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L’odissea di Emodinamica, il 77enne Francesco Doneddu: «La salute ci sta abbandonando, siamo sfiniti»

Foto di Bruno Piras

Nessuna firma, ancora, per Emodinamica e la protesta dell’associazione di cardiopatici ogliastrina “Amici del Cuore” ormai sta rischiando seriamente di mettere a repentaglio la vita dei malati.

Tutto si doveva risolvere l’8 gennaio scorso ma, nonostante le rassicurazioni, nulla si muove.

«Siamo sfiniti» ha commentato parlando con Ansa il 77enne Francesco Doneddu, presidente dell’associazione «La nostra salute ci sta abbandonando».

Nessuno che si curi di loro – lamenta l’anziano che da 13 giorni ha interrotto la somministrazione di alimenti e dei farmaci salvavita – senza risposte, abbandonati nei corridoi.

«Dalla Regione silenzio assoluto, qui si è presentato solo il consigliere del Pd Salvatore Corrias, che è venuto a trovarci tre volte, e la deputata del M5s Mara Lapia, politici che però non sono al governo della Sardegna».

Accusano l’amministrazione regionale di inerzia e di non aver mantenuto le promesse, lamentando il fatto che i pazienti cardiopatici ogliastrini, per sopperire a questa mancanza, si devono recare presso i distanti ospedali di Nuoro e Cagliari per essere curati data anche la loro età avanzata. Alla loro protesta si è unita Giorgina Secci, già al sesto giorno di sciopero della fame, Presidentessa della PAVS, Pubblica Assistenza Volontari di Soccorso di Urzulei, che da vent’anni guida l’associazione e si è sempre battuta per il diritto alla salute dei cittadini. Gli scioperanti sono determinati e dicono di non voler sciogliere il presidio e riprendere l’assunzione di cibo e di farmaci fino a che non vedranno l’attivazione del servizio.

«Andremo avanti fino alle estreme conseguenze, sospenderemo lo sciopero solo quando il primo paziente entrerà nella sala di Emodinamica. Basta con i viaggi a Nuoro e Cagliari per essere curati».

Impegno immediato per risolvere questo disservizio: questo è quello che viene chiesto affinché «venga garantito il diritto alla salute non solo di chi sta mettendo a repentaglio la propria vita, ma per tutti i cittadini».

 

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