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Muggianu (CISL) sulla Fase Due: “Dobbiamo riaprire la vecchia Italia per crearne una nuova”

Il Governo ha presentato la fase 2. Il ritorno lento e graduale alla normalità è iniziato. Molti sono i dubbi e le incertezze che il nuovo decreto ha portato nelle case degli ogliastrini. Oggi riflettiamo su questo punto con Michele Muggianu, Segretario Generale Cisl Ogliastra. 

«Il periodo che stiamo vivendo viene spesso, a mio avviso impropriamente, confrontato con il dopoguerra. La stagione del dopoguerra vide i nostri nonni togliere le macerie dalle strade e costruire l’autostrada del sole, per fare soltanto un esempio.  Tempi lontani, perché il presente,  mi sia consentita una battuta ironica ( ma non troppo ),  è fatto di un esecutivo che  litiga  sul significato del termine “ congiunti “ e di qualche esponente che inciampa sul “congiuntivo”. Si è discusso del confronto – scontro con l’Unione Europea, ma si è discusso poco del vero tema, cioè dove allocare le risorse ottenute e per fare che cosa, chi e come dovrà gestirle. Abbiamo chiesto giustamente solidarietà ai partner europei, ma abbiamo l’obbligo di offrire serietà. Che Paese abbiamo in mente per noi e per i nostri figli?» commenta Muggianu. 

«È giusto far “ ripartire “, ma dobbiamo anche ragionare su cosa far “ partire”. Il passato e il futuro, serve uno slancio collettivo che produca nuove idee, non basta stare a casa ad aspettare che passi la tormenta e poi mettere il naso fuori dopo mesi per capire cosa è rimasto di quello che c’era – spiega il Segretario Generale Cisl Ogliastra – Dobbiamo progettare la nuova sanità e investire su di essa perché medici e infermieri hanno fatto uno sforzo colossale, ma se li mandiamo in corsia equipaggiati come i soldati che mandammo in Russia non andrà tutto bene. Dobbiamo progettare la nuova scuola, perché edifici vecchi e fatiscenti e insegnanti mal pagati non sono proprio un buon viatico per costruire le future generazioni»

«Il tasso di abbandono scolastico e i deludenti risultati dei nostri ragazzi nei test Ocse – Pisa e nelle prove Invalsi sono la prova che bisogna cambiare registro. Altri temi, dare sostanza alla svolta verde, alle innovazioni digitali, aiutare la ricerca e le imprese più innovative e ancora, sbloccare tutte le opere pubbliche con un piano gigantesco che preveda commissariamenti e azzeramento della burocrazia. Inoltre, non tutto dovrà ripartire. Ad esempio vanno fermate le mafie, la criminalità e l’evasione fiscale con uno sforzo e una mobilitazione di uomini e di mezzi almeno pari a quelle dispiegate per impedire ( giustamente ) ai cittadini di aggirare il lockdown» afferma con vigore Muggianu. 

«Bisogna quindi riaprire la “ vecchia” Italia e progettarne quanto prima una “nuova”.  Una nuova dove il merito valga qualcosa e dove si arresti la falsa retorica dell’uno che vale uno, tanto per capirci. I dati macroeconomici del Paese sono complicati e drammatici, non c’è più tempo da perdere – conclude –  Il PIL crolla e sotto le macerie rischiano di ritrovarsi tantissime imprese e decine di migliaia di lavoratori. Nella prima fase dell’emergenza, sono pervenute alla Regione Sardegna quasi 13.000  richieste di cassa integrazione in deroga ( coinvolti oltre 25.000 lavoratori  ) e la sola sede Inps di Nuoro ha evaso  30.000 pratiche relative al bonus di 600 euro. A questi numeri devono aggiungersi gli strumenti di cassa integrazione ordinaria e dei fondi di integrazione salariale, che coinvolgono altre decine di migliaia di lavoratori». 

«I dati sono deprimenti e  indicano che è necessario sostenere maggiormente  la liquidità delle imprese ed il reddito dei lavoratori,  per fare in modo che nessuno perda il proprio posto di lavoro e che nessuna attività abbassi le serrande. Rafforzare Il sostegno alle piccole e medie imprese, agli artigiani e a tutto il tessuto produttivo è indispensabile. E’ ormai evidente a tutti che non possiamo rimanere chiusi finché non si scoprirà un vaccino o una cura farmacologica adeguata. E’ necessario riavviare tutti i motori del Paese, ovviamente in sicurezza, possibilmente con un programma di test ben avviato e sufficientemente diffuso. Si possono e si devono contemperare le esigenze di tutela della salute e quelle economiche. Si può e si deve fare tutto, l’arte del rimandare non è una buona arte. Il buon Aristotele riteneva a ragione che la virtù etica  stesse nel mezzo, escludendo quindi l’eccesso e  il difetto, considerati vizi. Tra codardia e temerarietà c’è di mezzo il coraggio. Cerchiamo di essere coraggiosi per noi e per i nostri figli. Lo dobbiamo a noi stessi e al nostro grande Paese». 

 

 

 

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