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Professoressa sospesa a Palermo, domani il Teacher Day. Il parere di tre professori ogliastrini

Da giorni si parla del caso della professoressa Rosa Maria Dell’Aria, docente di italiano in un istituto tecnico di Palermo, che è stata sospesa per quindici giorni poichè ritenuta “colpevole” di non aver vigilato sul lavoro dei suoi alunni che in un video hanno accostato le leggi razziali al decreto sicurezza del ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Abbiamo sentito a questo proposito il parere di tre insegnanti ogliastrini, in attesa domani del Teacher Pride: studenti e docenti interromperanno le loro attività alle 11 e leggeranno gli articoli 21 e 33 della Costituzione che sanciscono la libertà di pensiero e di insegnamento.

«La vicenda della professoressa palermitana sospesa mi indigna profondamente, ovviamente non solo in quanto insegnante, ma in primis come cittadina e attivista sensibile ai temi dei diritti civili e democratici – sostiene la prof.ssa Loredana Rosa – Viviamo oggi in un mondo alla rovescia, dove la conoscenza e il diritto al libero pensiero sono costantemente bistrattati dalle stesse istituzioni che dovrebbero rappresentarli e tutelarli Ma cosa possiamo aspettarci da questa Italia in cui la sottosegretaria alla cultura dichiara con orgoglio di non leggere un libro da tre anni e poi si fa fervida promotrice della sospensione di una docente che fa semplicemente il suo dovere? Perché questo ritengo abbia fatto la collega di Palermo. Il nostro dovere di insegnanti e educatori è stimolare nei nostri studenti la capacità critica e l’autonomia di pensiero, che sono poi i principi base della nostra Costituzione. Ecco, penso che in questa vicenda (come oggi, ahimè in molte altre!) sia stato palesemente calpestato l’Art.21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Penso anche che attraverso episodi del genere si palesi il proposito di colpire non un’insegnante ma l’intera istituzione Scuola, anzi, l’intero mondo della Cultura, vera arma contro ogni abbruttimento sociale, temuta dai despoti e tiranni d’ogni tempo. Perché il senso profondo dello studio sta proprio nel “tirare fuori” (quindi *e-ducere, da cui “educare”) interrogativi che riguardano il nostro presente. Perciò, ripeto, l’insegnante incriminata ha fatto al meglio il suo dovere e credo che (come per esempio è stato fatto dal preside e da tutto il personale dell’Istituto professionale Beccari di Torino, con una lettera indirizzata al Miur, all’Ufficio scolastico regionale del Piemonte e agli organi di stampa), tutti dovremmo esprimere la nostra solidarietà a Rosa Maria Dell’Aria, con atti anche formali e concreti. A chi sostiene la legittimità della sospensione, anch’io rispondo così: #sospendetecitutti».

«Il conflitto politico sta arrivando all’assurdo,  – afferma la prof.ssa Giulia Cabiddu – Certo, il nostro ministro dell’interno cade spesso in contraddizione ed è legato a vicende discutibili ma è anche vero che la parte opposta sta arrivando ad estremismi tali da negare spesso fatti avvenuti in passato, entrando a loro volta in contraddizione. La vicenda della professoressa rispecchia bene la situazione: ora non so quanto lei abbia influenzato i propri studenti “politicizzandoli” con idee che non provenivano da loro e quanto invece sia farina del loro sacco, ma è anche vero che il provvedimento preso è esagerato. E vorrei anche sottolineare il fatto che molto spesso, in classe, mi ritrovo studenti che dichiarano di amare Salvini, perché “i comunisti sono a favore dei negretti e invece lui farà pulizia di questi “negri di merda”, ma non puoi aprire una discussione sull’argomento né prendere provvedimenti per il linguaggio da stadio usato in una scuola davanti al docente perché la scusa è che “siamo in un paese libero e posso esprimere la mia opinione”. Ecco, forse si dovrebbero abbassare i toni, ovunque, e tornare alla ragionevolezza e alla tanto disprezzata logica. Ma il compito è arduo, perché fa sempre comodo avere chi pensa per noi e ci dice cosa dobbiamo fare: è questa la forza di tutte le personalità autoritarie (e che sempre meno spesso sono anche autorevoli, le due cose non vanno – purtroppo – di pari passo)».

«Si tratta di un episodio triste e al tempo stesso preoccupante – conclude il prof. Giuseppe Virdis – Triste per il provvedimento ingiusto e insensato nei confronti di quella che, a detta di tutti, è un’ottima insegnante, che non ha indottrinato nessuno, ma solo educato all’esercizio del libero pensiero, come tutte le testimonianze raccolte sull’episodio hanno evidenziato. Preoccupante in quanto si tratta evidentemente di un provvedimento ispirato da una logica intimidatoria, che ne segue altri di analoga ispirazione nei confronti di liberi cittadini intenti a manifestare civilmente il proprio dissenso nei confronti del discutibile operato dell’attuale ministro dell’Interno. Dobbiamo impegnarci tutti a difendere i valori della nostra Costituzione, costata sangue e sacrifici, che ci hanno regalato decenni di libertà di pensiero, pace e diritti, oggi messi irresponsabilmente in discussione da funzionari forse troppo inclini a mostrarsi fedeli alle lusinghe del potere piuttosto che ai principi costituzionali».

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