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Covid-19. La riflessione di Fabrizia Pusole: “Programmare la ripartenza, rendendo protagonista l’ascolto”

La riflessione sul periodo difficile che sta vivendo il nostro paese a causa dell’emergenza sanitaria di Fabrizia Pusole, assessora ai servizi sociali, all’istruzione e allo sport per il Comune di Baunei e presidente dell’Assemblea provinciale del Partito Democratico.

Riportiamo integralmente le sue parole:

«Mio figlio ha solo sei anni. Impegnato nei suoi esercizi di pregrafismo -a settembre inizierà la scuola primaria- noto che lascia nella stessa riga molto spazio, troppo a mio parere, tra la scrittura di una letterina e quella successiva. Al che, perplessa, gli chiedo perché lo faccia e lui, senza scomporsi troppo, in tutta la sua innocenza, mi risponde: “Mamma, è il distanziamento sociale, c’è il Coronavirus!”.
Sorrido, ma allo stesso tempo inorridisco. Quanto questa “asocialità” è già parte di noi? Forse è vero che nulla sarà come prima, saremo freddi, apatici, distanziati, appunto, gli uni dagli altri? Oppure no, “torneremo ad abbracciarci come e più di prima”? Questo è il messaggio che tanti sponsor continuano a propinarci.

Il ruolo della percezione e dell’informazione sono centrali per la nostra Società, la storia ce lo insegna. Ma purtroppo c’è chi la storia l’ha forse poco studiata, o dimenticata, o peggio ancora non ha tratto alcun insegnamento da essa.

Senza esimere il punto di vista politico, considerato il ruolo di Assessore ai servizi sociali che ricopro da ormai quattro anni per il mio Comune, certamente tanti sono gli accadimenti, le situazioni e le sensazioni che non scorderò e porterò con me:

Non dimenticherò l’odore acre della mascherina che mi provoca forte senso di soffocamento, reazione psicologica alla pandemia.
Non dimenticherò l’impegno dei tanti maestri e professori, in primis delle maestre di mio figlio, che proseguono la didattica a distanza facendo sentire i bambini parte di una classe, “un gruppo di amici, a distanza”, con attività divertenti che coinvolgono anche noi genitori.

Non dimenticherò le telefonate di compaesani preoccupati perché hanno quasi terminato le disponibilità economiche. Non dimenticherò la diligenza dei tanti Responsabili ai servizi sociali dei nostri Comuni impegnati a studiare ed interpretare linee guida e più di novanta FAQ di un Decreto che avrebbe dovuto essere linfa per i tanti lavoratori stagionali la cui stagione forse non partirà, per tutte quelle partite IVA, piccole e medie imprese, ferme al semaforo già da due mesi, per quei ristoratori o albergatori che pensano tanto a sé quanto ai dipendenti che forse non riusciranno a riassumere.

Non dimenticherò la bontà dei tanti volontari al servizio delle Comunità che senza troppi proclami si sono mossi per portare la spesa agli anziani e hanno creato dei laboratori sartoriali atipici per produrre mascherine. L’impegno dei medici, degli infermieri, operatori sanitari, farmacisti, la classe politica che ci rappresenta, quella buona.

Ma soprattutto ricorderò che è necessario mettere la mascherina, appunto, non il bavaglio! E’ impensabile che ancora nel 2020 ci si chieda di non parlare, di non reagire. Una cura a questa tremenda malattia che colpisce ormai tutti noi in corpo e spirito, purtroppo, non posso proporla, ma certamente propongo un risveglio dal torpore in cui siamo piombati, questo sì, fosse anche solo per rendere il giusto riconoscimento a quanti hanno lottato per la nostra libertà.

Dobbiamo essere forti e coraggiosi, approfittare di questo periodo per programmare la ripartenza, mettendo in atto un gesto, a mio parere, fondamentale: l’ascolto. Ascoltiamo e riferiamo, ripartiamo da qui».

 

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