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Chi ricorda Sacco e Vanzetti, i due italiani innocenti giustiziati in America? Oggi ricorre l’anniversario della loro morte

Novantadue anni sono trascorsi dalla morte di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. La sedia elettrica pose fine alle vite di questi emigrati italiani, un ciabattino e un pescivendolo, ingiustamente accusati di un duplice omicidio durante una rapina in un calzaturificio.

La loro tragica vicenda ebbe inizio nel 1920: durante una manifestazione operaia, i due vennero fermati e trovati in possesso di pistole e degli appunti.

Sacco e Vanzetti per le loro idee anarchiche, il loro status di emigrati appartenenti al movimento operaio, erano i perfetti “agnelli sacrificali” da immolare sull’altare della giustizia americana del tempo.

Inoltre con il loro arresto veniva lanciato un monito ai movimenti popolari dell’epoca, considerati un pericolo per la stabilità degli U.S.A.

A nulla valse la confessione del gangster Celestino Madeiros che scagionava Sacco e Vanzetti, così come non contribuì alla loro scarcerazione la mobilitazione popolare a loro favore.

Dopo un processo fazioso (il giudice più volte li definì “bastardi”), portato avanti con metodologie gravemente erronee e ingiuste, il foggiano e il cuneese vennero condannati alla pena capitale.

Solo nel 1977 il Governatore del Massachusetts, Michael Kukakis, ammise l’errore giudiziario commesso cinquant’anni prima, quando vennero uccisi nella giornata d’estate del 23 Agosto del 1927 due innocenti: Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti.

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