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Fase 2, Conte: “No a iniziative dei singoli. Riaperture possibili solo se concordate con il Governo”

Lunga informativa alla Camera dei Deputati del presidente del Consiglio Giuseppe Conte sulla fase 2 dell’emergenza epidemiologica Covid-19 che entrerà in vigore dal prossimo 4 maggio.

Il premier ha innanzitutto ribadito i rischi concreti di riaperture premature, citando il rapporto realizzato dagli esperti e adottato dall’Istituto Superiore della Sanità, contenente le previsioni sul sistema sanitario nazionale qualora fosse stata decisa una riapertura generale del Paese. Conte ha sottolineato il rischio concreto del collasso dei reparti di terapia intensiva qualora il tasso R con 0 dovesse passare dall’attuale soglia compresa tra 0,5 e 0,7 a un dato superiore all’1.

In sostanza Conte ha riaffermato i principi di precauzione e prudenza che hanno caratterizzato la politica del suo Governo nel contrasto all’emergenza Covid-19.

Dopo essersi soffermato sugli sforzi profusi dai cittadini in queste settimane, sia coloro che sono rimasti a casa, sia coloro che sono stati in prima linea nella lotta al virus, il capo dell’Esecutivo ha voluto ribadire che «qualsiasi atteggiamento ondivago come passare dalla politica del “chiudi tutto” a quella dell'”apri tutto” rischierebbe di compromettere in maniera irreversibile gli sforzi fatti fin qui». Una frase scandita con forza e con ogni probabilità indirizzata ai governatori ed amministratori locali dei territori meno colpiti dall’emergenza che premono per riaperture anticipate.

Conte ha dichiarato «illegittime a tutti gli effetti» le iniziative «improvvide» di singoli enti locali. Qui il riferimento è chiaro all’ordinanza emanata nella notte dalla governatrice della Calabria Jole Santelli che decretava la riapertura parziale di ristoranti, bar e attività di somministrazione di cibi e bevande.

Che risposta darà quindi il Governo alla lettera inviatagli da 10 presidente di Regione (con loro c’è anche il governatore sardo Christian Solinas) in cui si chiede una progressiva e graduale riapertura anticipata nei territori in cui il dato dei contagi è minore rispetto alla media nazionale?

Bisognerà aspettare il provvedimento che sarà emanato in queste ore dal ministro della Salute Roberto Speranza, come precisato dallo stesso presidente del Consiglio.

«Nelle prossime ore il ministro della Salute emanerà un provvedimento per definire criteri e specifiche soglie di allarme per una valutazione accurata della tendenza al contagio in ciascuna area del Paese – ha detto Conte alla Camera -. Una volta che saranno definiti questi criteri sarà possibile anche un allentamento delle misure restrittive circoscritto su base territoriale, dove la situazione epidemiologica appare meno critica».

Con buone probabilità bisognerà comunque attendere il 18 maggio, come si può evincere dalle parole del premier. «Al termine delle due settimane (le settimane di monitoraggio previste dal Dpcm, ndr) – ha spiegato Conte – avremo un quadro più chiaro e potremo procedere ad un ulteriore allentamento delle misure contenitive. Se nei prossimi giorni la curva dei contagi non dovesse crescere allenteremo ulteriormente le misure assicurando l’apertura in sicurezza del commercio al dettaglio, della ristorazione, dei servizi alla persona».

Uno spiraglio di luce arriva alla fine del discorso di Conte per il settore turistico, uno di quelli più colpiti dalla crisi e particolarmente strategico per l’economia della Sardegna. Il presidente del Consiglio ha preannunciato misure speciali quali per esempio sostegni economici alle imprese e bonus per le famiglie meno abbienti da spendere nelle strutture ricettive nazionali.

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