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Roberto Pusole, dell’Azienda Agricola Pusole: «L’agricoltura è un dono e va meritata»

«Volevo fare il batterista, ero attratto, come altri ragazzi, dalla vita della rockstar» racconta Roberto Pusole, oggi a capo dell’Azienda Agricola Pusole, insieme al fratello Lorenzo. Un’antica tradizione familiare alle spalle, radicata nel territorio, ricca di conoscenze agropastorali, con un occhio all’innovazione sostenibile.

Il nonno paterno di Baunei aveva l’ovile sopra Cala Goloritze, il nonno materno Gaudenzio Rubiu di Lotzorai possedeva una cantina e allevava mucche da latte.

I due fratelli Pusole hanno preso in mano l’azienda agricola a conduzione familiare, a metà strada tra i paesi dei nonni, affiancati dalla sorella Loredana e proseguendo il lavoro dei genitori Emma e Bernardo, oggi in pensione. Roberto, classe ’86, una laurea in Agraria, con la sua anima ha seguito un “sound” più forte del Rock: quello della propria terra.

«Dopo essermi diplomato» racconta Roberto «avevo ben chiara l’intenzione di trovare una professione che mi permettesse di vivere in Ogliastra. All’inizio l’idea era quella di studiare Scienze del Turismo a Bologna, ma scoprii l’esistenza del corso di laurea in Enologia, e grazie al suggerimento del noto enologo Enzo Biondo, scelsi di andare a studiare ad Alba in Piemonte».

Un’esperienza altamente formativa che, oltre a fargli conoscere tante persone, con le quali ha stretto amicizia, l’ha arricchito umanamente.

«Mentre studiavo in Piemonte» spiega Roberto «mio fratello Lorenzo, perito agrotecnico, ha seguito tutta l’attività dell’azienda. Senza di lui, non sarei riuscito a fare niente».

L’Azienda Agricola Pusole oggi è composta da oltre venti ettari di terreno disposti “a macchia di leopardo”, tra i Comuni di Baunei e Lotzorai,di cui otto ettari adibiti alla coltivazione di vite. Il resto della superficie del terreno di proprietà, quasi totalmente, coltivata a grano ed orzo, necessari per il sostentamento dei maiali di “razza sarda”, allevati allo stato semi-brado.

«Produciamo venticinquemila bottiglie di vino» dice Roberto «che fanno il giro del mondo. Macelliamo una quarantina di maiali l’anno, che trasformiamo in salumi: dal prosciutto alla salsiccia».

Produzione biologica di alta qualità: il vino è realizzato esclusivamente con metodi naturali, senza l’utilizzo di erbicidi, pesticidi, e l’utilizzo di prodotti chimici. Stessa filosofia dei prodotti confezionati dalle carni dei maiali dell’azienda. Una concezione agricola elaborata grazie all’esperienza maturata da generazioni, ma con l’innovazione apportata dai fratelli Pusole, abili nel comprendere attraverso un approccio laico le potenzialità del terreno.

«L’esperienza dei secoli di coltivazione dei nostri avi» spiega Roberto «è il punto fondamentale dal quale partire, per capire come coltivare e comportarci nella nostra zona, un grande patrimonio. Allo stesso tempo il nostro compito è capire il meccanismo del funzionamento, per apportare migliorie, sempre nel rispetto della tradizione. Ad esempio, molti pensano che fare vino sia solo produrre l’uva, ma anche la vinificazione ha i suoi segreti per realizzarlo nel migliore dei modi. Piccoli accorgimenti che fanno la differenza».

Una terra, l’Ogliastra, molto particolare: le sue caratteristiche ne fanno una zona baciata dalla fortuna dal punto di vista agricolo. Un esempio le brezze marine, e i venti che arrivano dal Gennargentu: creano un microclima invidiabile per i vitigni, ideale per la realizzazione di vini “eleganti”. Roberto inoltre ama continuamente sperimentare: «Ogni tanto apporto delle piccole modifiche durante la vinificazione, realizzando dei vini dal gusto differente nel corso degli anni».

Una continua ricerca, che ha portato l’Azienda Agricola Pusole a sperimentare anche la coltivazione del Vermentino nelle vigne di proprietà poste sui terreni granitici, ottenendo risultati eccellenti.

«Sono sette i tipi di vino che produciamo» spiega Roberto «che imbottigliamo con sette etichette differenti: Pusole Bianco, Pusole Rosato (Rosè di Pusole – n.d.r.), Pusole Rosso, Karamare, il Case Sparse, Sa Scala e Saccarè. Ognuno di questi vini ha una peculiarità. A parte il Pusole Rosso ottenuto dalle vigne “giovani”, gli altri vengono prodotti con le uve provenienti da vigneti di nostra proprietà viversi. Ad esempio: il Saccarè è ottenuto dall’uva di una vigna “vecchia” di oltre settant’anni».

La visione dell’agricoltura da parte dei fratelli Pusole è molto chiara come afferma Roberto: «Non si fa questo mestiere per diventare ricchi, ma per passione e la vita dell’agricoltore non è facile, ma regala grandi soddisfazioni. Fino a qualche decennio fa, veniva utilizzato un modo di dire quasi offensivo, braccia rubate all’agricoltura, per deridere una persona che non usava il cervello. Bisognerebbe cambiare tale punto di vista, lavorare in questo settore è un dono, e si deve meritare: si deve essere persone capaci, preparate e appassionate per ottenere buoni risultati». Continua Roberto: «I prodotti dell’agricoltura ogliastrina dovrebbero essere il mezzo per far conoscere la nostra terra. In questo momento il vino è al centro dell’attenzione, ma altri prodotti ortofrutticoli dovrebbero avere in futuro più rilievo, ed essere valutati al giusto prezzo vista l’alta qualità e il lavoro alle spalle. Anche l’allevamento di qualità deve essere messo nelle condizioni di poter crescere. Faccio un esempio sui salumi ottenuti dai maiali della “razza sarda”: è impensabile attualmente poter aumentare la produzione».

Un’agricoltura etica, capace di tutelare le specie vegetali e animali autoctone. I prodotti di questo settore visti come dei “doni” capaci di regalare i sapori e profumi d’Ogliastra, e allo stesso tempo dei “ponti” tra questa e il Mondo. Esperienze che vengono regalate, oltre dai prodotti dell’Azienda Agricola Pusole che varcano il mare, anche direttamente nelle tenute della famiglia, previa prenotazione. Questa domenica a Cagliari presso la Bingia Pernis, nella rassegna dei vini artigianali “I Vignaioli”, l’Az. Agricola Pusole darà ancora una volta lustro all’Ogliastra, tra i produttori sardi e nazionali.

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