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Emergenza sanitaria. Le riflessioni dell’ogliastrino Francesco Stochino, consigliere di amministrazione dell’Università di Cagliari. 

In questo difficile momento legato all’emergenza sanitaria, le riflessioni sulla ricerca e sul mondo accademico di Francesco Stochino, studente della facoltà di Medicina e Consigliere di Amministrazione dell’Università di Cagliari.

Riportiamo integralmente le sue parole, pubblicate dalla pagina FB del PD Ogliastra:

«Il mondo accademico e della ricerca, da sempre ed oggi più che mai, naviga a vista, vittima sacrificale preferita del governo di turno, subisce oggi inerme la brutalità del Covid 19 e lo sconvolgimento organizzativo che questo comporta. Se però in superficie possa apparire che CRUI e Ministero si siano dimenticati dei proprio studenti, posso constatare che la realtà è un’altra e che le varie parti in causa si stiano concretamente impegnando affinché ogni problema possa scomparire dalla vita accademica di ogni studente. Credo che questo messaggio non passi ai più anche per una scelta dei media, troppo dipendenti dall’audience. Dopotutto parole come ‘’cassa integrazione’’ o ‘’Confindustria’’ hanno ben altra presa rispetto ai temi legati all’istruzione.

Va però ribadita la specificità del diritto allo studio nell’Isola, l’Università a Cagliari e Sassari infatti non si occupano in prima battuta di garantire, tramite varie tipologie di sussidi, la possibilità di studiare anche ai meno abbienti, come invece accade in altri Atenei del paese. Tale onere spetta infatti alla Regione, tramite l’ERSU. Devo purtroppo constatare che per ora non sono sopraggiunte le risposte sperate e così come sono sacrosante le richieste dei lavoratori messi in crisi dall’epidemia, sarebbe stato altrettanto serio ed opportuno intervenire immediatamente per ammortare gli infiniti costi che le famiglie devono sostenere per i propri figli, specialmente per quelli fuorisede. Se da un versante dell’Isola l’ERSU Sassari ha lanciato un segnale, erogando la seconda tranche della borsa di studio a tutti i beneficiari, nel Capoluogo sardo non è avvenuto altrettanto e non posso far a meno di notare un certo immobilismo nella giunta, unica figura abilitata a smuovere la situazione.

Le rappresentanze studentesche tutte si stanno abnegando affinché nessuno venga lasciato solo, affinché non uno studente decida di abbandonare gli studi. Sarebbe la sconfitta più grande se fosse anche solo uno a lasciare. In una Regione con uno dei tassi di abbondono scolastico tra i più alti d’Europa ogni singolo studente ha un valore inestimabile. Se aggiungiamo poi, che tantissimi Sardi scelgono di continuare il proprio percorso di studi in siti  differenti da quelli isolani ecco sintetizzata la situazione contro la quale devono combattere i nostri Atenei. Considero sempre più utopistico il mio sogno nel quale non solo gli studenti scelgono di completare i propri studi qui ma anche che le nostre strutture siano attrattive per le aspiranti matricole della Penisola. Non bisogna illudersi soprattutto che quegli studenti possano un giorno voler tornare, tantissimi infatti non fanno ritorno e ciò contribuisce allo spopolamento oltre che all’impoverimento culturale demografico. E’ un serpente che si morde la coda.

Un segnale positivo è arrivato dalla precedente giunta, quando è stata elargita a tutti gli idonei di borsa l’importo più alto mai stanziato per un sussidio in Sardegna come nel resto d’Italia. E’ solo un passo ma è stato un bel passo. Resta comunque tantissimo da fare, basti pensare che Cagliari conta due Case dello Studente chiuse.

Non bisogna disperare ma prendere consapevolezza dei problemi è il primo passo per risolverli. Se tanti giovani hanno perso credito verso la politica è perché dalla stessa si sono sentiti abbandonati, guai però a pensare che lo studente medio non conosca il mondo che lo circonda solo perché non si interessa di candidati ed elezioni, a noi tutti il compito di riconquistarne la fiducia».

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