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Volontari sardi in Brasile per insegnare l’arte della pizza e del pane alle detenute del carcere di Viana

Articolo di Stefania Lapenna

 

La realtà carceraria in Brasile è drammatica, le cronache locali di tutti i giorni sono piene di notizie di eventi tragici. Nel nord est del Paese, nello stato del Maranhao, precisamente nella città di Viana, c’è un penitenziario federale dove le donne scontano la pena insieme agli uomini e subiscono violenze e stupri dai detenuti. Per questo motivo, suor Cristina Rodriguez, una missionaria argentina attiva da anni sul campo nonché direttrice del carcere di Apac (Associazione di protezione e assistenza ai condannati), ha contattato don Gabriele Casu, attuale parroco della chiesa Sacro Cuore a Quartu Sant’Elena, che con la suora ha condiviso la missione a Viana per dodici anni (è tornato in Sardegna due anni fa), per chiedergli supporto per la realizzazione della sezione femminile del carcere in modo da mettere al sicuro le detenute.

Ma non solo. Suor Cristina ha chiesto supporto per la realizzazione di un panificio e di una pizzeria con l’obiettivo di ridare speranza alle detenute (e ai detenuti), formarli professionalmente per quando usciranno. “Dignità, sostegno e formazione: un panificio e una pizzeria per le carceri Apac di Viana in Brasile”, questo il nome del progetto che vedrà la partecipazione attiva dei volontari dell’associazione Amico della Missione di Cagliari (ADMISS) e di Ignazio Moi, panettiere e proprietario del panificio Moi di via Cornalias, i quali si recheranno presso la struttura in Brasile ad agosto dell’anno prossimo per insegnare come si lavora il pane e la pizza.

«Due anni fa siamo andati a Viana con la nostra associazione a trovare il nostro amico don Gabriele – racconta Salvo Di Giuseppe, responsabile legale della ong ADMISS – e abbiamo conosciuto il penitenziario dell’Apac che, a differenza della stragrande maggioranza delle carceri brasiliane, è rieducativo, non solo punitivo. È stata un’esperienza fantastica che ci ha insegnato tanto e siamo entusiasti di questo nuovo progetto che darà la possibilità ai detenuti e alle detenute di riscattarsi imparando un mestiere e avere anche un sostentamento, poiché non solo potranno gustare i prodotti da forno fatti da loro stessi, ma venderli anche all’esterno del carcere. Ci tengo a ringraziare la presidenza della Regione Sardegna, la quale ha reso possibile questo progetto con un finanziamento di circa 45 mila euro. Ringrazio anche il Comune di Quartu e il sindaco Delunas».

«È la prima volta che partecipo a iniziative simili – dice il panettiere Ignazio Moi, proprietario del panificio di via Cornalias – Non conosco la realtà carceraria, perciò per me sarà un’esperienza nuova e, venendo da una famiglia non proprio benestante, mi fa piacere offrire questo tipo di servizio per chi vuole reintegrarsi nella società». Partners del progetto sono in primis il Comune di Quartu – che ha contribuito alla stesura del progetto, lo monitorerà e fornirà un contributo di 2.500 euro per le spese di viaggio – , lo stato del Maranhao, ma anche Dream Work Tecnocasa Sardegna e Coldiretti. Nello specifico, Tecnocasa fornirà gli elaborati planimetrici e il progetto definitivo ed esecutivo.

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