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Alla scoperta del Coro Polifonico San Rocco di Seui. Parla il maestro Patrizio Moi

Immagine del Coro Polifonico San Rocco di Seui.

Da sempre Seui è un paese legato alla musica, in tutte le sue espressioni. Questa accompagna la comunità nei giorni di festa, ma anche nei momenti più tristi.

Da qualche anno un gruppo di persone appassionate di canto corale ha costituito un nuovo sodalizio canoro: il “Coro Polifonico San Rocco”.

A dirigere la compagine Patrizio Moi – assistente sociale presso la ASSL di Cagliari – esperto e cultore della musica classica e liturgica.

«Il nostro coro è nato nei primi mesi del 2017» dice Moi «da persone che amano accompagnare i canti della messa domenicali e negli altri appuntamenti liturgici.»

La denominazione del sodalizio esprime un forte legame alla comunità, in quanto San Rocco – pellegrino e taumaturgo francese – è il patrono del paese.

Il coro è formato da diciotto elementi: uomini e donne di diversa età, con la prevalenza di molti giovani. Si dividono in quattro sezioni: soprani, contralti – voci femminili -, tenori e bassi – voci maschili -. Inoltre è presente anche una flautista.
Soprani: Elisabetta Deplano, Cristina Marci, Elisabetta Meloni e Cristina Sulis.
Contralti: Simona Boi, Patrizia Carta, Chiara Caredda, Claudia Lobina, Ornella Lobina, Mara Mura e Serena Porcu.
Tenori: Nicola Aresu, Francesco Deplano, Angela Melis e Moi Patrizio.
Bassi: Lorenzo Deidda e Gianluca Feola.
Flautista: Fabiana Murgia – anche contralto -.


«La sezione maschile» spiega Moi «fa parte anche del  “Coro Ardasai” di Seui, mentre alcuni elementi di quella femminile si esibiva con il coro parrocchiale dei primi anni ’90. Questo era diretto e accompagnato dall’indimenticabile Barbara Aru, venuta a mancare prematuramente qualche anno fa.»

Il maestro racconta del primo periodo di direzione del coro: «Sicuramente non è stato facile, in quanto non mi ero mai cimentato in tale ruolo. Oltretutto bisognava dividere le voci del coro in base ai registri diversi.»

Ad aiutare Moi in tale percorso un’esperienza ventennale nella “Banda Rossini“di Seui – “faro” della musica della zona – e inoltre una lunga militanza nel “Coro Ardasai” di Seui.
«Tutte cose che mi sono servite» racconta il maestro «ma credo che bisogna sempre cercare di migliorarsi per dare il meglio di se stessi e fare le cose per bene. Quest’anno ho deciso di iscrivermi al Corso di Laurea in Direzione di Coro e Composizione Corale presso il Conservatorio di Cagliari

Il repertorio del coro è costituito soprattutto da brani sacri, ma ha un ventaglio di canzoni variegato sia nel genere che nello stile. Infatti oltre ai pezzi classico-liturgici, vengono interpretati anche quelli popolari contemporanei e della tradizione sarda. «Ci esibiamo con le canzoni che vanno dal 1500 a oggi» dice Moi  «in lingua latina, sarda, italiana e inglese.»
Il sodalizio seuese canta spesso a cappella – senza accompagnamento di strumenti musicali – e si è messo in mostra in varie località dell’Isola.
Questa sera si esibirà nella Chiesa Sant’Elena presso il vecchio centro abitato di Gairo.
«Siamo stati invitati per i canti di Natale nel paese ogliastrino» svela il maestro «dove si esibirà anche il locale coro dei bambini.»
Invece il 5 gennaio, il “Coro San Rocco” organizzerà la “Rassegna del Santo Natale” con la partecipazione di diversi gruppi canori. Saranno presenti i cori: “Ardasai”, “SeuInCoro” – entrambi di Seui -, “S’Orrosa de Padenti” di Seulo, “Santu Asili de Monti” di Tonara e il “Coro femminile” di Tonara,
«Ogni anno cerchiamo di invitare diversi cori» dice Moi «affinché il pubblico possa assistere a diversi modi di interpretare la musica e conoscere nuove realtà.»

Il maestro del “Coro San Rocco” si è avvicinato maggiormente al canto sacro-liturgico, dopo la scomparsa del padre.

Una passione che ci racconta, ricca di significati: «Penso che accompagnare la celebrazione delle messe e delle altre occasioni religiose, penso sia un modo più intenso per vivere questi momenti. A prescindere dalla propria fede personale» continua «inoltre abbiamo una cultura a livello nazionale e sarda su questo genere che sarebbe un peccato perdere. Da qualche anno mi sto occupando della ricerca delle vecchie preghiere e canzoni sacre cantate in “Limba”.»

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