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«Non ci sono professionisti che si possano occupare di noi»: la rabbia dei Trapiantati AITF Nuoro-Ogliastra

“Perché siamo stati trapiantati se poi non ci sono medici specializzati, infermieri, strutture idonee che possano e debbano occuparsi di noi?” scrive attraverso i social l’associazione Trapiantati AITF Nuoro-Ogliastra.

Proprio qualche giorno fa aveva esortato tutti a scendere in piazza per difendere i diritti dei trapiantati.

«Venerdì 22 novembre, alle 8.30, di fronte al reparto di Nefrologia del San Francesco di Nuoro, vi invitiamo, anzi no, vi preghiamo di partecipare alla manifestazione di protesta promossa dai trapiantati di rene, nefropatici e dializzati, per far sentire forte il nostro grido di esasperazione ai Dirigenti sanitari della ASL-ATS di Nuoro, per la chiusura dell’ambulatorio dove venivano seguiti i trapiantati di rene – hanno scritto qualche giorno fa sui social – In questa battaglia di rivendicazione dei nostri diritti dobbiamo essere tutti uniti, trapiantati di rene, di fegato, di cuore, di midollo osseo, tutti assieme, perché i diritti sono gli stessi, le rivendicazioni anche, le proteste sono comuni, i disagi affliggono tutti noi Il nostro grido, forte, deve essere uno solo. Questa è una grave offesa anche nei confronti delle tante famiglie che ci hanno generosamente donato gli organi dei propri cari deceduti dando a noi una nuova vita».

“Invece, in gran silenzio, un po’ alla volta,” precisano oggi “i reparti vengono chiusi con le più disparate e grottesche scuse. Al San Francesco di Nuoro non c’è un solo medico specializzato che possa occuparsi dei trapiantati di fegato e due medici, che si erano offerti volontari per andare presso il Centro Trapianti di fegato di Cagliari per frequentare dei corsi di specializzazione, sono ancora lì, a Nuoro, in attesa.
Questa è la sanità oggigiorno nell’Isola, si pensa solo a tagliare e a chiudere.

“Questa è la più grande offesa che si possa fare a tutte le famiglie che, pur nel dolore, hanno acconsentito a donare gli organi dei propri cari appena deceduti, i loro cari e preziosi “doni” non sono tenuti in nessuna considerazione. Vadano da loro i signori dirigenti medici e spieghino a loro il perché delle assurde decisioni prese”.

 

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