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Leggende ogliastrine. Il serpente di Urzulei e l’Arco di San Giorgio

In alcune leggende ogliastrine, viene descritto un serpente che era divenuto il terrore degli abitanti perchè richiedeva in pasto vittime umane, perciò alcuni Santi lottarono con lui e lo annientarono.

Urzulei, per esempio, esiste una depressione detta “la fossa del serpente”. Si racconta che un grosso serpente molestava e divorava gli abitanti del luogo. Un giorno San Giorgio, che era Vescovo, venne da Suelli a trovare gli abitanti di Urzulei. Questi gli andarono incontro e gli parlarono del serpente che seminava spavento e divorava le fanciulle. San Giorgio lo affrontò presso Thelevai e lo uccise. Da allora il luogo in cui avvenne la lotta sprofondò e prese il nome di “fossa del serpente“. In quel luogo non cresce mai l’erba.

San Giorgio si diresse poi verso una collinetta molto ripida, sulla quale si sale con difficoltà. Chiese che lassù gli costruissero una chiesa e la ripida salita fu battezzata col nome di Iscala ‘e piscopu, cioè scala del vescovo. Poi San Giorgio e i suoi seguaci si diressero a Bacu Eltili dove avvenivano sempre delle discordie per la spartizione del territorio. Il santo rappacificò gli abitanti e durante il ritorno si fermò lungo la strada perchè tutti erano stanchi e avevano sete. In quel luogo non vi era acqua da bere ma San Giorgio colpì col suo bastone per tre volte una roccia che stava là vicino e subito scaturì un abbondante getto d’acqua.

Giunto a Urzulei, quelli di Suelli che lo accompagnavano volevano riportarlo al loro paese ma egli volle trattenersi ancora, perciò a Urzulei gli fecero gran festa e lo tennero con loro. Poi San Giorgio decise di visitare gli altri paesi dell’Ogliastra, si spinse fino ad Osini. La strada che doveva percorrere era lunga e tortuosa ed il santo era molto stanco. Avanti a lui si ergeva il monte di Osini che impediva l’accesso al paese, allora San Giorgio ordinò al monte di aprirsi per facilitarne l’accesso. Subito il monte si aprì formando una gola attraverso la quale il santo raggiunse il paese e quella fenditura nella montagna fu da allora chiamata Arco di San Giorgio.

 

Tratto da Leggende e racconti popolari della Sardegna di Dolores Turchi 

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