Era il 1988 e Moana, bellissima, era già conosciuta dal grande pubblico, per la sua partecipazione a un programma televisivo, “L’araba fenice” in cui la pornostar interpretava una critica di costume, vestita solo di pellicola trasparente. Le riprese si svolsero in primavera, il film si intitolava “Provocazione”, diretto da Piero Vivarelli e interpretato da Moana Pozzi e Marino Masè. Gli interni sono stati girati in una villa di Carloforte a Punta Nera, la pellicola appartiene al genere erotico, non ci sono scene di sesso esplicito. La storia è di quelle un po’ torbide, Vanessa (Moana), fresca vedova con due figliastre adolescenti si trasferisce sull’isola perché queste ultime si concentrino sull’esame di maturità. Spunta inevitabilmente un amante-professore, l’isola fuori stagione semi deserta, un duplice omicidio preceduto da continue provocazioni sessuali.
Quello che incuriosisce sono i titoli di testa dalle immagini inconfondibili: fichi d’india, muretti a secco, stradine bianche, l’immancabile “Apixedda” e mare, tanto mare. Le riprese durarono solo una settimana, durante la quale l’attrice faceva lunghe passeggiate, si fermava a parlare con le persone e a firmare autografi. Negli anni successivi, tornò in incognito sull’isola di San Pietro, che pare le piacesse moltissimo. Quando il 15 settembre del ’94 morì, intorno alla sua scomparsa, forse perché davvero troppo prematura e difficile da accettare, si fece sempre più insistente la voce secondo cui in realtà la pornodiva non fosse morta. Si elaborarono mille ipotesi, testimonianze più o meno realistiche, alcune delle quali talmente credibili da spingere la magistratura ad aprire un’inchiesta, trasmissioni come “Chi l’ ha visto” si sono a più riprese occupate del caso.
Ci fu chi la volle, dopo un’improvvisa conversione, suora di clausura in convento, chi nascosta in America sotto falso nome, addirittura si disse che si era fatta cambiare i connotati per vivere una vita normale. E qualcuno azzardò che vivesse nascosta in una villa sull’isolotto sardo in cui qualche anno prima girò un film. Moana Pozzi era una donna dal grande fascino, piaceva anche alle donne perché era molto più intelligente di quanto il mestiere che aveva scelto le permettesse di esprimere, ironica, libera e schietta. In māori Moana significa “mare, larga distesa d’acqua”, e ci piace pensare se davvero avesse avuto la fortuna di sopravvivere alla terribile malattia che a soli 33 anni l’ha portata via, avrebbe scelto di trasferirsi nella piccola isola sarda, circondata da un bellissimo mare