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Quirra: nanoparticelle in quantità elevate hanno inciso su malformazioni e malattie degli animali allevati a Quirra

Servono almeno tre giorni, spesso anche di più, affinché le nanoparticelle inquinanti presenti nell’aria si depositino a terra con le piogge o si disperdano coi venti, evitando così di essere respirate. Eppure al Poligono di Perdasdefogu, gli animali al pascolo respiravano aria in zone dove giusto un’ora prima si erano verificate le esplosioni. Quello che le ricercatrici Piscitelli e Carnivali, consulenti della Procura della Repubblica nel 2011, hanno spiegato oggi al tribunale è che, sostanzialmente, le nanoparticelle inquinanti presenti nell’aria di Quirra e le patologie e le deformazioni degli animali, sono fortemente correlabili.

La caratteristicamente di questi elementi, date le loro dimensioni infinitesimali, è quella di riuscire a raggiungere gli organi interni e di depositarsi direttamente dentro le cellule, con conseguenze che vanno dagli aborti alle malformazioni.

Le due veterinarie hanno anche sottolineato che il lavoro svolto dai veterinari della ASL di Lanusei e Cagliari, su cui Fiordalisi le incaricò di effettuare delle verifiche, presentano alcune lacune e alcuni punti di ambiguità. Uno fra tutti è che, suddividendo il territorio coinvolto in tre aree fra Perdasdefogu, Capo San Lorenzo e la zona intermedia, è stata presa come area coi valori di riferimento proprio quest’ultima, mentre sarebbe stato più corretto prendere come paragone un’area addirittura fuori dalla Sardegna. Inoltre furono quasi totalmente assenti i carotaggi sul terreno, al punto che i risultati dei pochi eseguiti non vennero nemmeno inseriti nelle statistiche.

Se le concentrazioni di particolato nell’aria sono, in condizioni di salubrità, di poco superiori allo zero, nelle aree interessate dalle analisi si attestavano invece intorno al 3%, una cifra elevatissima.
Alla domanda del PM Daniele Loi sull’esistenza di pericoli per la salute pubblica, la risposta delle due esperte è stata abbastanza chiara: i dati sulle matrici biologiche sono allarmanti. “Fosse dipeso da noi -ha dichiarato la dott.ssa Piscitelli- avremmo vietato la vendita degli organi interni degli animali allevati lì, mentre sui muscoli avremmo fatto ulteriori analisi.”

Le malattie e le contaminazioni degli animali sono solo uno dei vari aspetti per i quali alcuni vertici del Poligono sono attualmente accusati di aver omesso le necessarie misure di sicurezza all’interno dell’area del PISQ. Anche acqua e terreni sono stati oggetto di studi, oggi esposti dal professore Pierluigi Caboni, associato dell’Università di Cagliari e anch’egli incaricato nel 2011 di svolgere analisi per conto del Procuratore Fiordalisi. Arsenico, rame, cadmio, mercurio, antimonio e piombo sono stati rinvenuti in misure nettamente superiori a quelle che si dovrebbero trovare in natura in diversi campioni di suolo analizzati.

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