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Il latino? Deriva dal sardo, e non il contrario. Parola del linguista Bartolomeo Porcheddu

Bartolomeo Porcheddu (Foto Facebook)

Ma quale “sardo lingua neolatina”: è il latino ad essere una lingua “neosarda”. Di questo è convinto il linguista esperto di limba sarda Bartolomeo Porcheddu che sostiene questa tesi nel suo ultimo libro di prossima uscita.

«In realtà c’è stato uno scambio – spiega Porcheddu all’ANSA usando la parola latina filium come esempio – la consonante zeta, che era scritta come una i, è stata presa come una vocale. E io nel libro dimostro questo errore: non si trattava affatto di una vocale. Filium in realtà diventa filzum, con una zeta sonora, alla logudorese». C’è poi la y greca. «In latino – spiega Porcheddu – si legge i ma in realtà è la cosa più sbagliata di questo mondo perché si legge come u. Se vado a leggere ‘tirreno’ anziché ‘turreno’ sto stravolgendo la parola. Il significante non mi dice niente: che cosa significa tirreno? Se io vado a leggere turreno mi riferisco al mare di Turres, l’attuale Porto Torres».

Una tesi affascinante quella del linguista sardo che riporta attuale il dibattito sugli Shardana, l’antico popolo che partendo dalla Sardegna avrebbe dominato per secoli l’intero Mar Mediterraneo.

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