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Il regista bolognese Federico Del Buono: “Obiettivo il Festival di Venezia e in futuro un film in Sardegna”

 

L’entusiasmo è la sensazione che si percepisce parlando con il regista Federico Del Buono. Una forza positiva attraverso la quale ogni ostacolo può essere superato, trascinando la collettività e realizzando attraverso la totale dedizione i propri sogni.

Federico Del Buono, classe 1992, è nato a Bologna, laurea in Scienze della Comunicazione, ha coltivato fin dalla tenera età l’amore per la scrittura dilettandosi nello scrivere racconti e storie. Ma il suo grande sogno è sempre stato il Cinema, che ha deciso di inseguire intorno ai ventidue anni.

Così ha iniziato la sua carriera come attore, esibendosi in alcune pubblicità, serie tv e film. Nel 2016 la passione per la sceneggiatura, e la realizzazione del primo copione: «Volevo far in modo che gli altri potessero vedere quello che scrivevo – afferma Del Buono – ho dato in mano il copione ad un regista, e ho interpretato il ruolo d’attore».

Dopo questa esperienza nel cortometraggio “Trovami”, matura l’idea di passare alla regia: «Mi sono accorto di come non fosse stata trasmessa l’idea pensata nel copione – spiega Del Buono – il vero punto di vista della storia. Quindi in un moto di ribellione consapevole, ho deciso che avrei trasmesso “l’anima” dei miei copioni attraverso la regia». Così l’esordio nel 2017 con la direzione del cortometraggio “Conquista il Mondo” nella doppia figura di autore e regista.

Un trionfo a livello mondiale con un’incetta di premi nella categoria miglior film e in quelle individuali, tra cui: regista, attrice protagonista e colonna sonora. Città nelle quali ha trionfato, per citarne qualcuna: Roma, Londra, Los Angeles, Toronto e Calcutta. «Oltre a vincere tanti premi -afferma Del Buono – nella metropoli indiana abbiamo lasciato il cuore. Anche se altre città ci possono aver dato più visibilità, Calcutta è stata davvero speciale».

A fine maggio partiranno le riprese del cortometraggio “Il muro tra di noi”, diretto dal regista bolognese e basato sulla sceneggiatura scritta insieme a Filippo Marchi. «Da due anni lavoro a questo copione – confida Del Buono – volevo alzare “l’asticella”, ho dato in mano questo testo a persone sensazionali e credo che quest’opera possa diventare qualcosa di grandioso. Avevo in mente un “quartetto d’archi” costituito da attori perfetti per la parte, e sono contento abbiano accettato la mia proposta».

Calcheranno le scene del film, attori del calibro di Stefano Pesce, Ivano Marescotti, Stefano “Vito” Bicocchi e l’emergente Vanessa Montanari. Quest’ultima, la protagonista del pluripremiato “Conquista il Mondo”, “musa ispiratrice” a livello artistico del giovane regista bolognese, incontrata anni fa a teatro e nella quale aveva intravisto un potenziale non completamente espresso.

«Sono contento che sotto la mia direzione – spiega il giovane regista – Vanessa stia esternando tutto il suo talento, in “Conquista il Mondo” è stata fantastica». Se nell’opera prima del regista, gli attori erano quasi tutti esordienti, il dover dirigere nel nuovo cortometraggio attori famosi è stata senza dubbio una bella prova per Del Buono: «Sicuramente il fatto di poter lavorare con attori di questo livello ed esperienza, ti regala artisticamente e professionalmente tanto. Se sono esordienti in qualche modo riesci a plasmarli, quelli affermati riescono invece ad attingere dalla loro esperienza recitativa e di vita, sapendo che il risultato sarà eccellente. Perché la mia idea è quella di lavorare con le loro emozioni, i loro occhi e i loro corpi».

Il regista ci ha svelato il retroscena degli incontri con i tre celebri attori, quando ha proposto loro la parte nel cortometraggio: «Con Vito Bicocchi c’è stato subito un bel dialogo, gli ha fatto piacere che facesse del cinema un giovane regista bolognese. Ho trovato subito in lui un appoggio immediato prima ancora che gli spiegassi le caratteristiche del personaggio che avrei voluto affidargli. Lui possiede una grande intelligenza artistica. Con Ivano, un’istituzione nel panorama del cinema nazionale, mi sono fatto forza e ho proposto il progetto, spiegandogli che sarebbe stato l’unico in grado di interpretare il personaggio a cui avevo pensato. Accettando ha definito il lavoro: “Corposo e delicato”».

Continua Del Buono: «In Stefano ( Pesce, ndr) con il quale ho lavorato in passato, ho trovato un attore dalle capacità importanti: riesce a interpretare il personaggio, vivendo, respirando e trasformando la carta del copione in realtà. Per interpretare il ruolo del protagonista dotato di mille sfaccettature, mi serviva proprio un professionista come lui: capace di muovere tutta la gamma delle sue emozioni».

“Il muro tra di noi” affronta un lutto straziante: la morte di una madre, che segna profondamente i familiari. Il marito Pietro (Marescotti) innalza un muro invisibile nei confronti del resto del mondo, compresi i due figli Alex (Pesce) e Monica (Montanari). Il medico di famiglia Cesare (Bicocchi) tenta per proprio tornaconto, di fare richiudere Pietro in una casa di riposo da lui stesso gestita. Questo fatto e il rapporto sempre più contrastato tra il padre e il fratello, faranno prendere la decisioni di abbandonare la casa paterna a Monica, lasciando i due soli ad affrontare la situazione e gli attriti del passato che riaffioreranno. Alex inoltre sta vivendo un altro dramma, l’ex moglie non gli permette di vedere sua figlia. «Un affresco familiare molto intimo – sostiene Del Buono – una vicenda terribile che potrebbe capitare a tutti, molto difficile da affrontare. Alex è Pietro sono due persone dannatamente orgogliose, molto simili tra loro ma che non si accorgono di esserlo. Quando si dovranno confrontare per affrontare questo lutto, uno di fronte all’altro, ecco che emergeranno tanti rancori dal passato».

«La storia si ispira ad una vicenda realmente accaduta nella famiglia dell’altro sceneggiatore Marchi, poi romanzata. Spiega il regista bolognese: «Un dolore atroce, nel quale ho voluto sottolineare i silenzi. Nessuna esaltazione dei personaggi, ma il lato umano degli attori».

Scenario importante dell’opera i paesaggi dell’Appennino Bolognese, nel Comune di Monte San Pietro. Le musiche composte dal maestro Marco Triolo, che collabora con il registra da quattro anni. «Un compositore meraviglioso – spiega Del Buono – amo la musica e nel cinema è fondamentale. Triolo realizza ogni volta musiche bellissime: brani mai scontati, e ogni volta ti lasciano interdetto».

Per un giovane regista non è facile emergere. Sicuramente servono determinazione e la consapevolezza di dover lavorare tantissimo sulle proprie qualità senza adagiarsi sugli allori, puntando a storie coraggiose e non scontate. «Non ci si deve mai scoraggiare – spiega Del Buono – ho ricevuto tante porte in faccia, ma non mi sono mai arreso. Sicuramente devo un grazie a Giorgio Ciani, con il quale lavorai tanti anni fa, e con il quale ho mantenuto i rapporti. Mi sta aiutando in questo progetto, a contattare attori, enti istituzionali e tramite lui ho conosciuto Gianluca Farinelli, direttore della cineteca di Bologna. Il Cinema si fa con il coinvolgimento di tanti. Sto cercando di farmi apprezzare per il mio lavoro, e quando ricevo attestati di stima, questo mi sprona a fare sempre meglio. Bisogna nutrire ambizione nelle storie che si portano al cinema: anche i cortometraggi che dovrebbero avere più considerazione in Italia, possono essere opere degne per le vicende narrate, a volte più di un film».

L’obiettivo del regista sarà presentarsi al Festival di Venezia, rassegna del Cinema per eccellenza in Italia, dove per regolamento sarà presentata l’anteprima.

Un pensiero (e un auspicio finale) per la Sardegna: «Ci sono stato  – spiega Del Buono – la ricordo bellissima e misteriosa,  ho incontrato belle persone e vorrei ritornarci presto. Gli ambienti unici, ne fanno un set particolare e unico, mi piacerebbe girare un film nell’Isola».

 

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