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In mostra gli straordinari lavori di Maria Lai, Walter Valentini ed Emilio Isgrò

La capacità artistica più elevata di interpretare i sogni è la possibilità di vedere le somiglianze. Tutti, infatti, vorrebbero essere interpreti veritieri. Per somiglianze intendo che le immagini sono simili ai riflessi che si formano nell’acqua […]. È abile a giudicare le parvenze chi è in grado di distinguere velocemente con la sensazione e di vedere unitariamente le parti dilaniate e pervertite dei riflessi».

L’idea di questa esposizione è legata alla capacità di essere cartomanti di sé stessi. Leggere in modo unitario la propria esistenza esattamente dove si è dilaniata e pervertita per l’incapacità di poter supportarne la sofferenza. Come ricuperare il sogno da un incubo che ricorre insistente, semplicemente perché vorrebbe dire qualcosa di profondo a noi stessi. Cosa dicono le stelle di noi, insomma, attraverso le formiche che ci penetrano nella carne ricordandoci che anche loro hanno una missione divina.

Tutto quello che ci penetra e ci costringe ad uscire dalla nostra tana è divino, esattamente come fanno le formiche ad immagine di Dio che si comprime in sé per uscire meglio da sé.

Nell’arte risplende il desiderio che ogni uomo ha di poter interpretare autenticamente il proprio sogno. Guardare verso il cielo ed osservare il disegno che tracciano gli astri nel loro vagare. E, nello stesso tempo, osservare come anche nella terra sia riflesso l’itinerario di quegli astri. Ed inoltre, infine, come poter narrare e raccontare questa esperienza straordinaria. 

Walter Valentini disegna traiettorie stellari. Disegna porte che nel cielo si aprono agli astri, offrendo rifugio anche al nostro sguardo. 

Maria Lai, che nelle sue geografie sazia il nostro sguardo di traiettorie infinite nelle galassie, volge lo sguardo alle formiche che, se si osserva attentamente, ridisegnano sotto terra quelle traiettorie che gli astri tracciano nel cielo. Quasi che questi animali così laboriosi vogliano insegnare agli uomini sfaccendati che dentro la terra fredda le stelle continuano a riscaldarci con itinerari inaspettati.

Emilio Isgrò scrive abilmente questo cammino, mostrando rigorosamente che nel racconto di questo viaggio ciò che è stato cancellato per errori e strafalcioni, in realtà, è parte essenziale del racconto, come se Dio sognasse per l’uomo quella realtà che l’uomo aveva creato per sé nei suoi sogni.

 

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