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Accadde Oggi. 23 marzo 1992: una 17enne sarda, viene rapita e segregata per 40 ore in un casolare

È il 23 marzo del 1992 quando Floriana Bifulco, 17enne oristanese figlia di commercianti, sta rientrando a casa in motorino dopo gli allenamenti di pallavolo.

All’improvviso, in un viottolo, viene bloccata. Un paio di uomini la legano e la imbavagliano – per poi infilarla nel cofano dell’auto – un altro prende il motorino. La portano a dieci chilometri, in un casolare abbandonato che si affaccia su un pozzo. È lì che la tengono, senza darle da mangiare né da bere. Un sequestro partito male – ma bene per Floriana – fin dall’inizio.

La mamma della ragazza riferisce presto di aver visto fuori da casa una sospetta Peugeot blu metallizzato, con un fianco ammaccato. Questo indizio e la segnalazione di un testimone estraneo ai fatti ma ben informato chiudono il cerchio.

Giovanni Mocci – con alle spalle una carriera di furti e rapine – e Giovanni Baralla – dinamitardo – vengono fermati.

Intanto Enrico Musu aspetta nel nascondiglio. Quando capisce che qualcosa non va, molla l’ostaggio e tenta la fuga. Viene arrestato subito.

Passano ancora sette ore prima che Floriana si liberi e fugga da quel posto da incubo, terrorizzata e affamata ma illesa. Un pastore la vede, la porta fino al suo casale. Floriana chiama i genitori, è pronta per tornare a casa – dopo una quarantina di ore di terrore –.

Racconta di essere stata trattata bene. I rapitori, dice, volevano tre miliardi almeno.

Musu confessa presto. Per lei, nessuna buona sorte in progetto: dopo il pagamento del riscatto, la bella pallavolista avrebbe trovato la morte.

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