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L’acqua di mare per spegnere gli incendi. Sale sulla terra ferita dalle fiamme: una riflessione

I Canadair sono spesso impiegati nei grossi incendi e in questi giorni hanno lavorato insieme alle forze a terra per contrastare i roghi divampati a Orrì e Cea. Questo tipo di mezzo anfibio lungo 19 metri e con un’apertura alare di 28 metri può caricare fino a 6 tonnellate di acqua.

Il loro impiego è prezioso nel caso in cui le fiamme si propaghino in territori boschivi difficilmente raggiungibili dai mezzi a terra o in aree non collegate alla rete idrica. Purtroppo se non hanno a disposizione grandi invasi d’acqua dolce i canadair devono caricare l’acqua direttamente in mare.

Sale sulla ferita si può dire, una medicina amara che purtroppo ha qualche controindicazione.

Le notevoli quantità d’acqua modificano la salinità del terreno che in un periodo siccitoso come l’estate non viene dilavato immediatamente dando ulteriori problemi alla rinascita della vegetazione già messa in ginocchio dalle fiamme. Un male necessario che si aggiunge a quello che viene decretato dalla follia dei piromani.

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