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Il Tribunale di Lanusei dice sì agli slacci delle utenze plurimorose. Nuovo caso a Tortolì

Un uomo, residente a Tortolì, dopo aver accumulato 3400 euro di consumi non pagati ad Abbanoa, ha dovuto accettare il provvedimento del Tribunale di Lanusei per lo slaccio dell’utenza.

In passato si era opposto alla procedura di slaccio con le seguenti motivazioni: le bollette erano errate, sosteneva, i periodi prescritti, i consumi eccessivi, le comunicazioni sulla chiusura dell’utenza mancanti. Il Tribunale aveva allora concesso il ripristino dell’erogazione – provvedimento d’urgenza con la formula “inaudita altera parte” – prima di entrare nel merito e sentire la controparte Abbanoa. A quel punto è emerso che le fatture erano corrette, la stessa Abbanoa aveva segnalato un aumento anomalo causato da una perdita che il cliente avrebbe dovuto riparare. Dal primo sollecito, 3700 euro, fino a 4800 euro. I solleciti sono rimasti senza risposta, così come il piano di rateizzazione.

“Non si può pertanto ritenere che lo stesso slaccio del servizio sia stato effettuato in maniera scorretta da parte della società Abbanoa”, si legge nel dispositivo del Tribunale di Lanusei. “Risulta piuttosto che a far data del primo sollecito di pagamento fino all’interruzione del servizio il cliente non avesse mai provveduto a saldare nemmeno parzialmente il proprio debito maturato verso la società”.

Quindi, il Tribunale ha revocato la sospensiva “inaudita altera parte” dello scorso febbraio e ha condannato il cliente a pagare anche 1.627 euro di spese legali in favore di Abbanoa. I tecnici del Gestore unico procederanno ora allo slaccio dell’utenza a meno che il cliente non regolarizzi la propria posizione.

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