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Simona Melis, ginecologa e scrittrice, e “La Profezia di Eleonora”: «Tutto nasce da un sogno»

Ginecologa, mamma di due splendidi bambini, moglie e anche scrittrice: Simona Melis – mogorese di nascita ma villagrandese di adozione – ha pubblicato recentemente il suo primo libro, “La Profezia di Eleonora”.

Abbiamo Eva De Bas, cardiochirurgo eccellente. Abbiamo una pergamena antica. Abbiamo le vicende del Palio di Siena che si intrecciano con quelle della Sartiglia oristanese. Abbiamo l’amore e il riscatto.

Molte sono le sorprese di questo libro. Intanto, scopriamo di più su chi gli ha dato vita.

La Simona Melis bambina sognava di scrivere o è un bisogno nato di recente?

La Simona bambina o adolescente non aveva mai sognato di scrivere, ma non posso negare di aver più volte affidato i miei pensieri e le mie parole alla scrittura su carta fin dall’età di 12 anni, anno in cui mi piazzai al secondo posto in un concorso di poesia a Mogoro.

In adolescenza, forse per la mia timidezza, mi riusciva più facile trasmettere le mie emozioni su carta, attraverso diari personali o condivisi con Federica Sanna, una delle mie più grandi amiche. Con Federica è nato il bisogno di annotare ogni più piccolo dettaglio o segreto delle nostre vite su alcuni quaderni che ci scambiavamo quotidianamente. Forse è stata proprio Federica la prima persona a conoscere il mio stile di scrittura, che, seppur dopo 20 anni da allora, conserva ancora le sue caratteristiche.

 

Ci spieghi l’origine de “La profezia di Eleonora”?

“La profezia di Eleonora” nasce da un sogno fatto a maggio 2017. Era un sogno molto particolare, ho visto i vari eventi narrati come dei flash, quasi come se fossero tratti da un film, ma non nell’ordine cronologico in cui li ho riportati nel testo. La mattina seguente ho iniziato ad annotare gli eventi principali e trovarvi un nesso logico, per cui ho praticamente incastrato i vari elementi tra loro come se fossero tessere di un puzzle. Le vicende descritte si sono arricchite di particolari, dei dialoghi tra i personaggi e delle loro caratteristiche in maniera rapida e lineare: sapevo tutto di loro, sapevo cosa pensavano l’uno dell’altro e addirittura ho associato quasi tutte le scene a una musica. Posso quindi dire che il mio romanzo ha una vera e propria colonna sonora che lo contraddistingue.

 

Chi è Eva e quanto ti rivedi in lei?

Eva De Bas è la mia protagonista femminile e la trama ruota sempre attorno alla sua figura in tutte le fasi del romanzo. È un medico, originario di Mogoro, che si sta specializzando in cardiochirurgia a Siena. La sua vita in Sardegna è segnata da un evento sfortunato che ne ha modificato il carattere e le aspirazioni, ma la cosa più assurda è il fatto che lei venga identificata con la ragazza citata in una pergamena ritrovata a Mogoro e che sembrerebbe scritta da Eleonora D’Arborea in persona. La ragazza quindi sembra in qualche modo predestinata.

Per quanto riguarda le mie analogie con lei, posso dire che sicuramente la mia protagonista ama il suo lavoro almeno quanto io amo il mio, è una persona estremamente corretta ed è sicuramente una persona con grandi capacità di adattamento ai luoghi o alle situazioni più disparate, proprio come me.

 

Ci racconti di Isaac e Nanni, i due protagonisti maschili?

Isaac e Nanni, entrambi colleghi di Eva, hanno due caratteri completamente diversi e sono rivali sia per quanto riguarda il loro rapporto con la protagonista, sia perché fantini di due contrade nemiche a Siena. Nanni rappresenta il passato di Eva, le sue origini che tornano alla ribalta con prepotenza dalla Sardegna nella forma di un collega cavaliere della Sartiglia di Oristano.

Isaac rappresenta la vita di Eva dopo la Sardegna, la sua trasformazione da donna ferita a donna coraggiosa e indipendente. Entrambi hanno un ruolo fondamentale nella vita di Eva, sia per quanto riguarda il valore dell’amicizia sia per quanto riguarda l’amore.

 

Palio di Siena e Sartiglia nel tuo romanzo. Quali analogie hai trovato in queste due tradizioni?

Molte! Innanzitutto l’amore di chi vive queste due tradizioni per le proprie origini. Chi corre e vive la Sartiglia vive la stessa elettricità di chi corre o vive il Palio di Siena. Entrambe sono due tradizioni forti, radicate negli animi dei cittadini, in cui chi decide di correre sfida la sorte alla ricerca di un premio dal valore inestimabile per sé stesso: il cencio per le contrade di Siena e la stella per i cavalieri della Sartiglia.

 

Cosa hai provato quando hai messo la parola fine a questo testo?

Un grande senso di liberazione e silenzio. Le voci dei personaggi che parlavano senza sosta nella mia mente nei quattro mesi di stesura del testo, finalmente, si sono spente. Considerato che il romanzo è stato scritto praticamente sempre durante le ore notturne, ho finalmente potuto recuperare le ore di sonno perse a causa del mio processo di scrittura.

 

Con la vendita di questo libro hai deciso di supportare l’associazione Mano Tesa Ogliastra che si occupa di sostegno ai malati oncologici: Come mai questa scelta?

La scelta nasce dal bisogno di elaborare un lutto avvenuto a luglio 2017, proprio nei mesi della stesura del romanzo. Rappresenta la mia ancora di salvezza in un mare di dolore. Il libro è dedicato a Paola Podda, mia cugina, deceduta per un carcinoma mammario. Credo che questo sia il mio ultimo regalo per lei. Vorrei che questo libro, sebbene l’argomento oncologico non sia citato nel testo e non abbia nessuna attinenza con la trama del romanzo, diventasse un input per il sostegno ai malati di tumore, per la prevenzione attraverso lo screening, per il sostegno psicologico e umano ai pazienti e alle loro famiglie, affinché quello che è successo a Paola non accada più. Paola probabilmente aveva capito di avere un tumore mammario ma la paura di sapere ne ha ritardato la diagnosi. Vorrei che i lettori capissero che non possiamo essere schiavi della paura, la paura non deve esistere davanti alla possibilità di salvarci la vita.

 

Coniugare una vita da medico, ginecologo per la precisione, con la scrittura: come fai a incastrare tutto?

È difficile perché il mio lavoro assorbe molta parte del mio tempo, senza considerare che sono anche una moglie e una mamma di due splendidi bambini. Ma, grazie al cielo, nonostante io ami molto il mio lavoro, riesco a staccare completamente la mente una volta chiuso il mio ambulatorio privato o varcata la porta dell’ospedale. Cerco di sfruttare al meglio le ore libere nel coltivare le mie amicizie e i miei hobby, che sono tanti a dire il vero! Le mie passioni spaziano dalla lettura alla collezione di tè aromatizzati, dalla ricerca di leggende sarde alla ricerca di libri sui draghi, dalla degustazione delle birre al favoloso mondo di Harry Potter.

 

Hai in cantiere nuovi progetti letterari?

Non l’ho ancora deciso, per il momento ho scritto qualcosa ma non sono ancora convinta di voler rientrare nel tunnel dei personaggi che parlano continuamente nella mia mente e nel vortice delle notti passate a scrivere. Chi vivrà vedrà… vincerà il bisogno di dormire o l’amore per la scrittura?

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