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Europee: Sardegna fuori dall’europarlamento. La Corsica con 330mila abitanti elegge un rappresentante

C’è grande delusione in Sardegna dopo le elezioni europee di domenica 26 maggio. Il motivo è presto detto: 1,6 milioni di abitanti dell’isola non avranno nessun rappresentante nel prossimo Parlamento Europeo.

L’astensione – che va detto è stata altissima – c’entra poco con l’esclusione dei sardi dall’europarlamento. La principale motivazione di questo fallimento politico è stato dettato da una legge elettorale molto poco democratica e da un collegio che ci vede concorrere con un’altra regione, la Sicilia, che conta 5 milioni di abitanti, più del triplo rispetta alla Sardegna. Difficile per i pochi candidati sardi in lizza, competere con i corrispettivi siciliani.

Eppure ci sono Stati o addirittura regioni europee che con molti meno abitanti sono riusciti a eleggere uno o più eurodeputati. Lo Stato di Malta, poco più di 400mila abitanti ha eletto sei rappresentanti con un coefficiente di rappresentanza di un eurodeputato ogni 73mila abitanti. In pratica, se la Sardegna fosse uno Stato ne eleggerebbe lo stesso numero. Oltre a Malta altri Paesi come Estonia, Lussemburgo e Cipro, tutti con meno abitanti della Sardegna, possono annoverare 6 eurodeputati.

Ma il caso forse che fa più scuola rispetto al caso della Sardegna è quello della regione straniera fisicamente e culturalmente più prossima alla nostra isola, la Corsica. Con 330mila abitanti, i nostri ‘cugini’ francesi sono riusciti ad avere il loro europarlamentare. A capo di una lista verde-autonomista François Alfonsi è stato eletto nel prossimo europarlamento. Il merito non è di una concentrazione dei voti dei corsi sul candidato Alfonsi, come molti auspicherebbero di fare in Sardegna, ma del sistema elettorale francese, un proporzionale puro e senza collegi che assegna i 74 seggi transalpini indipendentemente dalla territorialità. Con un sistema del genere la rappresentanza è assicurata in maniera equa.

Alla Sardegna invece, forte di una popolazione che è quasi il quintuplo di quella corsa, non resta che sperare che Bartolo rinunci al seggio conquistato nel collegio Isole, in luogo di quello conquistato nell’Italia Centrale, liberando così il campo per il nuorese Andrea Soddu. Ma più che sperare in Bartolo, i sardi devono sperare nel ‘buon cuore’ del Pd nazionale. Se Bartolo accettasse il seggio dell’Italia centrale, infatti, fuori dal Parlamento europeo resterebbe Roberto Gualtieri, quello che si definirebbe un “pezzo da novanta” degli italiani a Bruxelles e Strasburgo. Difficile che questo possa avvenire, anche se dal Pd sardo ci si aspetterebbe quantomeno un tentativo di far comprendere al Nazareno l’opportunità politica di permettere ai sardi di avere un proprio rappresentante in Europa.