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Dagli esordi a Sa Bardunfula, Adriana Pani racconta: «Avevo 8 anni quando ho iniziato a scrivere poesie»

«Avevo 8 anni quando iniziai a scrivere poesie. Mi piaceva parlare, nei miei componimenti, della natura. Il mare, i fiori… Ero affascinata da ciò che mi circondava. Le increspature dei fiumi, le canne al vento, le albe, i tramonti. Essendo una bambina sensibile, soffrivo molto per le brutture di questo mondo. Guerre, ingiustizie, fame non mi davano pace. Ho sempre scritto di nascosto, compravo quaderni su quaderni. Non solo poesie, poi, ma anche racconti. Facevo tesoro delle storie raccontate da genitori, nonni, vicini di casa e, in solitudine, le imprimevo su carta».

Pensava a un giorno lontano, Adriana Pani: «Un giorno le mie figlie avrebbero aperto il baule dove custodivo i miei componimenti e, insieme a una collana di perle, avrebbero trovato il mio cuore in ogni quaderno».

«Venivo presa in giro,» continua «perché guardavo le commedie di Totò, Eduardo de Filippo, i fratelli Medas… Quanto ne ero e sono affascinata!»

Un giorno, la svolta. Sente alla radio di un concorso letterario, “Racconta un’emozione in sardo”, e decide di partecipare.

«Mandai “Nannai Paula” scritta per mia nonna il giorno della sua morte. Arrivò in ritardo, era da considerare fuori concorso, ma venne inserita lo stesso nel libro. Era stata ritenuta perfetta! Era la prima volta che quel foglio usciva dal baule dopo 23 anni».

È di allora il sodalizio con la poetessa Seconda Carta: Adriana Pani viene invitata dalla Carta per leggere proprio quella poesia. Insieme le due organizzano vari eventi. «Tuttora la ringrazio» dice Pani.

«Ebbi così l’opportunità di conoscere il bravissimo regista Antonio Ghironi – persona preparata e di grande umanità –, e sono entrata nell’Associazione Bisus: da qualche anno sono una sua allieva nei laboratori teatrali. Poi c’è stato l’incontro importantissimo con Giulio Cesare Mameli, un grande scrittore e giornalista e uomo di grande moralità. Sono stata sua ospite al programma “Armonias” – che si occupa di poesie, di musica sarda e tanto altro – varie volte. Anche l’incontro con Margherita Musella è stato importante: lei è la cara padrona di casa del Caffè letterario arbataxino, un ambiente familiare dove si ha l’opportunità di incontrare tanti scrittori e di poter donare le proprie emozioni agli altri».

Sono molti i talenti ogliastrini, spiega la Pani, e Musella li aiuta a emergere, a poter brillare di luce propria. Tre anni fa Adriana Pani ottiene, pari merito con Violetta Arangini, proprio a un concorso realizzato da Margherita Musella, il terzo posto. È per lei motivo di grande felicità.

«Il mio grande amore» continua «oltre a poesie e racconti in sardo, è il teatro popolare sardo. Il mio sogno di poter avere una compagnia mia si è avverato. Anche se centinaia di persone declinavano la mia offerta, alla fine sono riuscita, dopo tre anni di gavetta, a mettere su Sa Bardunfula, un bel gruppo. Abbiamo messo su una commedia, “Dd’apu intendiu de su tali”, che è stata replicata con grande successo in 5 paesi. Ora stiamo preparando “Brullas”, che verrà presentata a fine primavera».

Problemi di salute hanno rallentato il suo percorso, racconta rammaricata, e ha lasciato per qualche mese il Laboratorio di Ghironi, ma conta di rientrare a breve.

«È il mio maestro» dice, poi conclude:

«Riporto una frase che mi disse Giulio Cesare Mameli: “Il teatro è vita “. Vorrei dire, in un momento così difficile per me – ho dovuto combattere una malattia oncologica –, che consiglio il teatro a chi come me sta attraversando un brutto momento: è un’ottima terapia».

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