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Elezioni Comunali Villagrande. Lista “A 100 e prusu”, Alessio Seoni Sindaco: tutto quello che c’è da sapere

Si avvicina la data in cui i cittadini villagrandesi saranno chiamati al voto per eleggere il nuovo Consiglio Comunale. A sfidarsi alle urne, il 46enne Alessio Seoni (commissario ogliastrino del Psd’Az) e il 69enne Gonario Mighela (imprenditore).

Ecco tutto quel che c’è da sapere sulla lista “A 100 e prusu” Alessio Seoni Sindaco.

Buona lettura.

 

PROGRAMMA ELETTORALE LISTA “A 100 E PRUSU”.

Un programma elettorale deve astenersi dall’enumerare una serie di promesse più o meno realizzabili, ma deve, al contrario, stabilire una cornice all’interno della quale l’amministrazione intende lavorare per i cinque anni di legislatura.

Il cardine del nostro programma è il valore che riconosciamo al nostro essere comunità, che deve recuperare i propri valori fondanti, dalla solidarietà alla condivisione dei beni comunitari. Valori antichi, caratteristici dei nostri paesi, i più longevi al mondo. Da qui passa la qualità del nostro vivere.

Una buona azione amministrativa deve passare attraverso una reale condivisione, aggregando tutte le forze sociali e produttive e, lungi dal limitarsi a proclamarla, praticando quotidianamente la trasparenza facendo sentire il cittadino parte attiva nella gestione della cosa pubblica.

Queste le nostre priorità:

Intendiamo sviluppare un diverso approccio alle politiche sociali, da non intendere solo come aiuti economici alle fasce più deboli, quasi fosse una banale pratica amministrativa, ma comprendendo le esigenze reali della comunità, i bisogni di chi necessita di un sostegno, che talvolta non è neanche economico ma di vicinanza e solidarietà.

È necessario allargare, laddove possibile, il raggio d’azione delle politiche sociali alle donne, ai giovani così come agli anziani, ai diversamente abili, distribuendo le risorse con maggiore attenzione, sostenendo le associazioni di volontariato attive nel settore.

Riteniamo sia doveroso garantire il diritto allo studio attraverso una logistica consona alle esigenze delle nostre scuole e supportando le ulteriori attività didattiche che gli organi di governo dell’Istituto vorranno condividere.

Pur assicurando il mantenimento dei servizi scolastici nei due centri, sarebbe auspicabile l’avvio di nuove politiche che consentano una maggiore integrazione a tutto vantaggio dei nostri giovani. L’importanza delle politiche scolastiche nelle nostre comunità, infatti, impone con tutta evidenza la necessaria concordia sulle iniziative da intraprendere.

L’amministrazione adotterà tutti gli strumenti politici e amministrativi a difesa del mantenimento dei plessi attualmente presenti, puntando però ad una maggiore incisività fornendo il massimo supporto logistico e finanziario.

Vorremmo al contempo avviare un dibattito franco ed aperto, coinvolgendo tutte le componenti del mondo della scuola per approfondire il tema delle pluriclassi e della logistica.

I nostri figli hanno bisogno di poter godere di servizi scolastici quantitativamente e qualitativamente all’altezza. Difendersi dalle politiche esclusivamente numeriche, portate avanti in questi anni dai governi di turno, impone di farsi promotori di una nuova visione della scuola per tutelare al meglio il diritto allo studio.

L’armonizzazione logistica costituisce la porta di ingresso per usufruire dei finanziamenti regionali previsti dai bandi Iscol@, che cambierebbero il volto alle nostre scuole, come accaduto in questi anni in diversi comuni ogliastrini. Determinerebbe inoltre, oltre ai risparmi per la manutenzione degli stabili, che verrebbero reinvestiti sempre in ambito scolastico, un messaggio veramente nuovo di integrazione alle giovani generazioni.

Sarà cura dell’amministrazione favorire la comunicazione e la partecipazione continua con le famiglie e gli organi di autogoverno della scuola nelle scelte organizzative primarie, quali il trasporto degli alunni, il menù della mensa e così per tutte le principali esigenze.

Vorremmo incentivare un diverso utilizzo delle biblioteche comunali facendole diventare un luogo della identità e della memoria dei due centri finanziando la ricerca di tutte le informazioni reperibili negli archivi pubblici e privati, facendo confluire documenti e informazioni (se ne contano a centinaia dall’archivio diocesano ai vari Archivi di Stato) in un luogo nel quale favorire l’incontro dei cittadini che vogliono confrontarsi su queste tematiche, promuovendo la ricerca e lo studio della nostra storia e delle nostre tradizioni.

Un simile Luogo della Cultura può costituire un nuovo ed affascinante spazio di incontro tra diverse generazioni favorendo la rivalutazione dei più sani e vitali “modi di essere” delle nostre comunità anche associandosi alla nascita di altre iniziative quali la re – introduzione di una ludoteca e l’apertura di spazi laboratoriali di musica, arte e teatro, oltreché, assicurando la tutela e valorizzazione dell’enorme patrimonio archeologico presente nel territorio, pianificando l’istituzione di un Museo.

Vorremo individuare uno stabile da adibire a “Casa d’Artista”, da ristrutturare con gli apporti dei volontari e secondo i canoni suggeriti dal maggior numero di artisti possibile, da offrire per dimora temporanea agli stessi affinché ricompensino la comunità con le loro opere.

Supporteremo le attività di tutte quelle forze sociali che attraverso il volontariato, l’associazionismo e l’iniziativa privata si fanno promotori delle proposte che arricchiscono i nostri centri, promuovendo la lettura e l’apprendimento delle tematiche più svariate, in particolare con i giovanissimi in età scolare, curando il decoro urbano attraverso raccolte straordinaria di rifiuti o realizzando murales, con iniziative finalizzate alla conoscenza ed alla tutela del territorio.

Oltre il completamento della logistica sportiva perlopiù calcistica, a Villagrande, Santa Barbara e Villanova, intendiamo farci promotori negli stessi luoghi dello sviluppo degli sport minori, non ultimi quegli acquatici da praticarsi nella splendida cornice del lago Flumendosa, progettando infrastrutture e sostenendo attività che agevolino questo obiettivo.

Il supporto al mondo dell’associazionismo non si esaurisce nelle contribuzioni in danaro, peraltro spesso concesse senza una programmazione finalizzata e condivisa, ma riteniamo sia necessaria anche una vicinanza nella declinazione delle attività, fornendo supporto logistico e burocratico oltre che finanziario. È necessario ospitare le associazioni in sedi adeguate, che sicuramente non mancano in entrambi i centri, fornire una sede idonea per i comitati organizzativi di manifestazioni annuali e/o estemporanee, e individuare zone da adibire in maniera consolidata allo svolgersi delle manifestazioni in modo coerente con le più recenti direttive sanitarie e di ordine pubblico che, lungi dall’essere mal sopportate o eluse, devono invece essere viste nell’ottica degli obiettivi di sicurezza che intendono raggiungere.

Al contempo bisogna istituire un punto di riferimento amministrativo comunale che aiuti a superare le difficoltà di ordine burocratico che intimoriscono anche i più volenterosi e consenta di organizzare con semplicità qualsivoglia manifestazione.

Il Territorio è il vero grande patrimonio delle nostre comunità e sulla sua gestione, manutenzione, tutela e valorizzazione, devono basarsi nuove politiche di sviluppo. Partendo dal favorire una generale riscoperta del nostro territorio e delle sue peculiarità, è necessario incoraggiare tutte le attività produttive, quelle tipiche dell’enogastronomia e dell’artigianato, così come i servizi legati ai percorsi ambientali culturali e didattici.

La genuinità dei prodotti, l’ambiente spesso incontaminato (a tratti selvaggio, a tratti dolcissimo) l’antica ospitalità dei paesi dei centenari, rappresentano formidabili caratteristiche che riteniamo sia doveroso mettere a sistema per sfruttarne tutte le potenzialità.

Il risultato si può raggiungere iniziando da una programmata gestione della manutenzioni ordinarie, consentendo una viabilità che favorisca l’iniziativa imprenditoriale dei cittadini e infrastrutturando con i necessari servizi le zone a maggior vocazione agricola, ambientale e turistica, unitamente a iniziative che consentano lo snellimento delle procedure burocratiche.

L’amministrazione si muoverà nella consapevolezza che solo tutelando e valorizzando questo enorme patrimonio delle nostre comunità, sostenendo le attività economiche esistenti, gettando i presupposti per la nascita di nuove attività, si potranno avere positive ricadute occupazionali, benefici ambientali ed un generale innalzamento della qualità della vita.

La raccolta differenziata nei nostri centri ha già raggiunto buoni livelli percentuali. È necessario proseguire sulla strada intrapresa senza abbassare la guardia, ma anzi promuovendo il miglioramento del servizio estendendone la copertura.

Lavoreremo per ampliare i servizi disponibili presso l’ecocentro comunale, sviluppando la conoscenza delle cittadinanza verso le problematiche legate alla gestione del ciclo dei rifiuti e incoraggiando al contempo buone prassi mediante il sostegno alla pratica del compostaggio da giardino ed alle iniziative associative quali giornate ecologiche e “trashtag challenge”.

Riteniamo sia giunto il tempo che Villagrande si riappropri delle splendide vallate che dal monte Isadalu declinano verso “su Sartu ‘e Josso”. Pianificare, anche a lunghissimo termine, politiche di recupero di questo immane disastro ambientale è una sfida che ci deve vedere tutti in prima linea.

La pianificazione urbanistica non può prescindere da quella più generale del territorio.

Serve un impulso nuovo verso l’approvazione del Piano Urbanistico Comunale così come la capacità di avere una strategia unitaria sulle infrastrutture necessarie allo sviluppo economico del territorio, compresa la necessità di regolamentarne gli usi legati allo sfruttamento turistico.

Ci faremo promotori dell’introduzione di regole certe e condivise incentivando il recupero eco-sostenibile dell’esistente nei centri storici, garantendo l’uniformità di applicazione delle regole urbanistiche verso tutti i cittadini.

Qualunque iniziativa sul territorio non potrà prescindere dal promuovere costantemente l’utilizzo delle energie rinnovabili, vigilando al contempo sulla salvaguardia ambientale e paesaggistica del territorio. Bisogna dar seguito alle iniziative intraprese in collaborazione con l’Agenzia Forestas sulla valorizzazione dell’intera area di Santa Barbara e trarre profitto da questi esempi estendendone la portata anche ad altre zone a vocazione turistica, sia laddove l’agenzia ha già avviato le sue opere, nelle vallate di Orgové e di su Cannithu principalmente, quanto nelle vallate di Seardhu e Tedderie in montagna, ed in quelle gravitanti intorno al Lago Santa Lucia ed in generale in “su Sartu ‘e Josso”, per citare solo le principali, sostenendo gli sforzi di chi, con la propria attività imprenditoriale, valorizza tutte queste aree dal punto di vista produttivo, ambientale e turistico.

Non è secondario, in funzione di quanto appena detto, porre l’attenzione sulla cronica scarsità d’acqua nelle nostre terre a maggior vocazione agricola nelle aree a valle del paese, attivando le opportune collaborazioni con gli enti preposti; si avverte anche la necessità di pianificare l’irrigazione delle aree situate nei pressi del Lago Flumendosa, attivando le opportune fonti di investimento.

L’amministrazione deve ridare finalmente impulso alla pianificazione degli interventi nella zona industriale e agro-zootecnica, carenti di servizi primari.

L’attenzione ai servizi minimi è obbligatoria, la loro mancanza impedisce infatti la crescita di una delle maggiori aree produttive dell’Ogliastra, ma occorre anche pianificare uno sviluppo omogeneo delle diverse aree, favorendo una generale funzionalità delle infrastrutture alle esigenze degli insediati, oltre ché migliorando il decoro di tutta l’area e prestando particolare attenzione a tutte le possibili fonti di investimento che ne possano incrementare lo sviluppo. La pianificazione delle opere pubbliche per il tramite del Piano triennale sarà particolarmente attenta e dovrà puntare alla concreta risposta alle esigenze dei cittadini, in termini di servizi (completando le opere avviate nei cimiteri e intervenendo nella viabilità), in termini di sicurezza (completano la messa in sicurezza delle opere post alluvione e avviando quelle ancora mancanti), e in termini di sviluppo (con l’avvio delle opere di infrastrutturazione citate in ciascuno dei singoli punti del programma).

Infine la pianificazione forse più importante, quella finanziaria, che dovrà essere rigorosa sia in materia di Entrate comunali, puntando ad un efficace contrasto all’evasione, alla partecipazione di tutti i bandi regionali, nazionali ed europei che dovessero presentarsi (strutturando unità amministrative appositamente dedicate a questa attività), sia in materia di Spesa, riducendo drasticamente quelle non necessarie, a partire da quelle legate ad attività di consulenza, e richiedendo una valutazione equilibrata sugli obiettivi che si intendono raggiungere nel momento di effettuare qualsivoglia acquisto o investimento.

Su questi aspetti si ricorrerà il meno possibile alle esternalizzazioni, favorendo il coinvolgimento dei dipendenti nell’attuazione delle politiche dell’Amministrazione, valorizzandone le competenze ed esaltandone lo spirito di squadra.

 

RIPORTIAMO INTEGRALMENTE L’INTERVISTA IDEATA DA CARLINO CASARI, INDIRIZZATA ALLE DUE LISTE VILLAGRANDESI E POSTATA SU FACEBOOK

Carissimi Paesani, manco dal paese da molti anni, ma nel profondo del cuore è come se non mi fossi mai allontanato. Anzi direi che la distanza mi consente di vedere nella loro interezza molte cose che stando all’interno sarebbero difficili da interpretare. Per questo motivo, considerando che a breve sarete chiamati a votare per una nuova amministrazione, ci tengo a dare un piccolo contributo a chi si assumerà l’onere e l’onore di guidare la comunità. Ecco quindi 7 domande pubbliche ai candidati sindaci, che mettono a fuoco quanto si vede dall’esterno, e che spero possano aiutare a costruire dei programmi di lavoro basati su argomenti sostanziali, per un percorso di crescita e di sviluppo dell’intera comunità. Un caro saluto a tutti.

  1. Il paese sta conoscendo un momento di profonda crisi dal punto di vista demografico e occupazionale. La popolazione residente si sta riducendo di circa 30 unità all’anno. Quali iniziative si pensa di porre in essere per contrastare il fenomeno?
  2. Il paese è uno dei centri di riferimento delle blue zones e ha il primato mondiale della longevità maschile. Ciò nonostante si riscontrano importanti carenze dal punto di vista del livello di assistenza sanitaria. Premesso che ci sono tematiche al di fuori della portata del singolo sindaco, qual è la visione politica che si intende perseguire per migliorare la qualità della vita degli abitanti?
  3. Il paese dispone di una importante estensione territoriale, principalmente montana. Sono noti i problemi idrogeologici, che richiedono una cura costante del territorio, ma ci sono anche alcuni disastri ambientali creati negli anni 50 e 60 che hanno portato alla desertificazione di molte aree montane. Ci sono inoltre almeno cento siti di interesse archeologico, attualmente non sfruttati. Qual è l’idea di gestione del territorio e c’è un’idea di recupero anche attraverso progetti finanziati che possa in parallelo generare nuova occupazione?
  4. Circa metà delle abitazioni del paese, nei due centri urbani, complice anche il costante spopolamento, è attualmente inutilizzato. C’è un’idea di identità urbana che si vuole recuperare e un’ipotesi di sfruttamento economico di questa importante risorsa?
  5. Esiste un importante patrimonio immateriale legato alle feste religiose e alle sagre che si sta progressivamente spegnendo. Qual è la percezione del valore di questo patrimonio e c’è un’idea di sviluppo collegata a questi eventi?
  6. Il paese è tributario al poligono di Quirra per circa 5.000 ettari. Una valutazione di massima, considerando solo i coefficienti di resa agricola nell’ipotesi di un utilizzo intelligente dell’area, porta ad una valutazione di almeno 25 milioni l’anno che sono sottratti alla comunità. Si è al corrente delle scelte strategiche effettuate a livello regionale nella scorsa legislatura che hanno dirottato le risorse previste per la riconversione del poligono in altre direzioni? E si ha un’idea di quali azioni portare avanti per riappropriarsi di una risorsa di tale importanza?
  7. La principale risorsa economica del paese continua ad essere l’allevamento. Le vicende recenti della guerra del latte hanno messo in evidenza le fragilità di questo sistema. Che idea esiste in merito al superamento di queste criticità e quali possono essere delle azioni immediate che consentano di trasformare l’attuale problema in un’occasione di sviluppo per tutta la comunità?

 

RISPOSTE DELLA LISTA “A 100 E PRUSU”

Caro Carlo, non le nascondo che avrei preferito affrontare questo dibattito in una piazza reale e non virtuale. Per scelta non utilizzo i social media e l’uso talvolta eccessivo e distorto del quale sento spesso parlare rafforza questa mia scelta.

Apprezzo molto che abbia offerto i suoi spunti di riflessione ai nostri concittadini e credo abbia ragione sin dalle premesse: una distanza ravvicinata spesso fa apparire le cose in modo sfocato; più ci si allontana e meglio si delineano i contorni.

I suoi sono temi cruciali per le nostre comunità e chi vuole provare ad amministrarle non può sottrarsi al loro approfondimento.

Abbiamo pertanto deciso di aprire una pagina Facebook per essere presenti nella comunità virtuale facendo conoscere le nostre idee e programmi.

Chiedo scusa in anticipo a lei e chi altri vorrà leggere queste righe per una certa approssimazione dettata dalla necessità di riassumere in poco tempo posizioni che meriterebbero ben altri approfondimenti, ma il mezzo che utilizziamo impone queste logiche.

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Sul primo tema.

Il calo demografico è problema comune, in Sardegna, in Italia ed in Europa, ed il contrasto a questo fenomeno dipende dalle grandi strategie politiche generali che dovrebbero essere attuate dagli organi di governo sovraordinati. Non possiamo però ripararci dietro la comoda posizione che vorrebbe un piccolo comune subire queste dinamiche senza possibilità di intervento.

È un fenomeno che in Sardegna, e nell’Ogliastra in particolare, si caratterizza, oltre che per il calo delle nascite, per un flusso migratorio, continuo e costante, dall’interno verso la costa.

Per contrastarlo dovremmo provare a capirne le motivazioni, che risiedono, probabilmente e principalmente: nell’assenza di servizi (o nella loro ridotta qualità e quantità) che spingono a non rimanere; Nella scarsità di occasioni lavorative che, limitando la capacità di spesa, determina famiglie poco numerose; In una accentuata anarchia nella gestione dei beni comuni, che crea un diffuso sentimento di incertezza e instabilità sociale.

Sono temi complessi ma che un’amministrazione comunale, pur nella limitatezza di mezzi e nella scarsità di risorse, può e deve affrontare.

I servizi alla cittadinanza si possono aumentare (così come si può aumentare la loro qualità) mettendo la macchina amministrativa nelle condizioni di lavorare al meglio, recuperando tutte le risorse interne e quelle che gli enti erogatori mettono a disposizione, raggiungendo anche le fonti nazionali ed europee che appaiono più lontane, incrementando con la formazione continua le competenze dei funzionari e soccorrendole, qualora occorra e solo in ultima istanza, con supporti esterni.

Tutti le tipologie di servizi devono essere oggetto di queste riflessioni/azioni: quelli scolastici, con una diversa logistica che favorisca risparmi da reinvestire nella scuola. Quelli sociali, allargando il raggio di intervento dell’amministrazione alle fasce più deboli, implementando iniziative già esistenti e creandone di nuove. Quelli culturali e sportivi, valorizzando al meglio l’enorme potenziale che il mondo dell’associazionismo ci offre, dandogli sostegno amministrativo, logistico ed economico.

Possono anche ipotizzarsi sgravi fiscali (o agevolazioni consimili) verso chi potrebbe/vorrebbe rientrare nei nostri paesi dai centri più vicini, in particolar modo da Tortolì, dove i villagrandesi rappresentano ormai la comunità più ampia e che pure è facilmente raggiungibile in poco tempo (insistendo sull’urgenza di portare a termine la revisione del percorso di una infrastruttura primaria come la SP 27, che ci consentirebbe di coprire la tratta in un quarto d’ora).

Restare a Villagrande o Villanova oppure tornarci deve essere una scelta più semplice. Occorre rafforzare quell’innato senso di appartenenza che ben conosciamo ricreando quelle atmosfere che affascinano i nostri ricordi, dando il giusto valore, come abbiamo detto nel programma, “al nostro essere comunità, che deve recuperare i propri valori fondanti, dalla solidarietà alla condivisione dei beni comunitari”.

Il sostegno che intendiamo dare al mondo produttivo, per ingenerare ricadute occupazionali, l’abbiamo appena enucleato nel programma amministrativo. Ma al di là delle migliori intenzioni di promozione e tutela delle tipicità agroalimentari, dell’artigianato, dei servizi legati al turismo e di qualsivoglia altra attività produttiva, è di tutta evidenza la necessita di intervenire nell’infrastrutturazione di un territorio (con attenzione mai abbastanza scontata alla tutela dell’ambiente e del paesaggio) a grandissima vocazione agricola e turistica.

Ma migliorare, o portare ex novo, i servizi minimi laddove occorrono (strade, luce, acqua e raccolta rifiuti) è una attività che risente molto dei finanziamenti esterni e questa è una delle sfide che deve vederci più impegnati: il reperimento delle risorse.

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Sul secondo.

Venendo alla riflessione sulla carenza dei livelli di assistenza sanitaria, confermiamo che il tema sia abbastanza fuori portata rispetto ai desideri di una amministrazione comunale, ma non completamente.

Gli anziani dei nostri paesi, così come i nostri giovani e i bambini, costituiscono una ricchezza di inestimabile valore, un patrimonio umano aggiunto su cui il paese deve assolutamente puntare per migliorare la crescita personale e sociale delle comunità.

Il nostro intendimento, compatibilmente con quanto previsto dalla ASL di Lanusei e dall’ATS della Regione Sardegna, è quello di batterci affinché siano garantite le prestazioni sanitarie minime a tutti i cittadini.

Si potrebbe provare ad estendere la fascia di copertura sanitaria anche ai bambini, richiedendo con forza l’apertura di un ambulatorio pediatrico (esistente in altri paesi ogliastrini di pari dimensione); l’introduzione di un ambulatorio geriatrico a cui i pazienti anziani possano far riferimento; l’introduzione di uno sportello di ascolto psicologico dedicato ai giovani, ai bambini e ai cittadini che versano in condizioni di disagio psicologico e psichiatrico.

Al fine di trattare alcune patologie attualmente sconosciute dalla maggior parte dei cittadini, ma molto diffuse in Ogliastra, riteniamo sia necessario il coinvolgimento di tutta la comunità nella partecipazione a dibattiti e conferenze che mirano alla prevenzione ed eventuale diagnosi e trattamento.

Vorremmo anche promuovere il primo soccorso fra tutti i cittadini partendo da cicli di lezioni di medicina rivolte agli studenti, anche ai più piccoli, in collaborazione con il mondo della scuola e avvalendoci della partecipazione delle associazioni di Volontariato.

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Sul terzo, sesto e settimo.

L’estensione territoriale dei nostri paesi è tra le più rilevanti in Sardegna e non solo. Ma è sulle sue peculiarità che dobbiamo intrattenere maggiormente l’attenzione. Rientrano nei nostri salti le vette più alte del Gennargentu cosi come il mare a Porto Santoru. In mezzo i laghi, gli altipiani, montagne diversissime tra loro, boschi e vallate con ricchi corsi d’acqua. Chiunque vorrebbe un tale patrimonio ma noi, che pur l’abbiamo intorno (e anche dentro), spesso non ne siamo all’altezza.

È difficile immaginare una gestione complessiva che garantisca l’equilibrio tra il necessario sfruttamento attraverso l’intera gamma di usi “civici” e le attività produttive, con le esigenze di tutela. Ma bisogna provarci.

Nel programma abbiamo sostenuto che “la genuinità dei prodotti, l’ambiente spesso incontaminato (a tratti selvaggio, a tratti dolcissimo) l’antica ospitalità dei paesi dei centenari, rappresentano formidabili caratteristiche che riteniamo sia doveroso mettere a sistema per sfruttarne tutte le potenzialità.

Il risultato si può raggiungere iniziando da una programmata gestione della manutenzioni ordinarie, consentendo una viabilità che favorisca l’iniziativa imprenditoriale dei cittadini e infrastrutturando con i necessari servizi le zone a maggior vocazione agricola, ambientale e turistica, unitamente a iniziative che consentano lo snellimento delle procedure burocratiche.

L’amministrazione si muoverà nella consapevolezza che solo tutelando e valorizzando questo enorme patrimonio delle nostre comunità, sostenendo le attività economiche esistenti, gettando i presupposti per la nascita di nuove attività, si potranno avere positive ricadute occupazionali, benefici ambientali ed un generale innalzamento della qualità della vita”.

Preferiamo riportare pedissequamente questi passi del programma perché crediamo fortemente che debba andare così.

Sono solo una cornice che vuol fare intendere l’idea di sviluppo del territorio che abbiamo. Le iniziative specifiche saranno giocoforza dettate dalle risorse che volta per volta ci si presenterà l’opportunità di cogliere. Oggi tutto va “a bando”, intendiamo rincorrerli tutti.

All’interno di questa cornice devono svilupparsi i ragionamenti inerenti le problematiche dell’allevamento o delle servitù militari.

L’infrastrutturazione e la “messa a disposizione” delle competenze comunali è l’unica risposta concreta che l’Amministrazione può dare al primo, mentre riteniamo che il modo migliore per affrontare il tema delle servitù militari sia la corretta valutazione dell’esistente, senza fughe che non tengono conto della realtà effettiva delle cose: l’attuale svolgimento della mega esercitazione multinazionale “Joint Stars 2019” ci racconta con chiarezza plastica che certe prese di posizione ai più alti livelli sono meramente di facciata (anche se sarebbe bene ripartire dal certosino lavoro di ricognizione di tutte le contestazioni portato avanti nel 2000 dall’Amministrazione Vargiu).

Per queste terre vale quanto detto sopra: sforzarsi di intervenire su viabilità, elettrificazione e approvvigionamento idrico, cercando di favorire una maggiore presenza dei nostri allevatori (anche se purtroppo i coefficienti di resa agricola non offrono valutazioni realistiche, altrimenti per un territorio di oltre 20.000 ettari……..).

In tema di territorio lei ha anche toccato un argomento che ci affascina particolarmente: l’archeologia.

Il Comune è titolare di alcuni finanziamenti che annualmente garantiscono la gestione e manutenzione di alcuni dei siti archeologici del territorio, i più preziosi.

Purtroppo da anni si rilevano problemi nei passaggi burocratico – amministrativi della gestione del servizio. È un aspetto da risolvere con urgenza per poter finalmente procedere con una campagna di promozione che rovesci completamente l’approccio alla materia.

Le più recenti indagini ministeriali dimostrano che un solo euro investito nel sistema della cultura ne genera quasi il doppio in tutti gli altri settori che ci gravitano intorno. Ad oggi un sito unico nel suo genere nell’intero Mediterraneo come s’Arcu ‘es Forros non è degnato di un cartello indicatore (UNO) in tutta la viabilità del territorio.

Bisogna lavorare alla costruzione di un accesso che consenta di convogliare i possibili turisti dalla SS 389, porta d’accesso all’Ogliastra; Migliorare la logistica di supporto ai visitatori attivando l’unità introduttiva presente sul sito e dotandola di ulteriori servizi.

Non è più pensabile intendere la fruizione di siti archeologici come i nostri senza l’ausilio delle più moderne tecnologie che, attraverso racconti e ricostruzioni digitali, valorizzino un percorso già di per se appagante per il turista appassionato.

Intendiamo anche avviare una interlocuzione con la competente sovraintendenza ai BBCC per conoscere quali vie sarebbero eventualmente percorribili per giungere alla esposizione dei reperti ritrovati nel nostro territorio. Sono idee normali, sembra fantascienza realizzarle.

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Sul quarto.

Come tutti i villaggi ogliastrini, anche i nostri hanno conosciuto uno sviluppo che nel corso della seconda metà del secolo scorso ha determinato uno stravolgimento del tessuto urbano. Poco è rimasto dell’antico borgo

ma alcune caratteristiche si possono recuperare. Riscoprendo le antiche facciate in granito, evidenziando alcune particolarità architettoniche e riscoprendo i colori originari talvolta utilizzati.

Una patrimonio edilizio dimensionato per oltre 8000 abitanti che ne ha poco più di 3200 effettivi deve necessariamente rappresentare una opportunità più che un problema.

Contiamo di portare a termine l’approvazione del PUC, strumento urbanistico necessario per introdurre finalmente regole certe e uniformi che consentano di procedere al risanamento delle abitazioni di maggior pregio storico, consentendo al contempo la possibilità di recuperare (con occhio vigile sulla eco -sostenibilità delle azioni) le innumerevoli abitazioni oggi chiuse anche in funzione di un possibile sfruttamento turistico.

Favorire l’avviamento, pur con i tempi che possiamo immaginare, di un circuito turistico basato su residenze extra alberghiere che implementi quelle già esistenti, rappresenterebbe un piccolo ma fondamentale punto di partenza.

E poi decoro, decoro e ancora decoro. Bisogna innalzare il livello di consapevolezza sugli aspetti benefici del bello, per le nostre esistenze come per l’ospitalità turistica. Sui può fare stimolando l’attenzione su iniziative associative di sgombero rifiuti e giornate ecologiche (abbiamo già esempi in corso), facendo rispettare regole stringenti, dando il buon esempio nella gestione degli edifici e delle aree comunali.

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Sul quinto.

C’è un punto preciso del programma amministrativo che riguarda un diversa concezione delle attività culturali.

Alcune di queste, già portate avanti dall’associazionismo, stanno consentendo di recuperare, per quanto possibile, le antiche tradizioni.

Ne è un esempio la processione di Santa Barbara, che grazie alla collaborazione tra i diversi attori coinvolti (Comune, Parrocchia, Amistade, Cavalieri e Fucilieri, Gruppi Folcloristici, Pro Loco, Obrieri e Comitato) da tempo ormai hanno riportato la manifestazione forse più gradita ai villagrandesi alle antiche modalità (mancano ancora “Is Cranistaias”….chiederemo di intervenire).

È un esempio di collaborazione (vale anche per manifestazioni come Juntos, ormai legato alla sagra dei Gathulis, che attraggono migliaia di persone nel periodo estivo) che spesso non rileviamo noi stessi. Valorizzandolo anche su altri campi si predisporrebbe un valido supporto alla promozione turistica.

Tutti i paesi ogliastrini sono particolarmente legati ai festeggiamenti dei loro rispettivi Santi protettori. Ma uno in particolare è venerato da tutti: San Basilio. La storica centralità di questa manifestazione religiosa deve essere rafforzata e valorizzata estendendo la collaborazione tra Comune, parrocchia e gruppi organizzativi in modo che, al di la degli aspetti ecclesiali, si ricreino quelle occasioni di promozione del nostro centro e del territorio circostante.

Ma è della ricerca storica che si avverte la mancanza. Molti concittadini stanno portando avanti ricerche un po’ su tutti gli aspetti delle nostre comunità, spesso più per passione che per impegno professionale. Vogliamo esaltare questo aspetto.

Gli archivi diocesani, per citarne uno, contengono le informazioni sui nostri avi; il Comune si faccia carico di portarli a conoscenza di tutti. Piccolo esempio: Carlo Casari figlio di Raffaele, figlio a sua volta di Luciano Domenico Antonio, figlio di Pietro Raffaele, figlio di Domenico Maria Felice, figlio di Basilio Maria, figlio di Antonio Casari che nei primissimi anni del 1700 venne a Villagrande per sposarsi con Rosa Brontu (ci perdoni la citazione personale, sperando sia corretta, ma è un modo per ringraziarla per essersi interessato, anche da lontano, al suo paese).

Favorendo l’accesso a queste informazioni possiamo riscoprire l’evoluzione genealogica dei nostri “Areos” e la loro antica nomenclatura; i posizionamenti nei Bijinaos (piccoli villaggi autarchici all’interno del Villaggio); gli assetti sociali (la caratteristica, forse necessaria, dei matrimoni tra consanguinei) e tante altre piccole e grandi curiosità.

Che dire poi dell’incredibile mole di informazioni contenute nei vari Archivi di Stato. Centinaia di pagine di informazioni sulle nostre comunità sepolte dalla storia che bisogna assolutamente riscoprire. Una piccola parte di esse venne già censita dall’Amministrazione Basoccu, con il meritorio progetto Memoria e Identidade; Ma c’è molto, molto di più.

Il Comune deve acquisire tutto questo materiale e metterlo a disposizione di chiunque voglia cimentarsi nella ricerca o nel semplice piacere della scoperta.

Siamo convinti che riscoprire le nostre origini e l’evoluzione storica delle nostre comunità, favorisca quella coesione sociale che sta progressivamente venendo a mancare.

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