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Tortolì, la Banca del Tempo, tra offrire e ricevere. Intervista ad Elvira Depau

La Banca del Tempo tortoliese: una realtà che se fosse conosciuta e valorizzata maggiormente sarebbe molto più in grado di essere utile sia sotto il punto di vista umano che sociale. E un’ associazione no-profit che si basa sullo scambio gratuito di tempo ed è presente sia in tutto il territorio nazionale che in quello internazionale. A Tortolì nacque nel 1995 grazie alla volontà della presidentessa Elvira Depau, sostenuta dal comune. Attualmente la sede si trova in via Garibaldi. Elvira Depau oggi risponde alle nostre domande su questa importante realtà associativa. 

Cosa è la banca del tempo?

Per accedervi bisogna necessariamente essere maggiorenni e versare, ad esclusione delle persone anziane, un contributo di 10-12 euro all’anno. Ogni socio mette a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze da donare ad un altro collaboratore. Tutti gli scambi si pagano con assegni di ore, presi dal libretto dato in dotazione a ciascuna persona al momento dell’iscrizione. Colui che ha ricevuto non deve sdebitarsi nei confronti del donatore ma rendersi utile ad una terza persona. Le regole fondamentali sono due: 1) Offrire per ricevere e ricevere per offrire; 2) Avere competenze adatte ma non professionali, in modo da evitare di togliere il lavoro a chi lo fa per mestiere.

Quali sono le attività maggiormente richieste?

Nessuna in particolare. Esse possono variare da persona a persona: c’è chi necessita di un giardiniere, chi di una baby-sitter, chi di ripetizioni per i propri figli o chi semplicemente di un’ora di compagnia. Quest’ultimo avviene soprattutto nel caso delle persone anziane a cui poi non è richiesto niente, poiché mediante la loro tenerezza e i loro saggi racconti riescono a donare più del dovuto. Perciò è giusto ritenere che tale attività sia un modo per combattere la solitudine e l’isolamento, specie quando mediante la collaborazione e le nuove amicizie si va a creare un ambiente sempre attento verso le esigenze altrui.

Qual è stato l’anno più soddisfacente?

Sicuramente quello del 96, l’anno successivo all’apertura, in quanto essendo all’epoca una novità, raggiungemmo un numero elevato di iscritti. All’inizio c’erano tanti giovani, mentre adesso il numero di essi tende ad essere esiguo e di conseguenza risulta più difficile soddisfare tutte le esigenze. Abbiamo inoltre avuto soci provenienti da tutta la Sardegna e addirittura dal continente.

Di cosa avete avuto bisogno per l’apertura della Banca del Tempo? Quali sono i problemi che avete e state riscontrando?

L’apertura in se non ci ha richiesto grandi risorse dato che il locale ci è stato gentilmente offerto dal comune. Per fare in modo di renderlo funzionale, l’abbiamo arredato e fornito di cancelleria, mobili, sistemi e macchinari adatti al nostro scopo. Inizialmente i problemi sono stati abbastanza risolvibili, mentre adesso ci ritroviamo davanti ad un ostacolo piuttosto alto: La mancanza di elettricità. Essendo il nostro considerato un locale commerciale e non abitativo, il costo delle bollette riguardanti il consumo di energia è esagerato. La nostra è un’attività all’interno della quale non circola denaro e di conseguenza è difficile riuscire a reperirlo per il sostenimento delle spese. Per superare questo problema abbiamo pensato di chiedere degli sponsor. Speriamo in un domani in cui, una persona di gran cuore, possa fornircene uno tale da consentirci di tenere la sede aperta pure durante le ore più buie e di lavorare non solamente durante il giorno.

Come riuscite a collaborare con il resto dei cittadini? 

Noi siamo sempre disponibili, perciò partecipiamo a qualsiasi tipo di evento. Anche quest’ anno speriamo di poter realizzare qualcosa per le festività natalizie.

Come credete sia possibile convincere la gente ad avvicinarsi alla vostra associazione?

Sicuramente se ci conoscessero sarebbe più facile. Dovremmo cercare di pubblicizzarci mediante l’utilizzo di radio, televisioni locali, siti web; nonché organizzare degli incontri all’interno delle scuole. Le persone dovrebbero iscriversi perché, mediante la nostra attività, si diventa portatori di valori quali: l’amicizia, la generosità, la solidarietà; che sono in grado di annullare qualsiasi forma di pregiudizio.

Descriva la vostra associazione utilizzando tre parole.

Determinazione, operosità e fratellanza.

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