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Sanità sarda. Bocciata la rete ospedaliera dell’isola, a rischio anche Lanusei. Burchi e Sabatini pronti a combattere

ospedale lanusei

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«Siamo esterrefatti dalla presa di posizione del Ministero della Salute: la riforma della rete ospedaliera votata dal Consiglio regionale rispetta interamente il D.M. 70 del 2015, poiché utilizza le deroghe previste dall’art. 3 per le Regioni a statuto speciale e per quelle che si fanno carico interamente dei costi della sanità»  Franco Sabatini, Presidente della Commissione Bilancio in Consiglio regionale, e Davide Burchi, Presidente della Conferenza socio-sanitaria dell’Ogliastra, si scagliano contro gli esiti dell’istruttoria sulla riforma della rete ospedaliera regionale resi noti dal Ministero della Salute.

«Il DM70/2015 tiene conto esclusivamente dei numeri e non delle peculiarità delle singole realtà locali. La riforma attuata dalla Regione Sardegna è un provvedimento ragionato, che ha valutato le specificità territoriali, garantendo l’esistenza e il potenziamento dei presìdi locali, divenuti ormai l’ultimo baluardo contro lo spopolamento: nell’ambito di una logica politico-amministrativa che, pur di fare cassa, sceglie di annullare i servizi nelle periferie per concentrarli nei grossi centri urbani, è chiaro che la presenza di piccoli ospedali, ambulatori e centri sanitari, oltre che garantire prestazioni essenziali e spesso salvavita, costituisce un punto di interesse per la permanenza in queste zone. L’ospedale di Lanusei offre prestazioni differenziate e necessarie che non possono essere dislocate altrove, stante il gap infrastrutturale del territorio e il suo isolamento plurisecolare: non possiamo accettare che si svilisca o depotenzi questa importante realtà sanitaria, per il mantenimento della quale è stata condotta un strenua battaglia che ha visto coinvolti istituzioni e cittadini».

A tal proposito, è stata inviata una lettera al Commissario della Provincia di Nuoro, Costantino Tidu, e al Sindaco di Nuoro, Andrea Soddu. Con essa, chiedono “che venga indetta immediatamente una riunione con tutte le Amministrazioni comunali delle aree interne, con i Sindacati e le forze sociali interessate al fine di decidere in tempi brevissimi le azioni necessarie da mettere in campo per contrastare questa presa di posizione del Ministero della Salute, il quale vuole attuare una mossa da noi ritenuta discriminatoria, poiché non tiene conto delle difficoltà delle realtà interne e periferiche della Sardegna: i presidi locali devono essere mantenuti e potenziati e su questo punto non solo non intendiamo fare un passo indietro, ma neppure uno a lato”.

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