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Eleonora d’Arborea, la regina guerriera sarda dalle straordinarie doti magiche

Eleonora D'Arborea

Eleonora D'Arborea

Tra le leggende sarde che raccontano le gesta di personaggi che hanno fatto la storia non si può rimanere immuni al fascino di quelle su Eleonora d’Arborea. Figura femminile di spicco, sia nel panorama sardo che nel Medioevo italiano, nella seconda metà del XIV secolo ebbe il titolo di giudicessa d’Arborea, cioè sovrana. La sua fama fu da imputare anche anche all’aggiornamento della Carta de Logu , ovvero la raccolta di leggi in lingua sarda per i Giudicati sardi.

Inoltre, Eleonora d’Arborea, la regina guerriera, come spesso viene ricordata, aveva un grande obiettivo: riunire l’intera isola della Sardegna, ancora suddivisa e, in parte, sotto il dominio aragonese.

Nozze di Eleonora d’Arborea e Brancaleone Doria
(di Antonio Benini, 1835-1911) 

La nascita di Eleonora 

Eleonora d’Arborea nacque a Molins de Rei in Catalogna, regno d’Aragona nel 1347 circa, da Mariano IV dei de Serra Bas e da Timbora di Roccaberti, nobile catalana, figlia del visconte Dalmazio. Tuttavia, le leggende circa la sua nascita, raccontano tutt’altro.

Si dice, infatti, che quando il re di Tharros venne brutalmente sconfitto dai Saraceni che, a quel tempo, guerreggiavano presso le coste sarde, andò via dalla città e si rifugiò all’interno dell’isola, precisamente nei pressi di Cabras. Il vecchio re non lasciava mai questo territorio, neanche per svolgere attività come la caccia,  dato che temeva pirati e briganti. Di tutt’altro avviso però era il figlio maschio: un giovanotto che, un po’ per l’età, un po’ per il suo temperamento, non vedeva l’ora di addentrarsi nei boschi, nelle spiagge, di cacciare e esplorare nuovi territori. Il padre, stremato, un giorno dovette accontentare il figlio e gli diede il permesso di allontanarsi.

Non fu una buona idea. Non passò tanto tempo quando i Saraceni, adocchiatolo mentre vagava tra le spiagge, lo catturano e lo portano via verso terre lontane. Dopo poco lo venderono ad una ricca famiglia come servo e il ragazzo crebbe così per diversi anni, fino a quando, impadronitosi della lingua e dei costumi del luogo, pregò i padroni di restituirlo ai genitori in cambio di una lauta ricompensa.

Finalmente il ragazzo riuscì a tornare nella tanto amata Sardegna e portò con se una ragazza turca divenuta poi sua sposa. Diverso tempo più tardi, la coppia, per paura degli attacchi dei Saraceni, lasciò definitivamente Tharros e fondò una nuova città all’interno della Sardegna: Oristano. Qui, una volta edificata la nuova reggia, nacque Eleonora. Un’ aquila si posò sul tetto e non si mosse finché la bambina non fu nata e nel cielo comparve una cometa.

Tutti segni significativi che anticiparono l’ascesa della regina guerriera.

Carta de Logu, la raccolta di leggi in lingua sarda per i Giudicati sardi.

Le arti magiche di Eleonora  

Le imprese di Eleonora d’Arborea passarono presto alla storia: i sudditi la consideravano un’eroina senza precedenti, capace di imprese assai difficili. Proprio per questa sua forza si raccontava che la regina sapesse dominare le arti magiche di cui si serviva per le missioni più ardue, come la conquista dei castelli.

Nello specifico, la leggenda narra che quando Eleonora si impossessò del castello di Montiferro vi trovò un tesoro appartenuto a Don Altare che conteneva una spada diabolica ereditata dal re Mastino. L’arma era stata forgiata con l’aiuto del maligno nei pressi di Rocca ‘e Ghios a Cuglieri per essere donata ad un sovrano che aveva imprigionato re Mastino. Proprio grazie a quella spada Eleonora vinse tutte le battaglie nella quali fendeva l’arma.

La regina comunque non usava le sue doti magiche solo in guerra, ma anche per aiutare i suoi sudditi: un giorno vide un branco di mucche stese a terra a causa della peste e, di fianco a loro, un contadino disperato che piangeva. Eleonora gli ordino di raccogliere una spiga matura e, lanciato chicco dopo chicco sulle le mucche, queste si alzarono e ripresero beatamente a pascolare. Eleonora d’Arborea così restituì il sorriso al povero contadino.

Riferimenti bibliografici 

È possibile leggere le affascinanti avventure di Eleonora d’Arborea anche in Bullettino Bibliografico Sardo, vol. I, settembre 1901, di P. Lutzu e in Leggende e racconti popolari della Sardegna, Newton Compton Editori, novembre 1994, di Dolores Turchi.

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