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Emergenza Covid: la Regione riduce l’equipaggio delle ambulanze, operatori preoccupati

L’Assessorato alla Sanità, con una delibera del 17 marzo ha modificato uno dei requisiti richiesti agli equipaggi del 118, previsto nella convenzione tra Areus e le associazioni che offrono il servizio. Secondo quanto stabilito nella convenzione ogni ambulanza deve essere accompagnata da un autista-soccorritore e da altri due operatori soccorritori.

«L’Assessore rileva che alla luce dell’emergenza COVID-19 in Sardegna, – si legge nella delibera- tenuto conto delle criticità nell’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale (DPI) a livello nazionale e regionale e al fine di ridurre al minimo il numero degli operatori a potenziale rischio, ritiene necessario prevedere la possibilità di derogare alla composizione standard dell’equipe e stabilire che i mezzi di soccorso di base possano, secondo le indicazioni delle Centrali operative, per il periodo dell’emergenza fino a comunicazione dell’Assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale, essere dotati di due soli operatori, ed in particolare il soccorritore e l’autista soccorritore».

Dunque la ragione di questa decisione risiede principalmente nella necessità di ridurre l’uso di DPI, e di esporre il minor numero possibile di persone al rischio contagio, tuttavia, come molti operatori del 118 hanno affermato 3 è il numeri indispensabile di persone per svolgere al meglio e in sicurezza il servizio a bordo delle ambulanze.

I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle con una mozione chiedono che la decisione venga rivista: «Appare incredibile pretendere che un mezzo di soccorso del 118 – si legge nella mozione- proprio in questo momento di intensa e fondamentale attività a servizio dei cittadini, possa svolgere efficientemente il proprio servizio con sole due unità: il soccorritore e l’autista soccorritore, che da soli dovrebbero svolgere tutte le funzioni indispensabili e vitali per tutti gli interventi di emergenza-urgenza. il dovere di garantire a tutti i cittadini un efficiente Servizio “attivo” (in pronta disponibilità) delle equipe di soccorso del 118, e non a ranghi ridotti».

I consiglieri regionali M5S, Ciusa, Manca, Li Gioi e Solinas, chiedono: «La possibilità di individuare tutte le soluzioni concretamente attuabili affinché si consenta a tutto il personale dei mezzi di soccorso di lavorare in condizioni di assoluta sicurezza. affinché provvedano a mettere in campo tutte le misure sopra individuate – conclude la mozione- come necessarie per garantire efficienza, tempestività di intervento e sicurezza nello svolgimento dell’attività di soccorso territoriale di base da parte delle Associazioni di Volontariato e Cooperative Sociali ONLUS che operano per conto del servizio territoriale di soccorso 118».

A spiegare le ragioni della scelta dell’Assessorato, il Direttore di Areus Giorgio Lenzotti: «Non si tratta di una riduzione sistematica su tutti gli equipaggi – spiega il Direttore di Areus – ma di un’evenienza decisa caso per caso dalla Centrale operativa che smista le chiamate. È un’opportunità che si potrebbe presentare qualora per esempio arrivasse una chiamata per un codice bianco. Si tende spesso a chiamare l’ambulanza anche per emergenze non gravi, a quel punto la Centrale operativa chiederà che l’intervento venga fatto solo da due operatori, per non esporli a rischi inutili. Poi ovviamente se l’intervento riguarda un possibile caso Covid, dovrebbe andare l’equipaggio “avanzato”, quello cioè con a bordo gli infermieri. L’obiettivo di diminuire il numero di operatori che costituiscono un’equipaggio, è quello di ridurre i rischi per loro. I dispositivi di protezione arrivano a singhiozzo e anche di questo bisogna tenere conto, in ogni caso si tratta di un provvedimento temporaneo legato all’emergenza».

Ma gli operatori del 118 sono preoccupati. Non è un caso se si era stabilita la necessità di avere 3 persone a bordo dell’ambulanza. Spesso si devono trasportare pazienti anziani, sovrappeso, la barella non sta quasi mai dentro l’ascensore, dunque si rende necessario trasportare il paziente per le scale, va da sé che due persone, non siano sufficienti per una operazione del genere, senza contare che negli equipaggi ci sono persone di diversa età e corporature, tra i volontari ci sono anche tante donne. Inoltre non tutti gli interventi vengono fatti in contesti tranquilli, capita che l’ambulanza intervenga in zone malfamate, o debba soccorrere persone che poi si rivelano sotto l’effetto di alcol e droghe. Inoltre, fanno notare alcuni operatori, non sempre chi chiama la Centrale operativa fornisce le giuste indicazioni a chi deve decidere quale equipaggio mandare. Soprattutto, spiegano i soccorritori, se è vero che si può individuare una chiamata a rischio Covid, in presenza di sintomi e dunque mandare una “avanzata” e anche vero che la persona soccorsa potrebbe essere un asintomatico positivo, dunque gli operatori sono sempre e comunque a rischio.

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