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Oggi al via il Giro d’Italia. Due anni fa l’ultima volta in Sardegna, tra l’entusiasmo e i colpi di scena

Si può affermare che il Giro d’Italia e la storia del nostro Paese siano legate negli ultimi centodieci anni di storia, e che abbiano percorso insieme le curve e le salite più difficili.

Emozioni e passione trasmesse prima sulle strade polverose, poi sull’asfalto, regalando vicende preziose da custodire.

Quest’anno la “Corsa Rosa” prenderà il via da Bologna nella cronometro che porta al Santuario di San Luca. Una prova contro il tempo individuale sulla distanza di 8 km, nei quali gli ultimi due molto impegnativi: una salita ripida su carreggiata stretta, nella quale la pendenza varia tra l’8% e il 16%. Il tratto più impegnativo nella doppia curva denominata “le Orfanelle”.

Non dovrebbero comunque esserci grossi distacchi tra i favoriti alla vittoria finale, anche se la vittoria di tappa sarà una questione tra gli specialisti della cronometro. Un Giro a “ruote ferme” vede da pronostico un ristretto numero di probabili vincitori, tra i quali il ciclista che potrebbe tagliare il traguardo di Verona vestendo definitivamente la maglia rosa. Vincenzo Nibali tenterà di vincere il suo terzo Giro d’Italia, che lo proietterebbe nella storia della corsa rosa raggiungendo con tre allori: Brunero, Magni, Gimondi e la leggenda Bartali. L’immortale Gino Bartali fu capace a trentaquattro anni di vincere uno storico Tour de France nel 1948, a nove anni di distanza dalla vittoria precedente, salvando l’Italia dalla Guerra Civile dopo l’attentato a Togliatti e restituendoci il rispetto internazionale dopo il secondo conflitto mondiale.

Lo “Squalo dello Stretto” alla stessa età di “Ginetaccio”dovrà vedersela con il vincitore dalla maglia rosa del 2017 Dumoulin, l’olandese grande favorito. Lo sloveno Roglic, il britannico Yates, il colombiano Lopez e lo spagnolo Landa, altri candidati alla vittoria finale. L’altro italiano, Davide Formolo, potrebbe essere la grande rivelazione. Mancherà anche quest’anno Fabio Aru, il campione sardo costretto ad un lungo stop, ha dovuto operarsi per risolvere il problema all’arteria iliaca della gamba sinistra, che ne limitava la prestazione sportiva.  Una vera sfortuna sembra perseguitare il Cavaliere dei Quattro Mori, assente a causa infortunio al Giro 2017, che partiva dalla Sardegna, pronta ad accoglierlo dopo le imprese degli anni precedenti nelle grandi corse a tappe.

Nell’Isola la corsa a tappe partì da Alghero, con l’entusiasmo e la passione della gente a fare da cornice sulle strade sarde. La prima frazione Alghero-Olbia, vide imporsi l’austrico Postlberger che indossò la prima maglia rosa. Nella seguente Olbia-Tortolì, a vincere e prendere il simbolo del primato del Giro fu il tedesco Greipel. Una volata poderosa quella del gigantesco velocista, soprannominato “Il Gorilla”, sul Viale Monsignor Virgilio a Tortoli, tra due ali di folla entusiasta. Il giorno seguente partenza da Arbatax, con il borgo marinaro gremito di appassionati ad assistere.

In Ogliastra il Giro è stato accolto con grande affetto e partecipazione, non c’era un angolo di strada in quei giorni dove non spiccava il colore rosa. Ancora oggi ad Arbatax e Tortolì è possibile ammirare le tante opere dedicate alla più dura corsa a tappe del Mondo. Murales, statue e altri manufatti sono rimaste a ricordo dell’evento. Molte di queste dedicate a Michele Scarponi, scomparso poco prima dell’inizio del Giro in un tragico incidente durante un allenamento, capitano designato dell’Astana dopo l’infortunio di Aru. Toccante l’omaggio in memoria dell’amato ciclista prima della partenza del “gruppo”, quando alcuni cori polifonici sardi, hanno intonato la canzone “Su bolu ‘e S’astore” di Tonino Puddu. La terza tappa Arbatax-Cagliari, sulla carta non avrebbe dovuto avere nessun colpo di scena: sul lungomare del Poetto, prima il vento fraziona il “gruppo” e poi un problema tecnico alla catena fa accumulare ritardo a Greipel, facendogli perdere la maglia rosa, “sfilata” da Gaviria con la vittoria in volata sul pavè di Via Roma. Nei prossimi anni le strade della Sardegna meriterebbero di essere inserita nel Giro, un ottimo volano anche per il turismo. Nel frattempo sicuramente i sardi seguiranno la “Corsa Rosa”, quest’anno si prospetta molto duro con il Gavia, il Mortirolo e altre salite inedite. Quest’anno il Gavia ritorna ad essere la Cima Coppi, nel centenario del “Campionissimo”. Fausto Coppi che con cinque vittorie detiene il primato al Giro insieme ad Alfredo Binda ed Eddy Merckx, avrebbe dato spettacolo in questa corsa rosa, che vive il presente e guarda il futuro insieme all’Italia.

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