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Pasqua e Pasquetta. Unico vantaggio? La spesa è a km0

Foto repertorio: sito Mamma Felice

Pasqua anomala, con stravolte anche anche le tradizionali abitudini. Dalle gite fuori porta ai tradizionali banchetti in famiglia o tra amici. Ma è stata anche la Pasqua del vicinato e del km0.

Per molte attività agricole, a cominciare dagli agriturismi, ci sono state pesanti perdite.

Pasqua e Pasquetta hanno segnato negli ultimi anni il tutto esaurito. Si tratta del primo ponte al quale seguono quelli del 25 aprile e del 1 maggio. È adesso che sarebbero cominciate le gite fuori porta, con le passeggiate a cavallo, con i pic nic, fino alle escursioni al mare e in montagna, o alle esperienze in fattoria per partecipare alle attività dell’azienda. Con loro sono compromesse anche le attività didattiche con le scolaresche, così come le cerimonie legate a comunioni, cresime matrimoni. Una perdita che si può stimare nel 70%.

Conseguentemente a cascata le perdite si hanno sulla viticoltura, carni (soprattutto il maialetto sta risentendo delle crisi), salumi, fiori.

A causa dell’emergenza più di 1 italiano su 2 (51%) ha dovuto rinunciare a qualsiasi progetto di viaggio o di gita già programmato per Pasqua con le famiglie costrette a rimanere a casa, secondo indagine Coldiretti/Ixe’. Se non ci fosse stata l’emergenza il 17% avrebbe rivisto parenti e amici in un’altra città o regione per vivere insieme il tempo della festa mentre – evidenzia la Coldiretti – 1 italiano su 5 (20%) sarebbe andato in villeggiatura in una località italiana e solo il 5% avrebbe invece optato per una località all’estero. Per la filiera turistica si tratta di un duro colpo all’economia e all’occupazione soprattutto alla luce delle condizioni climatiche che – continua la Coldiretti – avrebbero favorito la riapertura delle attività stagionali, dal mare ai grandi laghi, dalla montagna alla campagna.

Allo stesso tempo, nonostante la grave crisi, sta emergendo una maggiore sensibilità dei cittadini verso i prodotti locali. L’agnello, il simbolo dei banchetti pasquali, ha registrato in Sardegna, soprattutto negli ultimi giorni, una crescita nelle richieste del 10% rispetto alla media degli ultimi anni, anche se il prezzo pagato al pastore segna un – 30% rispetto allo scorso anno: «è fondamentale in questo momento la massima trasparenza lungo tutta la filiera, non si può speculare sulle disgrazie” avvertono dalla Coldiretti.

Secondo i dati del Contas (Consorzio di tutela dell’agnello di Sardegna Igp) per le festività pasquali si sono venduti 130 mila agnelli sardi, il 68% dei quali marchiati Igp. Con una impennata delle richieste registrata nell’ultima settimana +10%, che ha costretto alla chiusura delle macellazioni 2 giorni prima rispetto agli anni scorsi per la mancanza di prodotto. Oltre che in Sardegna (25mila) gli agnelli sardi sono stati destinati in particolare nei mercati nazionale della Campania, Lazio, Toscana, Lombardia, Liguria e Piemonte.

Ma a crescere in generale è la spesa a km0 e nei negozi di vicinato ed in particolari le eccellenze a marchio. Chiusi i mercati di Campagna Amica per le restrizioni Covid-19, stanno riscuotendo un grandissimo successo le vendite a domicilio delle aziende agricole e della spesa di Campagna Amica. In tutte la Sardegna le aziende agricole hanno difficoltà ad esaurire tutte le richieste, con la spesa organizzata a km0 da Campagna Amica Cagliari che ha registrato il soul out da 10 giorni.

A parlare di tutto questo, era Coldiretti qualche giorno fa.

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