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Accadde oggi: il 26 dicembre 1921 moriva Ottone Bacaredda, sindaco di Cagliari che fece costruire il Bastione e il Municipio

Il 26 dicembre di novantotto anni fa se ne andava uno dei personaggi più illustri della storia di Cagliari: Ottone Bacaredda, sindaco per tanti anni del capoluogo sardo. Fu ben voluto dai cagliaritani e tuttora ricordato come colui che per primo abbellì la città; sua fu, infatti, l’idea di far costruire il Municipio di via Roma che porta il suo nome, il Bastione Saint Remy e alcune scuole elementari e superiori. Non solo: fece costruire anche la rete idrica e fognaria, e rinnovare l’impianto di illuminazione.

Bacaredda nacque a Cagliari il 20 dicembre 1849; qui si laureò in giurisprudenza nel 1871, e per alcuni anni si trasferì a Roma e Firenze, dove intraprese l’attività giornalistica presso alcune testate locali. Fu anche illustre professore universitario di diritto penale presso l’ateneo cagliaritano e nel 1883 fu nominato professore straordinario di diritto commerciale.

Nel frattempo cominciò a interessarsi anche alla politica e, presentandosi alle elezioni comunali del 1886 con il partito Alleanza democratica, di tendenza liberale, fu eletto e divenne assessore; l’anno successivo fu nominato presidente dell’Ospedale civile, ma la carica più importante fu, per l’appunto, quello di sindaco di Cagliari. Carica che, salvo qualche piccolo intervallo (nel 1900 fu eletto deputato in Parlamento nel Regno d’Italia), ricoprì dal 1890 al 1921, anno della sua morte.

Nonostante la sua grande popolarità, ci fu un momento in cui questa vacillò: a Cagliari il carovita colpì principalmente i ceti popolari, la classe medio-bassa, il proletariato. Molti cittadini puntarono il dito contro la costruzione di edifici e monumenti come il già citato Bastione e il Municipio, accusando il sindaco di aver speso soldi per queste opere invece che per i cittadini in difficoltà. Ma a scatenare l’ira della gente fu sopratutto una frase dello stesso sindaco, il quale si rivolse alle persone in difficoltà con testuali parole: «Se non potete comprar triglie, contentavi del baccalà».

Ci fu dunque una sommossa popolare in cui rimasero uccise 2 persone e ferite 20 e che costrinse Bacaredda alle dimissioni, salvo poi essere rieletto alla carica di primo cittadino l’anno successivo. Ma forse in pochi sanno che Bacaredda fu anche scrittore di saggi giuridici e persino romanzi e poesie, tra i quali “La donna di fronte alla legge penale”, “Bozzetti sardi”, “Cuor di donna”, “Roccaspinosa”, “Uomo d’onore”. Le sue spoglie riposano nel cimitero monumentale di Bonaria.

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