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«74 centesimi al litro, un sopruso per noi pastori»: allevatori dissidenti promettono nuove proteste

Gli allevatori dissidenti, non contenti dell’accordo spuntato l’8 marzo, chiedono l’apertura di un nuovo tavolo di contrattazione, oppure promettono una nuova ondata di protesta. Si sono riuniti oggi a Siniscola.

«L’accordo di 74 centesimi al litro è un sopruso per noi pastori, bisogna aggiustare il tiro e ripartire dalla rimozione dei rappresentanti dai tavoli di contrattazione che sono stati nominati, da sostituire con un’altra delegazione democraticamente eletta» come scrive Ansa, hanno dichiarato questo riuniti nell’ostello Su Recreu.

Dopo mesi trascorsi a sversare il latte sulle strade e proteste si era giunti a un accordo, ma pare che i pastori non abbiano voglia di fermarsi. Quella di oggi la prima di molte riunioni, come assicurano, per cambiare le cose.

«Settantaquattro centesimi al litro è un prezzo al di sotto dei costi di produzione e il conguaglio promesso sarà una miseria. I milioni di euro stanziati sono un regalo agli industriale del latte che incasseranno quei soldi, mentre noi ci accolleremo le spese legali per le denunce che sono arrivate dopo una protesta costata sangue».

Il tavolo di contrattazione, hanno spiegato i pastori, è ancora aperto: «E’ una strada in salita ma bisogna percorrerla per capire se gli industriali e sindacati hanno voglia di venire a patti o di mostrare i muscoli, in quel caso i muscoli li mostreremo anche noi».

E poi: «La politica ha le sue responsabilità: le decisioni sono state prese troppo in fretta ed erano già prese a ridosso delle elezioni. E la fretta si sa è cattiva consigliera».

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