ogliastra.vistanet.it

Tortolì, sabato la festa del CIAO in Parrocchia. Intervista al presidente AC Marco Ladu

Sabato 27 ottobre nel salone parrocchiale della cattedrale di Sant’Andrea a Tortolì si terrà la tanto attesa festa del CIAO organizzata dall’ACR. Un incontro in cui divertimento e fede formeranno un connubio perfetto.

Marco Ladu, tortoliese presidente dell’ Associazione Cattolica, ci parla della sua storia e della sua esperienza all’interno di essa.

Cosa è l’Ac?

L’Azione Cattolica è la più diffusa associazione laicale dell’ Italia. Venne fondata a Bologna nel 1867 da Mario Fani e Giovanni Acquaderni, con il nome di “Società della gioventù cattolica d’Italia”, utilizzando il motto “Preghiera, Azione e Sacrificio”. Fu nel 1905 che dopo varie vicissitudini Pio X, con l’enciclica “Il fermo proposito”, promosse la nascita della Nuova Associazione laicale denominata “Azione Cattolica”. È un’associazione di laici impegnati a vivere, ciascuno “a propria misura” ed in forma comunitaria, l’esperienza di fede, l’annuncio del Vangelo e la chiamata alla santità. Crediamo che sia doveroso e possibile educarci reciprocamente alla responsabilità, in un cammino personale e comunitario di formazione umana e cristiana. Vogliamo essere attenti, come singoli e come comunità, alla crescita delle persone che incontriamo e che ci sono state affidate.

Come è organizzata?

L’Azione Cattolica è composta da settore adulti, settore giovani e l’Acr. Ci sono inoltre vari movimenti che fanno capo all’Ac come quello degli studenti e dei lavoratori. Possiamo dunque dire che l’associazione cura tutti gli aspetti della vita dell’uomo, dall’infanzia all’età adulta. L’Acr è l’acronimo di Azione Cattolica ragazzi, ovvero un’articolazione dell’Ac che nacque nel 1969 dopo la conclusione del Concilio Vaticano II. L’Acr traduce l’attenzione dell’associazione ai ragazzi, aiutandoli ad essere protagonisti nel loro cammino di fede.

A chi si rivolge?

S rivolge a tutte le fasce d’età: dai piccolissimi agli anziani, passando per i ragazzi e i giovani, toccando il mondo del lavoro e degli studenti, mettendo al centro l’uomo per avvicinarlo a Cristo.

In che anno è nata a Tortolì?

A Tortolì nacque per interessamento del Canonico Celestino Melis (Padre Melis), che nel 1939, insieme ad Agostina Demuro e Maria Gregorio, costituì in parrocchia l’associazione femminile. Il primo tesseramento fu fatto l’8 dicembre dello stesso anno. La prima presidentessa fu Eleonora Musu. Lo stesso anno venne costituita anche l’associazione maschile.

Che tipo di attività vengono proposte ai ragazzi e qual è il loro ruolo all’interno dell’Acr?

Ai ragazzi viene proposta la parola di Gesù con una metodologia particolare che, facendo riferimento ai testi della Cei, parte dal ragazzo per arrivare a Dio, mettendolo al centro di una esperienza di Fede. Durante l’anno sono molteplici i momenti forti come il “Mese del Ciao” e il “Mese della Pace” che culminano con momenti di festa. Durante l’anno sono proposti momenti di spiritualità per ogni fascia d’età, mentre durante l’estate vengono organizzati dei campi scuola a Baumela (Villanova Strisaili), non solo per i ragazzi ma per tutti i settori dell’ Ac. Il ruolo dei ragazzi è quello di essere protagonisti, al centro dell’esperienza formativa e dell’attenzione della Chiesa.

Avete molti iscritti?

Gli iscritti, come tutte le associazioni, hanno avuto un leggero calo. Però in questi ultimi quattro anni, grazie anche all’attenzione e l’incoraggiamento di Don Piero Crobeddu, stiamo aumentando il numero degli iscritti che va crescendo ogni anno.

Cosa comporta il fatto di essere presidente?

Essere presidente, anche se a molti può sembrare un ruolo di prestigio, comporta molti sacrifici perché va vissuto nell’ottica del servizio. Il presidente parrocchiale conosce, vive e trasmette in maniera autentica il carisma dell’Ac: possiede e studia lo Statuto, il Progetto formativo, gli itinerari, le guide e i testi associativi. È capace di tessere continui rapporti di comunione con tutti: con i pastori, con gli organismi pastorali, con la vita ecclesiale entro cui l’Ac vive; fa trasparire sul territorio il valore di un’esperienza comunitaria come quella associativa, in quanto esperienza di servizio e di disponibile corresponsabilità a ogni progetto positivo a favore delle persone e della comunità civile; il suo rapporto con il parroco è basato sulla fiducia senza riserve e sul criterio della corresponsabilità laicale, non sulla collaborazione meramente esecutiva che lo rende efficiente senz’anima, poco coinvolto nella pastorale e poco significativo nella vita associativa. È riferimento per l’unità interna dell’associazione, contribuendo a costruire rapporti di comunicazione e di fraternità.

È difficile comunicare con i ragazzi?

I rapporti con il mondo giovanile sono al centro dell’attenzione di tutti, la Chiesa stessa sta dedicando a loro un Sinodo. Il rapporto con loro a volte è complicato anche perché è difficile comunicare specialmente al tempo dei social. Con i ragazzi però si comunica con l’esempio e con l’ascolto, cercando pur nella differenza di punti di vista di trovare una coincidenza di pensiero, perché la società è come un albero che ha bisogno delle radici ma anche dei germogli per vivere e continuare a farlo.

Perché i giovani dovrebbero iscriversi all’Acr?

Perché vuol dire dedicarsi a qualcosa di bello e di interessante che ti permette di entrare in relazione con gli altri vivendo una esperienza di Fede unica ed irripetibile.

Hai un ricordo o una persona alla quale sei particolarmente legato?

I Ricordi sono tanti a partire dalle figure storiche che hanno fatto l’associazione: Maria Gregorio e Agostina Demuro che ho studiato e conosciuto nei racconti, Giulia Aresu Presidente Diocesano immancabile nei campi Scuola, in Parrocchia Luciana, Angelo, Graziella ed Emilia che mi hanno trasmesso l’amore per l’Associazione, Lidia, Paola, Anna, Vannina, Tonina che attualmente la condividono, il Compianto Don Mereu che quando mi salutò mi disse “mi raccomando l’Azione Cattolica”, Don Piero che costantemente ci sprona a fare sempre meglio per il bene dei ragazzi. I ricordi vanno ai campi scuola, ai Primi maggio per l’Ogliastra ricchi di voci di viaggi in pullman. Vanno ai falò, ai momenti di preghiera, alle feste del Ciao, ai campeggi e a tanta nostalgia…

Qual è lo slogan di quest’anno e a cosa è legato?

Il tema dell’anno è “ci prendo gusto”, l’ambientazione scenografica sarà “la cucina cuore della casa”, spazio dove si apprezza l’amore di chi prepara per noi e dove si individua l’impegno dell’uomo ad avere cura dell’esistenza propria e degli altri, luogo dove si educa il gusto a ciò che sazia e nutre davvero. Praticamente è una metafora della Chiesa.

Cosa si farà questo sabato 27?

Sabato 27 ci sarà la festa del Ciao che non è una semplice festa dell’accoglienza ma è la conclusione del mese del Ciao, ovvero il mese che l’Acr dedica all’ incontro tra i ragazzi alla scoperta del nuovo anno Associativo e alla conoscenza della proposta formativa. Infatti tutti i sabato di ottobre i ragazzi sotto la guida degli educatori hanno lavorato insieme per preparare la splendida e appetitosa festa, impegnandosi al meglio nella realizzazione della stessa.

 

Exit mobile version