindaco di Arzana, Marco Melis, sui social.

“Considerando che la Sardegna vanta il miglior indice Rt in Italia (0,24) e che grazie alle misure finora adottate (come la chiusura di porti e aeroporti) è riuscita a contenere notevolmente la diffusione del virus, aprire all’imminente stagione turistica, con il rischio di un aumento incontrollabile dei contagi, potrebbe sembrare una scelta imprudente.

Ma il turismo DEVE ripartire! Il turismo in Sardegna è uno dei principali settori che vale da solo circa il 10% del PIL.

In questo clima di incertezza e difficoltà, apprezzo le iniziative del Presidente Christian Solinas, in modo particolare quelle sul turismo, che contemperano la sicurezza con la ripartenza del settore.

Pertanto, sono favorevole all’utilizzo del PASSAPORTO SANITARIO come strumento di garanzia e tutela della salute di tutti e quindi plaudo all’iniziativa della Regione.

Ma cosa è il passaporto sanitario?

Molti non sanno che il PASSAPORTO SANITARIO esiste già! E consente a tutti i viaggiatori di partire tranquilli, tanto per le vacanze, quanto per una trasferta di lavoro.

È un libretto di 24 pagine, molto simile a un normale passaporto, in cui è racchiuso l’excursus sanitario del viaggiatore: dal gruppo sanguigno alle terapie in atto, passando per le malattie contratte, sino ai soggetti da contattare in caso d’urgenza. Questo documento viene compilato in 7 lingue (Inglese, Francese, Tedesco, Spagnolo, Russo, Arabo e Cinese) e lo rende uno strumento di grande utilità in caso di malesseri improvvisi, atto a consentire un tempestivo quanto efficace intervento, anche quando si è in visita ad un paese del quale non si conosce la lingua.

Oggi tale strumento è anche al vaglio dell’Unione Europa per tutti gli spostamenti tra un Paese e l’altro.

L’attestazione, nel passaporto sanitario, di negatività al Virus sarebbe una garanzia per la salute dei cittadini sardi e per la corretta ripresa del turismo. Il turista, in questo caso, dovrebbe sottoporsi ad un semplice esame del sangue per individuare la presenza di anticorpi al virus SARS CoV-2. Nel caso di dati positivi, andrebbe fatto un tampone per diagnosticare la presenza di un’infezione attiva.

Niente di eccessivamente oneroso o complicato!! E allora perché il Governo si ostina a contestare le scelte della nostra Regione senza proporre alternative valide?

Le politiche del Governo attuale si dimostrano sempre meno vicine alla realtà dei territori si va affermando un pericoloso atteggiamento di grande accentramento che mina la nostra autonomia”.

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