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Presto a Perdas “Sa festa manna”. I festeggiamenti foghesini nei ricordi dell’anziana Tittina Usai

Giovedì 12 settembre 2019, dopo la Santa Messa celebrata nella chiesetta campestre di San Salvatore, si è svolta la processione in onore dell’omonimo Santo e di San Giovanni Battista. I due Santi sono stati accompagnati fino alla chiesa di San Pietro e Paolo dai confratelli, il gruppo folk e i vari devoti.

Tittina Usai, foghesina di 86 anni, ci parla proprio di “Sa Festa Manna” e di come veniva celebrata durante la sua giovinezza. “La festa di San Salvatore e di san Giovanni Battista dura 4 giorni -racconta la donna- ed ha origini molto antiche, risalenti forse al lontano 600. Ai miei tempi la festa era sentita da tutti; veniva infatti considerata come l’evento più importante e significativo del paese. La gente attendeva entusiasta che il momento arrivasse e da giorni sistemava le varie abitazioni, consapevole che avrebbe dovuto ospitare i pellegrini provenienti dagli altri paesi ogliastrini (sa dì de sa strangia). Adesso si è deciso di dedicare una giornata agli ospiti e una ai venditori ambulanti (sa dì ‘e is barateddus).

L’ultima domenica di agosto invece si portano i Santi nella chiesetta campestre e si inizia la novena in loro onore. Durante l’evento le persone effettuano ogni giorno dei giri attorno alla chiesa e recitano il rosario. La preparazione alla festa avviene mediante il triduo, durante il quale si prega e si celebra la Messa. Quando ero bambina erano tante le persone che facevano dei voti; ricordo che in molti si recavano in paese giorni prima per evitare di rimanere privi di candele votive.

Un altro simbolo caratteristico di questa tradizione è “su pannu” realizzato con due canne incrociate rivestite da stoffe colorate. Altri voti consistono invece nel camminare scalzi fino alla chiesa e nel raggiungere la località in ginocchio terminando poi con il compiere tre giri, sempre inginocchiati, attorno alla chiesetta. Sono tutte tradizioni che fortunatamente continuano a persistere e, nonostante la mia età, non smetterò mai di meravigliarmi nell’udire il canto del rosario in sardo, accompagnato dalla dolce melodia delle launeddas.

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