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La triste vicenda: 56 anni dopo torna nel punto dove morì il promesso sposo carabiniere

1962, giorno di Natale: era in un giorno che sarebbe dovuto essere felice che la bara con il corpo del carabiniere Carmelo Natoli Scialli – ucciso in un conflitto a fuoco mentre prestava servizio presso la stazione di Orgosolo – tornò nel suo paese natale, Piraino (Messina), dalla fidanzata inconsolabile.

Sono trascorsi 56 anni da quel giorno e l’ormai 85enne Basilia Scaffidi Lallaro – l’allora promessa sposa –, residente a Genova, è giunta a Orgosolo per deporre un mazzo di fiori nel punto dove morì il suo amato e chiudere così una vicenda che le segnò la giovinezza.

Ad accompagnarla, come scrive La Nuova Sardegna, la figlia Antonella, nata da un successivo e felice matrimonio.

«Ci amavamo tanto fin da quando eravamo ragazzini, aspettavamo il compimento dei 30 anni per sposarci», racconta all’ANSA. «Ma il destino ha deciso altro per noi. Dentro di me è rimasto il vuoto incolmabile e il peso di quella tragedia che mi ha segnato per sempre. Prima che la salute mi abbandoni sono voluta venire a Orgosolo con mia figlia per immergermi nel luogo dove Carmine ha passato le ultime ore di vita, per sentire l’aria che lui ha respirato prima di morire e per deporre un mazzo di fiori nel punto in cui ha versato il suo sangue. Ora mi sento in pace con me stessa, mi sono liberata di un peso».

Scialli era morto durante un appostamento: alcuni banditi, questa l’informazione che giunse in caserma, stavano preparando una rapina nelle campagne di Urgurui.

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